Sette Tour de France vinti in maniera spesso irridente, ma solo quelli e un mondiale in gioventù, prima che un tumore lo aggredisse senza perlatro abbatterlo. Molti si erano interrogati su queste anomalie (la stagione dei ciclisti è, come ogni altra nello sport contemporaneo, segnata da scadenze regolari e prevedibili; si può puntare ad andare più forte ad inizio o fine stagione, ma nessun corridore di livello punta tutto su una sola corsa l’anno). E s’era fatto strada molto presto il sospetto che il re di Francia fosse semplicemente (oltre che un grande atleta, ovviamente) anche il re del doping. Uno capace di di non farsi beccare, ma anche il più dopato di tutti.
dal Corriere della sera on line i dettagli:
Armstrong perderà i suoi sette Tour. «Revoca dei titoli e squalifica a vita»
L’annuncia dell’Agenzia antidoping Usa dopo la scelta del campione di non opporsi alle accuse di doping
Revoca delle sette, storiche vittorie al Tour de France e squalifica a vita. Si conclude nel modo più triste la strepitosa carriera di Lance Armstrong. L’Agenzia antidoping statunitense (Usada) ha annunciato i drastici provvedimenti nei confronti di uno dei più grandi campioni della storia del ciclismo, dopo che lo stesso Armstrong ha dichiarato a sorpresa di non volersi più opporre all’accusa di aver fatto ricorso per anni a sostanze proibite. Immediata la presa d’atto del boss dell’Usada Travis Tygart: «È un giorno triste per tutti quelli che amano lo sport. Questo è un esempio che spezza il cuore di come la cultura del vincere a tutti i costi, se non controllata, supera la giusta, sicura e onesta competizione». Risultato: via i titoli e stop alla carriera.
«CACCIA ALLE STREGHE» – Armstrong aveva gettato la spugna poco prima in una nota: «Arriva un momento nella vita di ogni uomo in cui si deve dire: quando è troppo è troppo. Per me questo momento è ora. Ho affrontato – scrive Armstrong – le accuse di aver tradito e di aver avuto un vantaggio non giusto nel vincere i miei sette Tour dal 1999. Negli ultimi tre anni ho subito due indagini penali federali in seguito alla caccia alle streghe incostituzionale di Travis Tygart». E ancora: «Io so chi ha vinto quei sette Tour. Nessuno può cambiarlo, soprattutto Tygart». Poi, l’annuncio di quello che resterà il suo unico impegno futuro: «Farò quello che ho iniziato prima di vincere il primo Tour: aiutare le famiglie colpite dal cancro».
L’ACCUSA DI DOPING – Armstrong sostiene che la sua non è un’ammissione di colpa, ma il rifiuto di sottoporsi a un procedimento che ritiene iniquo. L’Usada, invece, è convinta di avere le prove che il campione – 40 anni, ritiratosi definitivamente nel 2011 – ha fatto uso fin dal 1996 di sostanze proibite, compresi Epo e steroidi.
LA WADA – La linea dell’Usada è stata immediatamente sposata dalla Wada, l’Agenzia mondiale antidoping. «Armstrong aveva il diritto di contestare le accuse e ha scelto di non farlo – ha detto il presidente John Fahey -. Il rifiuto significa che le accuse hanno consistenza. In base alle regole, ora possono essere imposte le sanzioni del caso».
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