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Assolti Bellomonte e Morlacchi. Di nuovo

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Finalmente una buona notizia. Come era già accaduto nel primo grado di giudizio, il dirigente politico indipendentista e sindacalista Bruno Bellomonte è stato assolto dalla infamante e infondata accusa di aver contribuito alla rifondazione di una versione bis delle ‘Brigate Rosse’. Una accusa che non stava in piedi ma che è costata al lavoratore siciliano trapiantato in Sardegna anni di persecuzioni, il carcere e il licenziamento da Trenitalia. Per l’assoluzione ha deciso intorno alle 14 di oggi la Corte d’Appello d’Assise di Roma al termine di un nuovo procedimento giudiziario.

Che ha contribuito a smontare parte del fantasioso teorema accusatorio anche nei confronti degli altri imputati nel processo, rivedendone al ribasso le pene comminate in primo grado. La corte presieduta da Mario Lucio D’Andria ha condannato a 5 anni di reclusione Massimo Riccardo Porcile che in primo grado aveva avuto 7 anni e 6 mesi; ha confermato la condanna a 8 anni e 6 mesi per Gianfranco Zoia; ha ridotto a 3 anni e 6 mesi la condanna inflitta a Bernardino Vincenzi che in primo grado aveva avuto 4 anni e 6 mesi.

Sconfitto quindi il teorema accusatorio del procuratore generale Antonio Marini che aveva sollecitato per tutti gli imputati condanne che andavano dai 15 ai 6 anni di reclusione. In nome del fatto che tutti i processati avrebbero tentato di organizzare un gruppo eversivo armato.

Ma oltre a quella di Bruno Bellomonte, i giudici hanno confermato anche l’assoluzione per Manolo Morlacchi e Costantino Virgilio. Del gruppo degli imputati faceva parte anche Luigi Fallico, il romano morto il 9 maggio del 2011 in carcere a causa di un disturbo cardiaco non curato. Nei confronti degli imputati la corte aveva contestato i reati di associazione sovversiva con finalità di terrorismo, la violazione della legge sulle armi e la ricettazione. Alcuni erano accusati di aver organizzato il fallito attentato avvenuto il 26 settembre 2006 alla caserma Vannucci di Livorno, e poi un progetto di attentato contro il G8 previsto nell’isola sarda della Maddalena (ma il vertice poi venne trasferito a l’Aquila da Berlusconi).

La sentenza di assoluzione per Bruno Bellomonte era attesa in Sardegna ed è stata accolta con grande soddisfazione dai compagni di A Manca Pro S’Indipendentzia e da quelli del comitato Libertade pro Bellomonte, reduci dalla manifestazione di Cagliari di questa mattina. 

Scrive Antonello Tiddia, portavoce del Comitato:
“Potete immaginare la gioia del sottoscritto e di coloro che  non hanno avuto dubbi sull’innocenza di Bruno. Noi ci abbiamo messo la faccia, l’impegno ed abbiamo promosso tante iniziative. Io mi sono sempre chiesto: di che cosa è accusato Bruno? Alcuni giornali hanno ripetuto le tesi fantasiose ed incredibili dell’accusa: “bombardare con modelli radiocomandati le navi destinate ad ospitare le delegazioni del G8”. Proprio così, Bruno Bellomonte dispone di un esercito e di una artiglieria capaci di bombardare lo stato maggiore delle maggiori potenze capitalistiche riunite al vertice. Altro che BR e Bin Laden, Bruno Bellomonte stava rifondando l’URSS! Ma dove sono questi cacciabombardieri telecomandati? Dove sono le armi? Dove sono i piani di attacco e di fuga necessari in una operazione militare di questa portata? Dove è la rete di contatti e di relazioni articolata ed operativa per pianificare una simile operazione di guerra? E soprattutto come fa Bruno Bellomonte ad essere contemporaneamente capostazione, sindacalista attivissimo e dirigente indipendentista? Sono felice perché questa sentenza conferma che avevamo ragione noi. Chiudo questo mio comunicato augurando tutto il bene del mondo a quelle due bellissime persone di Bruno e Caterina”.

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