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Crolla l’export, ed era l’unico motore della “crescita” fondata su bassi salari

Ieri è uscito il dato del commercio estero Italia aprile 2023. In calo l’export: valore -5.7% (inflazione 7.6%, prezzi produzione 9.8%), volume -10.7%.

In particolare si osserva un crollo in Germania e Gran Bretagna.

Il dato del volume è significativo perché, in un contesto pluridecennale di export led, il modello sembra fallito, magari in attesa che altri paesi si riprendano. Ma “tu”, secondo questo modello, dipendi da loro, non sei autonomo, non sei libero; e se loro calano tu crolli.

Come si vede dalla catastrofe dell’export proprio verso la Germania: quasi -9%.

L’export led basato su bassi salari e soprattutto su produzioni tradizionali, tali per cui non occorre innovazione, dunque domanda di ricerca e di lavoratori qualificati che, a sua volta, da 30 anni, blocca l’economia interna.

Quindi, nel 2023, come nella prima decade 2000, hai le due gambe ferme, e il tutto si regge su americani, asiatici, europei che visitano il Bel Paese dopo tre anni di pandemia e che sembra aver portato la popolazione mondiale a viaggiare, per sfuggire alla paura della morte che ha albeggiato in questi anni, o al senso di chiusura.

Ciò porta a domanda di lavoratori a bassa qualificazione che, a loro volta, non sostengono la domanda interna a causa dei bassi salari.

Si è tentato nel 2019 di rianimare i consumi interni tramite il Rdc e per un pò ci si era riusciti; una buona parte di popolazione povera, prima esclusa, riusciva, tramite un assegno mensile di circa 750 euro, a sostenere i consumi di massa.

Era una misura che costava 9 miliardi, certo anche facile alle truffe, anche a gente che non ne aveva diritto; ma andava al sodo, la popolazione povera partecipava alle sorti economiche del Paese, oltretutto non accettando, avendo una contropartita di reddito universale, lavori infami.

In più il pluridecennale export led ha portato al collasso demografico e all’esodo di circa 8 milioni di lavoratori italiani all’estero, spesso qualificati.

Dunque, il modello italiano, basato su prodotti tradizionali e su servizi all’utenza internazionale, centrato su bassi salari, con crollo demografico, nel 2023 ha le due gambe inchiodate.

Meloni viene dalla tradizione fascista dell’intelligente Ugo Spirito degli anni Trenta, basata sul corpora, sull'”unità dello spirito della Nazione“, sull’”unione fra capitale e lavoro”, sul senso progressivo dell’industria pubblica grazie a Beneduce, ripreso da Fanfani in una sorte di “terza via democratica” (ovviamente, non blairiana), che è alla base del “miracolo economico”, spinto tra l’altro dalla lotta di classe e dalla crescita salariale.

Ma l’ansia di legittimazione verso Bruxelles e Washington non le farà prendere questa strada.

Quel percorso del resto si ferma a partire dalla metà degli anni Settanta: il padronato, impaurito, passa alla controffensiva e diventa feroce, fino ai giorni nostri, lasciando morti, ferii, povertà, miseria, distruzione delle basi economiche, produttive, scientifiche, culturali e sociali del Paese.

Meloni perciò finge di riprendere concetti di Ugo Spirito: in un contesto accettato di plusvalore assoluto, concede fringe benefit e tassazione ridotta della produttività (solo in ambito privato, però), vara il cuneo fiscale a spese dell’Inps, decide un piccolo ammortizzare familiare sulle bollette (solo temporaneo).

Ma per il resto, si è “dovuta adattare”: l’èlite transnazionale, in un contesto di guerra, ha messo in fila i governi Nato, non lasciando spazi e facendo capire che qualsiasi mossa autonoma sarebbe per loro stata deleteria (vedi North Stream).

Dunque, russofobia, cinofobia, guerra continua ai poveri, ricatto Mes, atlantismo, esser supino nei confronti di Confindustria.

Ora ci troviamo le due gambe ferme, mentre il crollo dei volumi export pari a 10.7% lascia presagire l’inverno produttivo.

