Il rapporto pubblicato dal Centro Studi di Confindustria stima una crescita del Pil per il 2022 tagliata a +1,9% cioè “con un’ampia revisione al ribasso (-2,2 punti)” rispetto alle stime dello scorso ottobre quando tutti le previsioni erano concordi su un +4%.
Nella prima metà del 2022, quando si dispiegheranno pienamente gli effetti negativi della guerra, anche considerando il +2,3% di crescita acquisita per “l’ottimo rimbalzo dell’anno scorso”, secondo il CsC l’Italia “entrerebbe così in una recessione tecnica seppur di dimensioni limitate ossia con un calo di -0,2% e di -0,5% nei primi due trimestri”.
Il ritorno della crescita economica ai livelli pre-pandemia slitta dal secondo trimestre di quest’anno al primo del prossimo. La previsione per il 2023 è per una crescita del Pil del +1,6%, dopo una previsione di crescita del 2022 vista in calo al +1,9%.
Nell’attuale scenario economico “anche gli effetti positivi derivanti dall’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono a rischio, perché alcuni degli investimenti previsti potrebbero essere di difficile realizzazione ai prezzi attuali”, avverte il Centro Studi di Confindustria.
“Inoltre” – si sottolinea nel rapporto – “la scarsità di vari materiali potrebbe rendere difficoltoso realizzare alcuni investimenti nei tempi previsti. È, quindi, probabile che alcuni progetti debbano essere rivisti alla luce del contesto attuale, affinché il Piano possa essere effettivamente implementato”.
Ma si profila anche un altro punto di caduta, non rilevato come tale dal Centro Studi Confindustria, ovvero che l’impatto economico della guerra in Ucraina sta per trasferirsi nelle cifre e nelle tabelle che il Governo si appresta a inserire nel Documento di economia e finanza. Lo scenario – lo ha ammesso senza mezzi termini il ministro dell’economia Daniele Franco – resta caratterizzato da un’estrema incertezza.
Se questi sono gli scenari delle conseguenze della guerra sulla situazione economica e sociale del paese, occorre inchiodare il governo alle proprie responsabilità: è interesse del paese agire per fermare questa guerra o seguire la strada dell’escalation fortemente perseguita dagli Stati Uniti e dai agenti nella Ue come Polonia e Repubbliche Baltiche? Delle due l’una.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Maurizio+Cirillo
Fuck USA&NATO