Dalle mele alle patate, l’aumento dei prezzi per i consumatori cresce ad un tasso superiore di 40 volte quello dell’inflazione
A lanciare l’allarme è la stessa Coldiretti che cita i dati Istat relativi al mese di marzo.
Uno squilibrio in in atto sul mercato di frutta e verdura, imputabile secondo la Federazione alle difficoltà riscontrate nell’export, alla chiusura delle mense e dei ristoranti e alla mancanza di lavoratori stranieri, fattori che congiuntamente alimenterebbero significative speculazioni.
Incrementi nei prezzi finali di vendita, dunque, quando parallelamente si segnalano le difficoltà riscontrate dai produttori agricoli spesso alle prese con ricavi che stentano a coprire i costi di produzione.
Guardando al carrello della spesa si segnalano aumenti sulla frutta del 3,7%, con punte del 4% per le mele e del 4,1% per le patate, a fronte del dato medio sull’inflazione in discesa allo 0,1%.
“La situazione è drammatica per molti agricoltori con i raccolti, già impoveriti dall’alternarsi di gelo e siccità, per un andamento climatico del tutto anomalo al quale si aggiungono gli effetti della mancanza di almeno duecentomila lavoratori stagionali”, denuncia la Coldiretti.
In merito alla questione, recentemente analoghe criticità sui rialzi dei prezzi erano state evidenziati dalla Codacons che aveva richiesto l’intervento dei Nas contro le speculazioni sui listini.
In Sicilia ad esempio sulla base dei riscontri effettuati dal nucleo operativo del Corpo forestale a fine marzo, era emerso che a fronte di lievi rincari sulla frutta per, invece per gli ortaggi (in particolare per finocchi, broccoli, cavolfiori, fagiolini e zucchine) i prezzi in alcuni casi sono risultati maggiorati anche più del 100%.
Insomma la speculazione non si arresta nemmeno di fronte all’emergenza. Anzi…
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