Torna ancora più vivo lo spettro della deflazione, quel mostro che – al contrario dell’inflazione – nessuno sa come debellare.
L’Istat ha reso infatti noto oggi che nel mese di settembre “l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) diminuisce dello 0,4% su base mensile e aumenta dello 0,2% su base annua (la stima preliminare era +0,3%)”.
In pratica i prezzi medi sono scesi in misura considerevole e dunque anche il dato finale annuo risulterà più basso delle attese, allontando molto più in là nel tempo il momento in cui la dinamica dei prezzi si avvicinerà al limite ritenuto “ottimale” per un’economia in salute, e dunque in crescita “sana”: il 2% annuo.
Diverse volte ci siamo dovuti soffermare a piegare la deflazione, che a prima vista sembra un bene (i prezzi calano, dunque si potrebbe acquistare di più), ma ben presto comiglia a un incubo (gli acquisti vengono rinviati in attesa di nuovi cali di prezzo, i produttori bloccano gli investimenti in previsioni di prezzi e consumi calanti, il che si traduce in diminuzione del Pil, aumento dei licenziamenti, blocco dei salari, rallentamento degli acquisti e dunque dei prezzi e così via verso il fondo).
Sul dato di settembre, molto netto, l’Istat fa alcune considerazioni: è certamente la sintesi di dinamiche di segno opposto di alcune tipologie di prodotto, visto che gli alimentari non lavorati (materie prime) sono aumentati in modo consistente (+3,3%, che segue il +1,9% di agosto), mentre quelli dei Servizi relativi ai trasporti hatto invertito la tendenza (+0,8% da -0,1% del mese precedente). Ma la “compensazione” data dal calo dei prezzi degli Energetici non regolamentati è stata addirittura rovinosa (-2,8%, che segue -10,4% di agosto).
Significa che c’è stato un drastico calo mensile dei carburanti (-4,0%), solo parzialmente compensato dall’aumento dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+1,7%).
L’inflazione acquisita per il 2015 scende a +0,1% (era +0,2% ad agosto).
Rispetto a settembre 2014, i prezzi dei beni fanno registrare addiriittura una flessione dello 0,5% (era -0,4% ad agosto.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono invece aumentati dello 0,6% su base mensile e dell’1,2% su base annua (da +0,7% di agosto). Si può insomma circolare di più, ma a patto di mangiare un po’ meno…
Nonostante questo il cosiddetto “carrello della spesa”, ovvero i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto (che comprendno anche i carburanti) sono stazionari in termini congiunturali e registrano una flessione dello 0,3% nei confronti di settembre 2014.
Dato confermato dall’”indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati” (FOI), che diminuisce dello 0,4% rispetto al mese precedente e dello 0,1% rispetto a settembre 2014.
Deflazione, insomma. E tanti saluti alle prospettive di “crescita”.
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