Questa è la seconda edizione del libro “Piano contro Mercato”. Vorrei raccontare le sinergie storiche tra il nostro Paese e la Cina, l’Italia della Prima Repubblica e la Cina di Xi. Nel corso degli ultimi due anni alcune tesi hanno trovato conferma, altre sono in fieri, ma il processo va avanti. Mentre noi smantellavamo i pilastri della Prima Repubblica, in primis i colossi pubblici e il Welfare, i cinesi li edificavano.
Il libro, come raccontato, prende spunto da un concetto benjaminiano che trovai nel libro “Parigi Capitale del XIX° secolo”. Questo libro è un’avventura. Alla fine degli anni novanta era introvabile.
Ne parlai con una zia di mia moglie che viveva a Roma, napoletana, un cuore grande di donna e molto spiritosa, come tutti i napoletani. Lei si fece in quattro per cercarlo, girò tutta Roma ed infine lo trovò.
Lo lessi, il concetto era “Hausmanizzazione e lotta di barricata”.
“Hausmanizzazione” dal barone architetto Hausmann, che sventrò i quartieri operai parigini in modo che non si organizzassero più sommosse, appunto le lotte di barricata.
Questo concetto l’ho portato con me per anni, fino al libro, ed ancora oggi è presente. Lo declinai da un punto di vista monetario, e da qui, di classe.
Siamo nel 2022, lo scenario appare lo stesso descritto nella prima edizione del libro. Secondo la vulgata marxista, nel corso degli ultimi 70 anni c’era la triade imperialista Usa-Europa-Giappone, che si spartivano le ricchezze mondiali attraverso guerre imperialiste. Con l’ascesa di Mao nel 1949 arriva una novità.
Il suo Premier Chu En Lai ideò il “Quarto Polo” dei paesi del terzo mondo, anche alternativo, dopo gli anni 50, all’Urss. Il capo dell’esercito popolare di liberazione cinese Lin Biao fu l’attuatore di questa tesi, tragicamente scomparso nei cieli mongoli nel 1971, probabilmente un attentato.
L’idea fu bloccata dopo la morte di Mao e il processo alla “Banda dei Quattro”, che voleva proseguire la strategia terzomondista di Mao. Vinse Deng, che nel 1978 si accordò con gli americani per fare arrivare enormi investimenti industriali – cosa poi avvenuta – anche per delocalizzare industrie americane che avevano a che fare con la lotta di classe dei suoi operai in casa, e per allontanare definitivamente la Cina dall’Urss. Il “tradimento” di Deng lo possiamo inquadrare solo dopo molti decenni.
Forse lui aveva in mente l’industrializzazione del suo paese per colpire meglio il nemico americano, in seguito. Pensava che una popolazione poverissima non potesse fronteggiare l’imperialismo.
Questo tacito accordo andò avanti per decenni, mentre gli americani avevano trasferito tecnologia, managerialità e saperi scientifici ai cinesi. Il genio cinese fu quello di avanzare nel salto tecnologico, da una parte teneva a bada gli Usa attraverso l’acquisto del debito, dall’altra si preparava allo scontro.
I cinesi non ragionano per anni ma per decenni, se non per secoli. Nel 2013 ascese Xi, che prese via via tutti i poteri, lasciando intendere che la Cina non avrebbe seguito il modello occidentale. Xi Ideò la Via della Seta, come mezzo per staccare l’Ue dagli Usa e coprire l’eurasia.
Le vicende ucraine hanno fatto capire alla dirigenza cinese che gli europei, o meglio, la loro classe dirigente, non è disposta a scontrarsi con gli Usa, ci hanno provato negli ultimi anni senza risultati (vedi la Via della Seta italiana abbandonata).
Ora la notizia che l’asse eurasiatico – Russia, Uzbekistan, Kazakhistan, ecc – assieme alla Cina sta progettando una valuta comune ancorata alle materie prime. Inoltre, secondo il Wsj, l’Arabia Saudita starebbe considerando di vendere il suo petrolio alla Cina in yuan. Oltre a ciò, India e Russia si sono accordati per gli scambi in rupie e rubli avendo come intermediario lo yuan.
Nel libro “Piano contro Mercato”, alla luce della Via della Seta, sostenevo che vi era uno scontro tra asset inflation occidentale e “lotta di barricata” da parte dei cinesi attraverso la Pboc, la loro banca centrale. Questa “lotta di barricata” sta accelerando in maniera impressionante con le notizie appena riportate.
La “lotta di barricata” del “Quarto Polo” si sposta dunque nel lato monetario e finanziario, con sconvolgimenti mondiali. Un processo da tenere in mente per vedere gli sviluppi ucraini, il cui fuoco è stato appiccato dagli occidentali proprio per questi motivi, non vogliono rinunciare al privilegio finanziario dell’asset inflation, che tra l’altro non garantisce benessere alle loro stesse popolazioni, come ben sappiamo noi italiani da decenni.
Sia la prima che la seconda edizione del libro sono state riviste dalla diciannovenne salernitana Chiara Anderlini, che ringrazio finalmente nella seconda edizione. Vedere giovanissime appassionate di correzione bozze è stata per me una sorpresa. Chissà, magari, se il libro venisse attenzionato all’estero, punterei per la traduzione ancora su Chiara. Sarei felice io e sarebbe felice lei.
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