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Tunisia: funerali di rabbia per l’ambulante suicida

Centinaia di persone hanno partecipato oggi alle esequie del giovane venditore ambulante che si è dato fuoco martedì a Tunisi, trasformando il corteo funebre in una manifestazione contro il partito islamista al potere, Ennahda. I funerali di Adel Khazri, 27 anni, si sono svolti nella piccola località di Souk Jemaa, nel nord ovest della Tunisia, il giorno in cui il nuovo governo dell’islamista Ali Larayedh deve entrare in carica e tentare di risolvere una crisi politica, sociale e instituzionale.
Genitori, amici e parenti del defunto hanno gridato la loro rabbia prima davanti alla modesta abitazione della madre di Khazri, poi durante il corteo. “Ennahda vattene” hanno scandito gli abitanti di questo villaggio situato in una zona isolata del Paese. Decine di giovani in seguito sono saliti a bordo di macchine per andare a manifestare nella capitale regionale, Jendouba, contro la miseria e la disoccupazione in questa regione molto povera. Khazri, che cercava di mantenere la famiglia, vendendo sigarette per strada, si è dato fuoco martedì scorso sull’avenue Habib Bourguiba di Tunisi, culla della cosiddetta “rivoluzione dei Gelsomini” del gennaio 2011, una rivolta innescata da un altro ambulante che anche lui si era dato fuoco perché oppresso dalla miseria e perseguitato dalla polizia.

Due anni dopo povertà e disoccupazione continuano a imperversare in Tunisia. In questo contesto, scioperi, manifestazioni e conflitti sociali si sono moltiplicati negli ultimi mesi. Soprattutto dopo l’assassinio, attribuito ai salafiti in collaborazione con alcuni ambienti interni ad Ennahda, del leader comunista Chokri Belaid. 

Nel frattempo proprio oggi l’offensiva della corrente salafita tunisina per conquistare quanto più spazio possibile nel Paese nordafricano ha trovato una conferma ulteriore nella denuncia di un deputato laico che ha registrato un sermone in cui l’imam della moschea dell’Assemblea costituente si é scagliato con violenza contro la democrazia ed il rispetto del volere della maggioranza. A denunciare l’episodio – di cui ha esibito un nastro audio – é stato il deputato della Costituente nonché segretario generale del Movimento del Popolo Mohamed Brahmi. Nel nastro, in occasione della preghiera del venerdì – che é la più importante della settimana, toccando tradizionalmente temi non solo religiosi -, l’imam della moschea ha detto che la democrazia e il rispetto della maggioranza sono contrari alle disposizioni dell’islam. 

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