L’Italia paga alla UE 4,39 miliardi, l’Ungheria riceve da UE 3,46 miliardi
La Corte dei Conti smentisce sia Di Maio sia Oettinger: entrambi danno dati inesatti. Nel contempo la Lega dovrebbe riflettere su due dati precisi. Nel 2016 l’Ungheria ha ricevuto dalla UE più di quanto ha versato: 3,46 miliardi. Al contrario l’Italia ha versato al bilancio UE più di quanto ha ricevuto: 4,39 miliardi.
Se noi non versassimo la nostra quota annuale al bilancio UE, simbolicamente (poiché il danno sarebbe per tutti gli Stati Membri) sarebbe a rischio proprio il contributo UE all’Ungheria. Il ministro degli Interni Matteo Salvini, incontrando il premier ungherese Orban nella prefettura di Milano, gli avrà ricordato che l’Ungheria riceve 3,46 miliardi anche grazie ai soldi italiani?
Veniamo ora alle inesattezze di Oettinger e Di Maio. Secondo il Commissario Europeo al Bilancio Oettinger “Roma non versa affatto 20 miliardi l’anno, ma 3 netti”. Il Vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio minaccia di non contribuire al bilancio UE con le seguenti parole: “noi siamo pronti a tagliare i fondi che diamo all’Ue. Vogliono 20 miliardi dei cittadini italiani? Dimostrino di meritarseli..”.
Il riferimento era ovviamente alla ricollocazione e accoglienza dei migranti, quei migranti che il premier ungherese Viktor Orban, alleato di Salvini, non vuole accogliere sul suo territorio venendo meno all’accordo di ricollocazione dei richiedenti asilo. La sezione di controllo per gli affari comunitari e internazionali della Corte dei Conti nella sua relazione annuale 2017 approvata con deliberazione n.19/2017 è molto chiara.
In tabella 1 abbiamo i dati dell’anno 2016 di ognuno dei 28 Stati Membri UE: quanto ogni Stato ha versato al bilancio UE, quanto ha ricevuto dal bilancio UE, e il saldo, ovvero la differenza tra quanto ha versato e quanto ha ricevuto.
Nel 2016 l’Italia ha versato al bilancio UE 15,7 miliardi, 15,7 non 20 come sostiene Di Maio. Sempre nel 2016 l’Italia ha ricevuto come accredito dal bilancio UE 11,32 miliardi. Sottraendo l’accredito di 11,32 miliardi al versamento di 15,7 miliardi si ottiene il contributo netto dell’Italia al bilancio UE: 4,39 miliardi di saldo negativo. 4,39 miliardi non 3 miliardi come sostiene Oettinger.
Analogamente nel 2016 l’Ungheria versa al bilancio Ue 1,06 miliardi e riceve 4,53 miliardi: quindi ha un saldo positivo verso Bruxelles di 3,46 miliardi. La Polonia nel 2016 ha versato a Bruxelles 4,14 miliardi e ha ricevuto 10,6 miliardi: ha un saldo positivo di 6,46 miliardi. La Romania ha un saldo positivo di 5,8 miliardi nel 2016 poiché ha versato 1,53 miliardi e ha ricevuto 7,34 miliardi. La repubblica ceca nel 2016 ha un saldo positivo di 3,06 miliardi perché ha versato 1,61 miliardi e ha ricevuto 4,67 miliardi. Segue la Slovacchia con un saldo positivo di 1907 milioni. E la Bulgaria con un saldo positivo di 1880 milioni.
La Grecia ha un saldo positivo di 4,1 miliardi. Ma oltre all’Italia chi paga? La Germania, con un saldo negativo nel 2016 di 17,53 miliardi perché ha versato al bilancio UE 27,39 miliardi ricevendo 9,86 miliardi. La Francia, con un saldo negativo nel 2016 di 10,18 miliardi perché ha versato 21,09 miliardi ricevendo 10,91 miliardi. E l’uscente Regno Unito, con un saldo negativo nel 2016 di 9,07 miliardi poiché ha versato 15,99 miliardi ricevendo 6,91 miliardi.
In Tabella 2 abbiamo i dati del settennio 2010-2016 per ognuno dei 28 Stati Membri. Gli importi sono ancor più significativi: poiché l’Italia ha versato 113,1 miliardi e ha ricevuto 75,4 miliardi, sostanzialmente ha dato a Bruxelles 37,7 miliardi; poiché l’Ungheria ha versato 7,0 miliardi e ha ricevuto 35,7 miliardi sostanzialmente Bruxelles ha dato a Budapest 28,7 miliardi.
Come noi, nel settennio 2010-2016, poiché hanno dato a Bruxelles più di quanto ricevuto, i seguenti Stati hanno un saldo negativo: la Germania ha contribuito con 104 miliardi, la Francia con 57 miliardi, il Regno Unito con 66,8 miliardi. Al contrario, nel 2010-2016, oltre all’Ungheria altri Stati hanno un saldo positivo poiché hanno ricevuto da Bruxelles più di quanto versato: la Polonia 71,5 miliardi, la Romania 23,9 miliardi, il Portogallo 20,4 miliardi, la Slovacchia 10,9 miliardi, la Grecia 31,8 miliardi, la Spagna 14,9 miliardi, la Repubblica Ceca 20,7 miliardi, la Bulgaria 10,2 miliardi.
Si pone una domanda. Perché Francia e Germania continuano a volere la UE se costa loro tanti miliardi all’anno? Perché la convenienza per i francesi e i tedeschi è sulle vere questioni strategiche, non certo sul contributo dell’Italia al bilancio UE: per esempio, nel 2010-2014, gli strumenti Salva-Stati, salvando direttamente le banche spagnole e greche, hanno salvato i loro creditori, le banche francesi e tedesche.
L’Italia ha contributo agli strumenti Salva-Stati con 60 miliardi: malgrado le banche italiane fossero esposte verso le banche greche e spagnole un decimo dell’esposizione delle banche franco-tedesche, il contributo fu calcolato sulla base della nostra quota di contribuzione alla BCE e non sulla base della nostra esposizione ben più bassa.
Ma attenzione, gli strumenti Salva-Stati, non sono normati da Trattati Europei bensì da Trattati Internazionali cui aderiscono tutti gli Stati Membri UE tranne il Regno Unito. Il più celebre strumento Salva-Stati è il MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità: esso è normato da un Trattato Internazionale, e non da un Trattato Europeo, perché intelligentemente il Regno Unito mise il veto, e quindi il Trattato, senza l’unanimità dei 28 Stati Membri, non avrebbe potuto essere europeo. Sembra una sottigliezza ma non lo è.
Perché? Semplicemente perché quei 60 miliardi di contributo italiano agli strumenti Salva-Stati si aggiungono ai 37 miliardi di contributo italiano al bilancio UE prima analizzato. Per simili ragioni la UE conviene a Parigi e Berlino.
* da Huffington Post
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