Per quanto riguarda noi l’inverno, o l’inferno, dura da 50 anni e sembra non aver fine.

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10 Commenti


  • giorgino

    e anche facile immaginare che, a causa del allentamento attuale, un paese come la germania, cerchi di ” migliorare” le sue catene di approvigionamento, rivolgendosi a paesi a costo del lavoro ancora più basso, le crisi portano in genere anche a questo tipo di ristrutturazione. ( qui a nostro danno). Ed il governo attuale che fa? rinuncia a fare investimenti col pnnrr, e da a zelenskj i soldi di questo strumento che dovremo comunque ripagare, dovevano fare prima gli italiani (comunque concetto criticabile) ed invece hanno fatto prima Zelenskj. Ed i nostri anziani, con il caldo torrido che si preannuncia, moriranno in grosse quantità per il collasso cardiocircolatorio portato dal caldo eccessivo, non potendo accendere il condizionatore perché abbiamo dato a zelensko i soldi per lo sconto sulle forniture di corrente


  • Luca Parmitano

    e dire che questo governo combatte questo disastro con i vaucer,e desolante e mortificante essere governati da questi principianti allo sbaraglio!!!


  • Terenzio Longobardi

    Oltre al reddito di cittadinanza, stava funzionando bene il superbonus edilizio con cessione del credito o sconto in fattura. Una parte consistente della crescita del PIL e di conseguenza la riduzione di quasi dieci punti del rapporto debito – Pil era dovuto a questa geniale applicazione di moneta fiscale.
    Naturalmente, i poteri europei non potevano tollerare margini di sovranità per un Paese da tenere costantemente sotto ricatto. Così hanno ordinato e Meloni ha ubbidito, chiudendo la cessione del credito.
    Da notare che reddito di cittadinanza e superbonus con moneta fiscale sono stati promossi dai Cinque stelle, il partito meno obbediente ai poteri internazionali.


  • Luca

    Ebbene sì, i provvedimenti del secondo governo Conte funzionavano, nonostante una pandemia secolare.le disuguaglianze erano realmente combattute e il sistema paese cresceva.
    Ma questa è la destra….no visione, no progresso , accentramento di favori agli amici e redistribuzione al contrario. Ma se la nave affonda non si salva nessuno….povera Italia.


  • Stefano Pozzi

    buongiorno ho 60 anni e ne ho passati trenta all’estero, cioè in Europa Occidentale tutta (tranne penisola Iberica e Grecia, solo Nord Europe); ho la mentalità nordica e non quella che avete qui in Italia, e NON la cambio, perché? perché DOVETE cambiarla voi altrimenti NON cambierà mai niente in sto paese ma proprio nulla!!! PS: finché c’è il Vaticano con i suoi….si salvi chi puo’! un abbraccio affettuoso da un rimpatriato deluso e amareggiato: che gran peccato!


  • Nicola Accordino

    qualcuno a sinistra si svegli perché rischiamo di fare la fine della Turchia


  • Vincenzo moretti

    francamente trovo l’articolo e i commenti di un qualunquismo ed una pochezza straordinari.si parte da un dato,obiettivo e inconfutabile, quale quello della nostra dipendenza totale dell’export.e’ l’unica nostra fonte di liquidità in quanto per il resto,lasciamo perdere.tutte le nostre risorse interne sono dirottate in un welfare senza senso e senza futuro,tutto dedito all’assistenza alla persona ,che non ci possiamo permettere ma che nonostante ciò continuiamo a foraggiare.l’85% del bilancio dello stato se ne va in dprse sanitarie.gli unici che in questo paese godono sono i medici che a questo punto rifiutano anche il posto pubblico.cosa volete che rimanga?soldi per innovazione?ricerca?infrastrutture?modernizzazione?zero.siamo la patria delle badanti che prendono i soldi e li portano all’estero.e cosa c’entra la meloni?l’Europa sta portandoci verso il baratro,ma non ce ne accorgiamo.vincoli su vincoli senza senso che penalizzano solo noi.no caldaie,no macchine a motore endo.ha un senso?e allora perché non vietiamo alla Norvegia di estrarre petrolio?perché non vietiamo all’olanda di commerciare gas.nessuno al mondo ha rinunciato al petrolio e noi che siamo i morti di fame del mondo dovremmo farlo?questo non diminuirà di un grammo le emissioni ma anzi le aumenterà perché i paesi che si stanno arricchendo dei brics aumenteranno il loro grado di benessere ed il numero di nuovi consumatori di petrolio senza alcun rispetto per l’ambiente.


