Angela Merkel, inaugurando il Salone dell’Auto di Francoforte ha dichiarato che: “Le condizioni della Germania sono positive e questo ci permette di far fronte alle nuove sfide” aggiungendo poi un appello agli industriali dell’automobile affinchè “diano opportunità di lavoro ai rifugiati. Vogliamo aiutare chi ha diritto alla tutela, chi viene solo per motivi economici deve lasciare il Paese. Quello che viviamo con i rifugiati dobbiamo vederlo con ottimismo. E’ una preghiera che rivolgo a tutti voi: se ci sono possibilità date a queste persone delle opportunità. So che già lo fate e che lo farete”, ha concluso la cancelliera tedesca.
Gli industriali tedeschi e il governo che ha “piagato” il popolo greco, stanno scoprendo così di avere un insospettabile cuore d’oro. “Non possiamo far finta come se non ha niente a che fare con noi quando i bambini annegati approdati sulle rive del Mediterraneo e la gente disperata vagare attraverso l’Europa alla ricerca di un futuro di pace”, ha affermato lunedi Klaus Engel, amministratore delegato della Essen Chemicals Corporation Evonik, in un’intervista al quotidiano economico Handelsblatt. Il Süddeutsche Zeitung ha chiesto invece all’amministratore delegato della Porsche, Matthias Müller ciò che l’industria tedesca potrebbe fare in concreto per aiutare i rifugiati. La sua risposta è stata estremamente sintetica: “Con i nuovi posti di lavoro!”
Ma al momento , il precario status giuridico dei rifugiati rappresenta ancora una incognita per le aziende. Anche se il governo ha deciso di allentare le leggi di lavoro relative ai richiedenti asilo, la questione di quanto tempo un rifugiato possa rimanere in Germania è in bilico fino a quando la sua domanda di asilo è in fase di revisione. La formazione dei dipendenti rimane anche un investimento per le aziende. Per questo motivo la Camera dell’Industria e del Commercio tedesco sostiene la cosiddetta regola del 3 + 2. Tale norma stabilisce che chi subisce tre anni di formazione non può essere espulso ed ha anche il diritto di lavorare per almeno altri due anni dopo che la formazione è stata completata.
La scorsa settimana, alcuni big boss dell’industria tedesca, tra cui Deutsche Post e Daimler hanno chiesto una revisione delle leggi sul lavoro tedesche per consentire ai richiedenti asilo di mettersi al lavoro in fretta. La Merkel, che ha incontrato i leader del settore, ha annunciato che la Germania intende accelerare il processo di asilo e rendere più facile il permesso di soggiorno per entrare nel mondo del lavoro. Quasi 2 miliardi di euro saranno spesi per aiutare le persone a imparare il tedesco, fattore essenziale per qualsiasi lavoro.
A Berlino, intanto, si è dimesso il presidente del Bundesamt per le Migrazioni, Manfred Schmidt. La motivazione ufficiale parla di “ragioni personali”. Schmidt guidava il dipartimento dal 2010 ed era stato duramente criticato per non aver saputo reagire velocemente all’emergenza profughi.
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