A partire dal prossimo primo ottobre le bollette dell’elettricità, sul mercato tutelato, aumenteranno del 60%. La stima è del centro studi Nomisma Energia in previsione dell’aggiornamento delle tariffe di Arera (l’Authority per l’energia,ndr) previsto per domani.
Anche per intercettare in modo immediato le eventuali iniziative nazionali ed europee di contenimento dei prezzi, l’Arera ha deciso di non utilizzare più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all’ingrosso, ma la media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso PSV italiano, aumentando al contempo la frequenza di aggiornamento del prezzo che diventa mensile, non più trimestrale.
Il nuovo metodo, legato alla situazione di emergenza, sarà in vigore fino al termine della tutela gas, ad oggi previsto a gennaio 2023, termine che l’Autorità ha chiesto più volte venga allineato a quello del fine tutela elettrico, previsto per gennaio 2024.
“Prezzi troppo elevati, una guerra in corso ed un chiaro uso del gas come leva geopolitica ci chiamano ad interventi straordinari, per cercare di garantire la difesa del consumatore e la sicurezza della fornitura – afferma il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini – Il ricorso ad un meccanismo più dinamico di formazione del prezzo permetterà di non trasferire al consumatore i costi di copertura del rischio e di trasferirgli invece, immediatamente, i vantaggi derivanti da eventuali decisioni, come il tetto al prezzo del gas, che si dovessero assumere a livello europeo”.
“L’intervento adottato, pur non potendo agire strutturalmente sugli eccezionali livelli dei prezzi di mercato, mira a rendere più sicure le forniture ai consumatori” – scrive l’Arera – “Le perduranti tensioni geopolitiche, infatti, hanno acuito le incertezze sulla disponibilità di gas dalla Russia, aumentando le criticità per i venditori nel reperire sui mercati all’ingrosso il gas necessario a soddisfare i propri clienti, anche domestici, per il prossimo anno termico che parte dal 1° ottobre”.
Dovrebbe tenersi sempre domani il Consiglio dei ministri per dare il via libera a un nuovo decreto teso fronteggiare l’emergenza dei rincari sull’energia. L’esecutivo uscente è a caccia di circa dieci miliardi ma non è detto che si arrivi alla cifra prestabilita.
Si tratta di fondi che serviranno soprattutto per prorogare alcune scadenze, in particolare a beneficio delle imprese. Si va, per esempio, verso la proroga del credito di imposta sulle bollette delle imprese energivore ma anche sulla cassa integrazione per due mesi.
“Senza interventi del governo – ha dichiarato il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli – l’incremento della bollette della luce sarebbe addirittura del 100%”.
Il prezzo dell’elettricità toccherà un nuovo massimo di 66,6 centesimi per Kwh. Per quanto riguarda il gas, alla luce del nuovo metodo di calcolo, l’aggiornamento ci sarà a inizio novembre. In ogni caso, Nomisma stima un rialzo del gas del 70%.
Il nuovo esecutivo uscito dalle elezioni di domenica secondo la Cgia di Mestre “ha già una ipoteca da 40 miliardi di euro e sarà quasi impossibile mantenere, almeno nei primi 100 giorni, le promesse elettorali annunciate in questi ultimi due mesi; come, ad esempio, la drastica riduzione delle tasse, la riforma delle pensioni, il taglio del cuneo fiscale”.
Senza contare, afferma la Cgia, che “se il nuovo inquilino di Palazzo Chigi vorrà intervenire con ulteriori provvedimenti per mitigare il caro energia saranno necessari altri 35 miliardi di euro per ridurre di almeno la metà i rincari che si sono abbattuti quest’anno su famiglie e imprese”.
Il governo uscente deve presentare la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef), mentre spetterà al nuovo esecutivo redigere entro il 15 ottobre il Documento programmatico di bilancio (Dpb) ed entro il 20 ottobre il disegno di legge di bilancio. Scadenze, queste ultime due, che quasi certamente non potranno essere rispettate, visto che la prima seduta delle nuove Camere è stata fissata il 13 ottobre. Anche approvare in tempo la finanziaria 2023 non sarà facile: per legge il voto definitivo deve avvenire entro il 31 dicembre, altrimenti scatta l’esercizio provvisorio.
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