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Asia versus Europa. Sanzioni e geopolitica del gas cambiano la mappa del mondo

L’India continuerà a comprare petrolio dalla Russia e intende anche aumentare le importazioni di gas liquefatto. New Delhi dunque ha chiuso la porta a ogni forma di collaborazione con le potenze del G7 nelle sanzioni contro Mosca. Ne riferisce oggi il Sole 24 Ore facendo parlare il ministro indiano Shri Herdeep Singh Puri in visita al Gastech di Milano.

“Abbiamo avuto discussioni sul tema col G7 ma le decisioni le prendiamo in base ai nostri interessi nazionali e noi dobbiamo assicurare disponibilità costante di combustibili a prezzi abbordabili”, ha dichiarato Singh Puri. “I governi eletti democraticamente rispondono prima di tutto al loro elettorato – ha rincarato il ministro indiano – “Non voglio intromettermi nelle vicende di altri Paesi, come la Germania, ma il fatto è che se i prezzi dell’energia sono alti non si rischia solo inflazione, ma anche una recessione con la R maiuscola”.

Il ministro indiano per l’energia ha messo il dito sulla piaga, evidenziando il rischio – sempre più forte – che nella crisi ciascuno pensi a salvare soprattutto se stesso: una tentazione che sale anche all’interno dell’Unione europea, dove non tutti soffrono nella stessa misura l’impatto di uno shock energetico che ogni giorno assume proporzioni più drammatiche.

A Vladivostok intanto è in corso il Forum Economico Asiatico nel quale è intervenuto anche Putin. Secondo il presidente russo i cambiamenti tettonici nel sistema delle relazioni internazionali, hanno fatto aumentare il ruolo dei Paesi della regione Asia-Pacifico e i cui Paesi sono diventati centri di crescita tecnologica e di attrazione mentre la “qualità della vita delle persone in Europa viene sacrificata per preservare la dittatura statunitense negli affari mondiali”.

Al Forum è intervenuto anche il president dell’India Narendra Modi il quale ha affermato che esiste un immenso spazio per la cooperazione tra India e Russia nel campo dell’energia. Ha detto che, insieme all’energia, l’India ha anche fatto investimenti significativi nell’Estremo Oriente russo nei campi del settore farmaceutico e dei diamanti. Di conseguenza e la cooperazione dell’India con l’Estremo Oriente russo è aumentata in vari campi. Modi ha affermato che oggi questa politica è diventata un importante pilastro del partenariato strategico speciale e privilegiato di India e Russia

Un rapporto elaborato dagli analisti del Valdai Group e presentato al Forum Economico Asiatico, scrive che “Entrando in uno scontro diretto con la Russia per l’Ucraina, i Paesi occidentali hanno sottovalutato la portata e la profondità del partenariato strategico sino-russo nella nuova era. Gli eventi degli ultimi mesi hanno smentito le previsioni sulla “fragilità” delle relazioni tra Mosca e Pechino e hanno mostrato una visione strategica comune delle due parti e la loro volontà di sostenersi a vicenda nell’affrontare complessi problemi di politica estera“, affermano gli esperti.

Relativamente alle conseguenze delle sanzioni occidentali sui rapporti tra Russia e Cina, “Gli osservatori ritengono che il ritiro delle più grandi aziende cinesi dal mercato russo non sia irreversibile. Alcune di loro hanno mantenuto la presenza in Russia, anche se su scala ridotta”, afferma il rapporto del Valdai Group. “L’ulteriore pressione sanzionatoria degli Stati Uniti sulla Cina, in particolare, in caso di un aggravamento della situazione intorno a Taiwan, potrebbe rendere irrilevante il timore della Cina di sanzioni secondarie. Per il momento, la Russia coopererà in misura maggiore con la Cina” società di secondo livello, che finora hanno operato principalmente sul mercato interno cinese e quindi sono meno vulnerabili alle sanzioni”.

Parlando al vertice economico asiatico, Putin ha inoltre accusato l’Unione Europea di affamare i paesi più poveri. Il presidente russo ha detto che il pianeta rischia una catastrofe umanitaria senza precedenti perché l’Occidente esporta la maggior parte del grano ucraino nei propri Stati e non nei paesi africani che ne hanno bisogno. “Solo 2 navi su 87 vanno nei Paesi in via di sviluppo, 60mila tonnellate su 2 milioni”, ha affermato Putin che discuterà con il presidente turco Erdogan di possibili restrizioni sulla rotta che porta il grano dall’Ucraina verso l’Europa.

Mykhailo Podolyak, consigliere presidenziale ucraino, ha detto che non ci sono motivi per rivedere l’accordo sul grano nel Mar Nero e ha definito le parole di Putin come “inattese” e “infondate”.

Sull’emergenza relativa all’esportazione di grano, lo scorso 22 luglio a Istanbul sono stati firmati due accordi distinti: uno sulle esportazioni del grano ucraino e un altro sull’esportazione di prodotti agricoli e fertilizzanti russi. Gli accordi, uno con la firma dell’Ucraina e l’altro con la Russia, sono stati raggiunti con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite e hanno stabilito un corridoio nel Mar Nero per consentire l’esportazione di generi alimentari.

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