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L’inflazione alimentare ormai mette in allarme anche la BCE

Sul nostro giornale abbiamo seguito almeno mese per mese l’andamento dell’inflazione, e soprattutto di alcune sue componenti, quelle che insistono con più pesantezza sulle classi popolari: il cosiddetto carrello della spese, i generi alimentari, i beni consumati ogni giorno. Ormai la loro dinamica più ‘calda’ rispetto al rincaro generale dei prezzi ha messo in allarme anche la BCE.

Circa una decina di giorni fa Isabel Schnabel, membro del consiglio direttivo della BCE, aveva sottolineato, nel corso della riunione dei capi economisti della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), che “l’inflazione dei prezzi alimentari sta riaccelerando, ponendo rischi alle aspettative di inflazione dei consumatori.

Per essere precisi, stando ai dati Eurostat i prezzi di cibo e bevande si sono leggermente ridotti tra luglio e agosto, ma l’inflazione che li riguarda rimane comunque più alta degli indici generali. Inoltre, se prendiamo il caso italiano, la sua dinamica è invece in accelerazione, e perciò è vero quel che dice l’economista tedesca: ciò potrebbe colpire l’ancora debole domanda interna.

Ieri è uscito uno studio sul blog della BCE, specificatamente dedicato al ruolo dei prezzi alimentari negli andamenti dell’inflazione nella zona euro. Quello che emerge conferma le preoccupazioni espresse in passato, e le denunce che dal nostro giornale abbiamo sempre fatto: la crisi economica continua senza freni, e colpisce soprattutto chi vive del proprio lavoro.

È lo stesso studio a spiegare perché questa componente dell’inflazione è molto importante: “in primo luogo, il divario che si è creato tra i prezzi dei prodotti alimentari e quelli complessivi è molto più ampio e persistente rispetto al passato. In secondo luogo, i prezzi dei prodotti alimentari influenzano tutti in ogni momento e quindi influenzano anche le aspettative di inflazione. In terzo luogo, gli aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari colpiscono più duramente le famiglie più povere rispetto alle altre“.

L’analisi dei numeri, effettuata da tre economisti, ha permesso di calcolare che “per mettere in tavola un pasto, i consumatori pagano circa un terzo in più rispetto a prima della pandemia“. In particolare, la carne di manzo, pollame e maiale costa oltre il 30% in più rispetto alla fine del 2019, il latte circa il 40%, il burro circa il 50%.

Anche il costo di altri beni consumati giornalmente, come caffè, olio d’oliva, cacao e cioccolato sono aumentati persino di più. Gli studiosi affermano che “l’andamento dei prezzi dei prodotti alimentari rappresenta una sfida importante per la BCE nel suo perseguimento della stabilità dei prezzi“, ovvero il nodo che ha segnato la politica dei tassi negli ultimi mesi.

Questa sfida non riguarda solo problematiche cicliche, o l’aumento che c’è stato dei prezzi energetici, che si è poi scaricato sul cibo. Una delle cause dell’inflazione per gli alimentari – che, tra l’altro, è previsto avrà un impatto sempre maggiore – è il cambiamento climatico: per fare un esempio, la siccità che ha colpito la Spagna meridionale nel 2022 e nel 2023 ha fatto alzare il costo dell’olio d’oliva.

Riassumendo la questione con uno sguardo che cerca di andare oltre la fase specifica, appare chiaro come sia l’intero modello di sviluppo occidentale a mostrare sempre maggiori segni di fallimento, dal punto di vista della capacità di garantire il minimo indispensabile di vita, sia che si tratti di un reddito sia che si tratti del cibo da portare in tavola. Mentre persino l’ambiente viene distrutto.

Il problema non verrà dunque risolto dal taglio o dall’aumento dei tassi di interesse, ma solo da un profondo cambio di rotta sistemico.

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1 Commento


  • Mario

    Io rimetterei l’uomo al centro, o meglio l’umanità e l’ambiente in cui vive. Un nuovo umanesimo al posto di parametri, finanziarie, agenzie di rating e tutto ‘sto mondo matematico che, guarda caso, dagli anni 80 ad oggi ha sempre avvantaggiato i pochi ricchi a discapito di una maggioranza che si divide e perde tra astensione e “male minore”.

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