Cosa sono le “filiere produttive” e in quale modo l’economia di un paese esercita “egemonia concreta” su quelle dei vicini, in regime capitalistico, è domanda che viene spesso posta e a cui non è semplice rispondere in poche parole.
Chi le fa, spesso, non conosce a menadito le categorie economiche (ed è assolutamente normale che sia così, vista la cortina di fumo che aleggia su questa materia in ambito liberista) e quindi viene investito quotidianamente da parole il cui senso solo di rado corrisponde alla realtà.
Poi vien fuori una mappa come quella proposta da Reddit.com che sorprende persino alcuni “addetti ai lavori” di lungo corso, come Vittorio Da Rold, fecondo analista per IlSole24Ore, BusinessInsider e altre pubblicazioni prettamente economiche.
L’immagine non restituisce la complessità e ramificazione delle filiere produttive, ma solo il quadro del “principale partner commerciale” per ogni paese europe, Russia e Turchia comprese. Ma già questo basta a illustrare rapporti di “dipendenza”, o comunque “privilegiati”, tali da rendere molto difficile – se non immeditamente impossibile – orientare le scelte economiche di un paese senza tener conto di questa situazione.
L’articolo che Da Rold gli dedica merita una lettura “critica”, perché naturalmente il nostro punto di vista è parecchio diverso da suo. Per esempio, che la Germania sia oggi “la locomotiva d’Europa” ci appare decisamente fuori tempo, visto che proprio la recessione tedesca – figlia del successo delle politiche di auterity, deflazione salariale e crescita trainata dalle esportazioni extra-UE – è alla base del drastico rallentamento di tutte le economie europee.
Mentre sarebbe il caso di leggere la “dipendenza” di Grecia e Albania dal commercio con l’Italia in termini molto meno enfatici, visto che – come accade sul lato opposto del Mediterraneo (il Portogallo dipende dalla Spagna, questa dalla Francia e Parigi comunque dalla Germania) – il vero capofila è in ultima istanza Berlino.
La quale – ed è qui che si può pesare sia la relativa “debolezza strategica” delle ambizioni imperialiste europee, sia l’effetto della “guerra dei dazi” trumpiana – ha come primo sbocco commerciale gli Stati Uniti…
In più, ci sembra evidente che questa situazione sia stata facilitata da un sistema di trattati europei “disegnati” su interessi ben poco comunitari e molto nazionalistici. Col risultato che risulta “davvero europeo” ciò che fa più comodo ad un solo paese: quello che più ha beneficiato di un certo orientamento strategico, economico, ideologico.
Buona lettura.
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Questa cartina spiega meglio di mille parole il dominio economico tedesco sull’Europa
Vittorio Da Rold – da Business Insider
Il dominio tedesco in Europa non potrebbe apparire più esplicito e immediato in questa cartina di reddit.com che segnala il maggior partner commerciale per ciascun paese europeo.
Certo che la Germania, il maggior paese per abitanti (82,7 milioni rispetto ai 61,8 dell’Italia) e la locomotiva d’Europa (Pil pari a 3,677 migliaia di dollari rispetto ai 2,073 migliaia di dollari dell’Italia) sia il maggior partner commerciale di Francia, Gran Bretagna, Italia, Turchia, Paese nordici e Paesi dell’est Europa non stupisce più di tanto, ma l’immagine complessiva fa comunque impressione.
Qualcosa però nel frattempo è cambiato. I cinque principali istituti di ricerca tedeschi, Ifo, Ivw, Diw, IfW e Rwi hanno tagliato le previsioni del 2019 allo 0,8% per le stime di crescita tedesca, meno della metà dell’1,9% stimato a settembre, ma il colosso sembra avere le forze per reagire e mantenere lo scettro commerciale in Europa.
Quanto all’Italia solo le vicine Albania e Grecia (‘una faccia, una razza’ anche nel commercio) sono i paesi dove il Bel Paese è primo partner commerciale: un po’ poco tenuto conto che il Pil del 2019 ha toccato quota 2,073 migliaia di miliardi di dollari ancora lontano del picco pre-crisi finanziaria di Lehman Brother del 15 settembre 2008 quando il Pil italiano viaggiava a quota 2,402 migliaia di miliardi di dollari. Il segnale comunque per l’Ice, l’Istituto per il commercio estero, e il Mise, il ministero dello sviluppo economico, è che si possa fare molto di più per potenziare il nostro export soprattutto nei paesi dell’est Europa e in Germania magari copiando il sistema spagnolo di logistica efficiente per trasportare ortaggi e frutta in tempi rapidi in centro e Nord Europa grazie a una rete di aeroporti regionali, alta velocità per merci e automezzi.
Stupisce l’Olanda primo partner commerciale in Islanda (ma probabilmente è l’effetto del grande porto di Rotterdam che rende più efficiente e meno costoso passare dalle sue banchine merci di paesi vicini diretti a Reykjavik) mentre è nella norma il dominio americano in Irlanda (per via della bassa fiscalità societaria pari solo al 12,5% che attira i colossi americani del web della Silicon Valley californiana) e in Germania dove lo Zio Sam resta leader secondo reddit.com.
Ma va segnalato che nel 2016 la Cina avrebbe preso il posto degli Usa, come primo partner commerciale della Germania secondo l’istituto di Statistica federale tedesco.
Fra Cina e Germania, lo scambio merci ha toccato nel 2016 il valore di 170 miliardi di euro; al secondo posto c’è la Francia, con 167 miliardi, mentre gli Usa slittano al terzo, con 165 miliardi. Gli Usa rimangono il mercato maggiore per i prodotti made in Germania: 107 miliardi di euro di merci sono andati negli Stati Uniti. Gli estensori della cartina hanno usato come fonti wikipedia, il libro dei fatti della Cia e altri dati degli uffici statistici nazionali. In ogni caso resta un margine di discrezionalità nella compilazione della speciale classifica che permette qualche scostamento da altri fonti, sebbene il quadro d’assieme sia comunque accettabile.
Ma proseguiamo nella lettura analitica della cartina. La Francia di Emanuel Macron primeggia commercialmente solo nella vicina Spagna con un magro primato a livello continentale. Poca cosa rispetto alle ambizioni politiche dell’Eliseo. La Russia di Vladimir Putin, nonostante non sia molto popolare a quelle latitudini, primeggia in Lituania e in Ucraina per via della vicinanza geografica e i legami economici pre-esistenti la caduta della Unione sovietica quando le economie dell’ex impero sovietico erano molte legate in una catena dei prodotti. In Lettonia il primo partner commerciale è la vicina Lituania mentre in Estonia è la Finlandia ad avere il primato nei commerci.
La Cina di Xi Jinping, invece, è il primo partner di Mosca sebbene superata secondo altre fonti economiche dalla Germania che però ha frenato a causa delle sanzioni economiche deliberate da Washington e la Ue dopo l’occupazione russa della Crimea.
Quanto al Portogallo non stupisce che il primo partner commerciale sia la vicina Spagna nel segno della comune appartenenza alla penisola iberica.
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