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Il labirinto del Debito Pubblico

Un labirinto è un edificio costruito per confondere gli uomini; la sua architettura, ricca di simmetrie, è subordinata a tale fine.

Jorge Louis Borges

Si continua a sostenere la necessità di ridurre il debito pubblico quale elemento essenziale per dare maggior stabilità al sistema e per rendere possibile una maggior crescita economica. Bene, questa affermazione è falsa in radice.

Ridurre il debito pubblico è un’operazione sociale e politica che ha quale fine quello di cambiare alle fondamenta la nostra società e la nostra vita. Già lo diceva Tommaso Padoa Schioppa in una celeberrima intervista di qualche anno fa al Corriere della Sera: * <<Ma dev’ essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’ individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità>>* .

Ridurre il debito pubblico è facilissimo: basta privatizzare la Sanità, la Scuola, l’Università, i beni culturali e quant’altro e il debito pubblico si assorbe in una decina d’anni. Non è che ci vuole molto a capire che se vengono privatizzati gli elementi elencati qui sopra e per i quali lo stato spende centinaia di miliardi non si forma nuovo debito e quello vecchio viene pagato a scadenza riassorbendosi.

Avremo una maggiore stabilità del sistema? Assolutamente no. Semplicemente perché ad una diminuzione del debito pubblico corrisponderebbe un aumento del debito privato. Come si fa a dire questo? Semplice. Ognuno di noi lotterebbe con il coltello tra i denti per mantenere i propri standard di vita. Per esempio; vi viene un’appendicite? Se lo Stato non paga (e dunque non si indebita) per operarvi se non volete morire semplicemente vi mettete la mano sul portafoglio e l’operazione ve la pagate privatamente. Siccome la maggior parte di noi non ha la liquidità per gestire privatamente le mareggiate della vita vorrà dire che vi indebiterete. Idem se volete iscrivervi all’università: spendete 100mila euro o nulla. E via discorrendo su tutto ciò che riguarda la nostra vita e che ora ci viene garantito secondo principi di solidarietà. La mia non è una visione, ma è un dato di fatto dimostrato empiricamente: tutti gli stati che hanno un basso debito pubblico perché non garantiscono nulla o quasi ai propri cittadini hanno altissimi debiti privati. Ognuno si arrangia come può indebitandosi personalmente. Esempi? Stati Uniti ed Uk, per dirne due.

Questa è dunque una enorme operazione di trasformazione sociale. Chi vi dice che vuole abbattere il debito pubblico non vuole dare maggior stabilità al sistema (perché aumenterà il debito privato sul quale si paga anche un interesse più alto) ma vuole trasformare la nostra società da solidale secondo i principi cristiani e socialisti (che un ruolo enorme hanno giocato in questi secoli in Europa) verso una società improntata all’individualismo più estremo secondo la nota massima homo homini lupus.

Lo stesso trattato di Maastricht che si focalizza totalmente sul debito pubblico nei suoi parametri (trascurando colpevolmente l’altra colonna del sistema: il debito privato) in realtà ha solo una funzione di trasformazione sociale. E non stupisce che il suo Architetto sia quel Jacques Attali così abile nel costruire labirinti e giochi di specchi e che non a caso è autore del Trattato sul Labirinto e che da sempre ci raccomanda di essere labirintici e complessi nel pensiero.

Esattamente come lui e il suo labirintico Capolavoro di Maastricht: obbligare a fare A dicendo che si vuole ottenere B ed in realtà ottenendo Z.

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1 Commento


  • De Marco

    Pretendere che ridurre le spesi – sociali: sanità, educazione ecc – dello Stato ridurrebbe il debito è degno di von Mises, Hayek, Friedman et al. , ma non ha niente a che vedere con la realtà la più empirica. Queste spese sociali sono minime nei Stati Uniti e nella GB, per citare solo due paesi, ma il debito pubblico levita. Come pure l’evasione fiscale, sopratutto quella non controllata tramite i Tax rulings, i paradisi fiscali ecc, e le tax expenditures e altri crediti a favore delle industrie e dei focolari più agiati.

    Lo Stato detto minimo dei neo-liberali monetaristi è minimo solo per le spese sociali, le quali in effetti aumentano la competitività macro-economica delle Formazioni sociali che a sua volta aumenta la produttività micro-economica, senza dovere ricorrere alla catastrofica deflazione salariale. Ad esempio, pochi anni fa, le industrie automobili americane dovettero essere salvate dallo Stato con decine di miliardi di dollari solo perché non potevano più finanziare i sistemi pensionistici in-house. Ad esempio, il sistema di sanità americano costa oltre 18 % del PIL; e, pure con la disastrosa Obamacare fatta per agevolare Big Pharma, lascia 40 milioni di cittadini – regolari – senza copertura. Al contrario, il sistema europeo pubblico, di accesso universale, costava attorno al 9 % del PIL prima della privatizzazione rampante iniziata fine anni 1970.

    Si nota che nelle statistiche marginalsite del PIL i sistemi sociali pubblici non vengono presi in conto perché sono considerati servizi senza attribuzione di un prezzo di mercato, in modo che se si privatizza questi sistemi pubblici, ad esempio la Sanità, il PIL marginalista salirà affettando così il ratio del Debito sul PIL. E distruggendo il livello di vita dei cittadini. In Italia, questa bella logica marginalista comporta l’aumento della cosiddetta « compartecipazione » alle spese sanitarie, in modo che oltre 11 milioni dei nostri concittadini debbono rinunciare alle cure.

    Quando si ingoia la logica semplicistica dell’avversario monetarista filo-semita nietzschiano con gli occhi chiusi, allora siamo nei guai. Bisognerebbe riflettere e studiare un minimo!!!

    Esiste una distinzione tra moneta e credito, una distinzione essenziale per capire la logica del debito pubblico. Per formazione né Padoa Schioppa, né Tria né nessuno altro nostro dirigente ne ha la minima idea. Fatto sta che quando Bankitalia funzionava come una banca centrale essenzialmente pubblica, il debito era minimo e contenuto … proprio in una epoca durante la quale l’Italia procedeva alla una ricostruzione socio-economica e culturale accelerata, dopo avere perso la guerra … Rimando a questo link: http://rivincitasociale.altervista.org/credito-debito-pubblico-tagli-golpe-costituzionale-24-febbraio-2019/

    Paolo De Marco

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