La pandemia di Covid 19 ha riscritto anche la geografia delle grandi multinazionali. Nella recessione abbattutasi sui paesi a capitalismo avanzato alle prese con le conseguenze economiche della pandemia, c’è chi si è arricchito e chi ha visto precipitare vendite e profitti.
L’area studi di Mediobanca ha analizzato l’impatto della crisi pandemica su 150 grandi multinazionali con un fatturato superiore ai 3 miliardi di dollari all’anno e ne ha ricavato una fotografia che ha cambiato parecchi connotati rispetto alla fase precedente.
A crollare più pesantemente sono state le multinazionali nel settore dei produttori di aeromobili, quelle dell’ Oil & Energy e quelle della Moda. Il confronto è stato fatto con i dati dello stesso periodo nel 2019.
Alcune corporations hanno registrato bruschi cali in tutte le principali voci di bilancio, mentre i cambiamenti nelle abitudini di acquisto hanno, al contrario, prodotto un forte incremento di ricavi per i giganti del Web, della Grande Distribuzione e del Big Pharma. In generale, gli effetti della pandemia nel primo trimestre del 2020 sono stati pesanti specialmente per le aziende che fatturano maggiormente in Asia, in modo particolare nel mercato cinese.
Avendo come parametro il fatturato, nell’emergenza pandemica sono state le multinazionali del WebSoft a crescere maggiormente (+17,4% rispetto al 2019), seguite da quelle della Grande Distribuzione (+9,1%), dalle società farmaceutiche (+6,1%), dal settore dei Pagamenti Elettronici (+4,7%), dell’Elettronica (+4,5%) e dal Food (+3,4%).
Le multinazionali che sono state più penalizzate sono quelle del settore aerospaziale, soprattutto nel settore aeromobili (-22,1%), seguite da quelle dell’energia e del petrolio (-15,9%), da quelle del fashion (-14,1%). Ma brutte cadute si registrano anche nell’Automotive (-9,1%), un pò meno nelle telecomunicazioni (-2,6%). Sono rimasti stabili invece i grandi network dei settori Media & Entertainment (-0,5%).
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