  • Carlo

    L’industria italiana incapace di innovazione? Dimenticate che l’esport è soprattutto di componentistica finr, di cui abbiamo la maggior manifattura europea. Il calo dell’esport è dovuto prevalentemente al rallentamento della manifattura tedesca, non all’ipotesi fa voi sostenuta che le grandi aziende europee vanno a cercare prodotti a prezzi più bassi in Paesi terzi, anche perché i costi dei trasporti sulle lunghe sono aumentati in modo esorbitante. Vediamo gli stessi dati fra tre mesi e poi ne discutiamo.


  • giorgino

    calma con l’ esaltazione dei 5 stelle, il reddito di cittadinanza, diceva di Maio, aveva come scopo creare lavoro, ma a questo modo, cioe’ subordinare ideologicamente il diritto al reddito vitale alla creazione di lavoro, ha significato dare alla destra meloniana un formidabile assist : il reddito di cittadinanza non ha eliminato la disoccupazione, ed allora il reddito di cittadinanza va eliminato.
    Di Maio sembrava voler giustificare il suo provvedimento agli occhi dei moderati, e non ne faceva, come avrebbe dovuto, un momento di riscossa e di presa di coscienza, rispetto alla espropriazione capitalistica che ti toglie tutte le risorse per costringerti a svendere ancora più la tua forza lavoro . Una presa di coscienza funzionale ad una più generalizzata piattaforma di classe. Solo un movimento più esteso avrebbe potuto difendere il reddito di cittadinanza, ma a ciò tarpo’ le ali lo stesso di Maio, dicendo al comizio di chiusura dei 5 stelle a Milano (2018) “Ci hanno messo l’uno contro l’altro; disoccupati contro pensionati, nord contro sud, capitale contro lavoro”

    con una siffatta piattaforma interclassista, non riconoscendo gli interessi strutturalmente diversi tra capitale e lavoro ( più arretrato perfino dei socialdemocratici), chiaramente prevale ideologicamente e politicamente il lato più forte, cioè il capitale. Per giunta nella sua forma più arretrata ed incapace di economie di scala, ovvero nella forma difesa dal governo Meloni.

    Certi commentatori imparino dagli errori fatti, solo la lotta paga, gli accomodamenti opportunisti rinforzano le forze della reazione ed il carrierismo alla di Maio (Ue e nato lo hanno fatto diplomatico in Egitto)

    Certi commentatori pressappochisti poi, dovrebbero spiegare se i soldi del pnnr andavano spesi per migliorare le infrastrutture, quindi la produttività aggregata, o se sora Giorgia ha agito bene rifiutandoli, ma e togliendo il reddito di cittadinanza e mandando tanti soldi a zelenskj, così da costringere i proletari italiani ad accettare le condizioni schiavistiche e sottopagate necessarie al nanismo delle imprese italiane, laddove un uso reale del pnnr avrebbe potuto costituire l’ inizio di una stagione di crescita dimensionale delle imprese . ma al di là del breve periodo, il capitale piccolo o grande e in crisi di accumulazione, la guerra in Ucraina ne e la riprova


  • Fabius in fabula

    Un apprezzamento per Vincenzo Moretti, unico fautore di un commento sensato e logico, dopo una ridda di commentini degni dell’articolo sgangherato e polarizzato che li precede. Forse nessuno si è accorto che le misure populiste del M5S hanno fatto esplodere il debito pubblico e che questo ci condiziona PESANTEMENTE coi creditori, tanto da far saltare un primo ministro (2011) e da omologare il governo Meloni ai precedenti.

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