La crescita delle esportazioni italiane in Cina nei primi 6 mesi di quest’anno, secondo la General Administration of Customs, segna +72%, la percentuale più alta dei paesi occidentali, il doppio dell’aumento registrato in media da tutti i paesi europei e 20 punti percentuali in più rispetto agli Usa, che pure hanno siglato un accordo commerciale per diminuire l’avanzo cinese nei confronti di quel paese e aumentare l’import dei suoi beni.
Solo a giugno 2,8 miliardi di dollari, 15,5 miliardi interi in sei mesi, avvicinandosi l’Italia alla Francia che segna complessivamente 19 miliardi primi 6 mesi.
Nel periodo gennaio-giugno del 2019 – il 2020 non fa testo – complessivamente l’export italiano raggiungeva 8 miliardi, ora 15, praticamente il doppio. Il deficit commerciale italiano è di 4 miliardi complessivamente, in diminuzione rispetto agli scorsi anni.
Nonostante la martellante ed ossessiva campagna di stampa contro questo paese, la Cina onora il Memorandum Italia-Cina del 2019. Non badano a queste quisquilie, vedono decenni avanti e ritengono il nostro Paese un partner commerciale di prim’ordine, oltretutto con la popolazione che apprezza il Made in Italy.
Questa notizia non la troverete nel media, tranne classhnsilkroad, di Milano Finanza, che è gemellata con l’agenzia di stampa Xinhua.
Non trovando interlocutori istituzionali e con i media tutti ossessivamente contro, la Cina si limita a domandare prodotti italiani, quando nel 2019 si era detta disponibilissima a rilanciare l’economia del nostro Paese.
Ma siamo colonie Usa e Ue, gli altri possono, noi no. In altri tempi, e con altra gente, i benefici sarebbero stati ancora maggiori.
Limitiamoci a registrare questo incredibile trend, potevamo fare di più se solo avessimo voluto.
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