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BRICS. In apertura Lula proporrà una criptovaluta comune in alternativa al dollaro

Alla vigilia del vertice Brics, a Johannesburg, il presidente del Brasile Luiz Inazio Lula da Silva – che interverrà all’apertura dei lavori – propone una moneta unica contro il dollaro. E mette in chiaro, con gli altri Paesi del vertice, Russia, India, Cina e Sudafrica, che l’idea ha lo scopo di “consentire maggiori scambi senza dipendere dalla valuta di un Paese terzo”, ovvero il dollaro americano.

Il messaggio è chiaro: i Brics, che valgono un quarto della ricchezza mondiale e contano il 42% della popolazione, non vogliono più essere considerati il blocco di serie B, ma una piattaforma da cui veicolare un’alternativa alla via occidentale di sviluppo.

Lula intende mettere in chiaro, con gli altri Paesi del vertice, Russia, India, Cina e Sudafrica, che l’idea ha lo scopo di “consentire maggiori scambi senza dipendere dal dollaro americano”.

Il lancio di una moneta comune da parte dei Brics potrebbe significare il crollo del dollaro, come sostiene il co-fondatore di Rich Dad Company, Robert Kiyosaki. “Uno dei più grandi cambiamenti nella storia del mondo avverrà il 22 agosto 2023. Le nazioni Brics stanno tenendo una conferenza a Johannesburg per creare la propria valuta d’oro. Cosa significa questo per il dollaro Usa?”, si è chiesto l’esperto, secondo quanto riporta la piattaforma finanziaria Investing.com. Per Kiyosaki – che aveva previsto il tracollo di Lehman Brothers nel 2008 – se i Paesi Brics “adotteranno una criptovaluta lastricata in oro il dollaro sarà fritto”.

Nelle ultime settimane si sono susseguite le voci sul lancio di una nuova valuta lastricata in oro da parte dei Brics. Secondo alcune indiscrezioni, potrebbe chiamarsi R5, dalle iniziali delle cinque valute del gruppo (real, rublo, rupia, renminbi e rand).

Il prof. Luciano Vasapollo, decano di economia alla Sapienza, commenta favorevolmente la proposta di Lula e ricorda che esistono monete digitali non speculative ma al servizio di economie nazionali solidali, come nel caso del Petro in Venezuela. “La digitalizzazione di una valuta traballante – ha spiegato Vasapollo conversando con FarodiRoma – non basta a renderla appetibile per investitori o creditori stranieri, ma l’arrivo di questi nuovi mezzi di pagamento, slegati dalle banche centrali, permette di utilizzare la moneta per indirizzare l’economia a sostegno di uno sviluppo sostenibile e solidale”.

In proposito Vasapollo ricorda che “le criptovalute sono valute che non sono legate ad una banca centrale, ma sono create con un algoritmo informatico piuttosto complicato, quindi possiamo definirle come valute fuori dal controllo dei circuiti convenzionali, almeno se utilizzate in una chiave di cooperazione al di fuori della logica imperiale”.

“Dal punto di vista dell’approccio marxista si potrebbe anche obiettare – aggiunge il docente della Sapienza – che le criptovalute non sono collegate alla produzione reale e anche in questo momento la moneta non è completamente collegata alla produzione reale, poiché le banche centrali possono decidere autonomamente se aumentare la quantità di denaro circolante”.

In questo specifico momento storico, per coloro che cercano di perseguire obiettivi antimperialisti e la trasformazione del mondo in chiave socialista, sembra necessario focalizzare l’attenzione sull’importanza che l’accumulazione e la gestione di fittizi capitali ha acquisito su scala internazionale.

“L’obiettivo centrale – secondo Vasapollo – è la formazione di una visione comune nell’idea di creare una comunità e un’umanità con un destino condiviso considerando gli sforzi congiunti per creare condizioni favorevoli per l’espansione delle attività commerciali, economiche e di investimento, ovvero lo sviluppo dei gruppi. l’economia ad alta tecnologia, la modernizzazione di varie industrie, l’attuazione di progetti per lo sviluppo dei trasporti, dei trasporti e della logistica, dell’energia, dell’agricoltura, dell’informazione e delle comunicazioni e di altre infrastrutture. Tutto ciò nel tentativo di rafforzare la competitività economica degli Stati membri, anche colmando il divario tecnologico tra paesi, migliorando il livello e la qualità della vita della popolazione degli Stati membri dell’Organizzazione.

Secondo Vasapollo, “le criptovalute possono giocare un ruolo fondamentale in un sistema che vuole affrancarsi dal controllo delle banche centrali sul denaro”, un elemento importante, in quanto se il potere politico sulle banche centrali non sembra quasi mai efficace, viceversa spesso le banche centrali hanno influenzato i governi.

Intanto Johannesburg inizia a vivere l’atmosfera del vertice BRICS. In molte strade si vedono già manifesti con simboli Brics e la polizia ha aumentato la sicurezza nell’area dell’International Conference Center, dove si incontreranno i leader.
La delegazione che accompagna Lula a Johannesburg comprende la presidente della BRICS Novo Bank Dilma Rousseff, i ministri Mauro Vieira (Affari esteri), Fernando Haddad (Finanze), Anielle Francisco da Silva (Uguaglianza razziale) e il consigliere speciale Celso Amorim.

Decisiva la presenza presenza al vertice di Xi Jinping volato in Sudafrica per quella che è la sua seconda missione all’estero dopo la visita a Mosca.

Secondo gli analisti il viaggio di Xi in Sudafrica è anche una risposta al presidente Usa Joe Biden, che venerdì ha ricevuto a Camp David i leader di Giappone e Corea del Sud per cementare la cooperazione militare contro le provocazioni nordcoreane e l’assertività della Cina, responsabile di “comportamento pericoloso e aggressivo” nel mar Cinese meridionale. Essere a Johannesburg per il leader cinese rappresenta quindi un’altra opportunità per portare avanti la sua visione di un ordine mondiale alternativo agli assetti occidentali a guida Usa, resa sempre più esplicita dalla polarizzazione alimentata dalle tensioni geopolitiche per la guerra in Ucraina.

La strategia è confermata anche da fonti di Pechino al Financial Times, secondo cui l’intenzione cinese è quella di fare pressione sugli altri Brics per diventare un blocco rivale del G7. In effetti, per i Brics è una prospettiva reale superare i fatturati complessivi del Gruppo dei Sette, e farlo per servire gli interessi economici dei Paesi in via di sviluppo invece di sfruttarli.

*Il Faro di Roma

 

 

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