Anche se il cielo oggi è grigio Coriano appare fiera ed ospitale.
Coriano oggi piange il suo figlio più rappresentativo, si stringe in una emblematica comunione di dolore.
Marco Simoncelli qui era “Il Campione”, era il”SIC”; il suo numero, il 58, campeggia dapertutto, lo vedevano sfrecciare da quando era un “burdell” (un ragazzino).
In Romagna si comincia presto a correre, “Donne e mutur, Gioia e dulur”, gli ottani scorrono nelle vene e al posto del cuore molti hanno un carburatore.
Coriano è un paese come tanti in Italia; un’ Italia molte volte messa da parte, retrocessa a “Italia Minore”. Eppure, questi paesi sono la spina dorsale dell’ italico stivale; da qui ogni mattina si parte quando ancora non si distingue la linea che separa la terra dal cielo, si và a lavorare in città e si torna quando il sole varca l’Appennino e sparisce.
Il paese lo vivi la domenica, quando prende forma e colore; un caffè, una pasta, due sacche con il barista ,per qualcuno la messa delle 11:30, e soprattutto il tributo alla vera religione da condividere con tutti emblema di comunione mistica, scambiatevi un segno di pace… e non rompete i maroni: c’è il moto GP.
Ci si metteva lì, seduti con salatini e brustolini da una parte e lo spritz o il frizzantino in mano e VIA a seguire con gli occhi quella bandiera a scacchi sventolare l’inizio.
Era con orgoglio che si vedeva sfrecciare sugli asfalti del mondo il SIC; “era uno di noi”,semplice, orgoglioso e sopratutto un “Gran sburron”.
In migliaia oggi gli rendono omaggio, chi con una rosa chi con un biglietto.
Il SIC è sfrecciato via forse troppo in fretta dalla vita ma lo ha fatto a modo suo; era la sua vita, è stata la sua corsa.
Forse domani quel bar sarà un pò più triste e Coriano per migliaia di italiani ricorderà un’ “Italia minore” che ha partorito un’ eccezionale figlio e ad ogni rombo di moto ci voltereno cercandolo.
Ciao Campione.
Ciao SIC.
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