Menu

I “santi” affari di Comunione e Liberazione

La Guardia di Finanza, in base a un decreto della magistratura di Rimini, ha eseguito un sequestro preventivo di immobili e conti correnti bancari intestati alla Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli ossia l’organizzatrice del meeting annuale di Comunione e Liberazione. Un meeting di giovani osannanti tutti gli uomini di potere che vi transitano, e che questi usano come passerella. Un linkage che quest’anno ha suscitato perfino le critiche di un editoriale di Famiglia Cristiana
Secondo l’accusa la Fondazione Meeting avrebbe ricevuto illecitamente 310mila euro di contributi pubblici della Regione Emilia-Romagna, dall’Agenzia turistica di Rimini, della Camera di Commercio di Rimini e del ministero dei beni culturali “inducendo in errore gli enti circa la sussistenza di un passivo di bilancio della stessa fondazione”.

La fondazione avrebbe presentato le richieste allegando rendiconti non veri che riportavano false perdite ottenute utilizzando due vie. La prima in base a un contratto stipulato con una società controllata al 100%, la Evidentia srl, che raccoglie sponsorizzazioni per il Meeting. L’accordo tra le due società costituiva un illecito in quanto artatamente venivano diminuiti i ricavi della fondazione. La seconda modalità è stata l’acquisto di spazi pubblicitari sulla rivista Cdo (Compagnia delle Opere) attraverso la società Cdonet. In questo caso il Meeting ha acquistato 22 pagine pubblicitarie in quattro mesi pagando il doppio rispetto alla tariffa ordinaria. I mancati ricavi e i costi lievitati secondo l’accusa sono stati costituiti al fine di ricavare perdite in bilancio e ottenere i finanziamenti pubblici.
Il sequestro si inserisce nell’ambito di una indagine coordinata dalla procura di Rimini per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Il sequestro è per il valore di 1,2 milioni di euro pari al valore della presunta truffa corrispondente alla somma di 310mila euro moltiplicata per quattro, il numero degli indagati: il legale rappresentante della fondazione, il direttore generale, il responsabile amministrativo e la fondazione in quanto tale. I quattro sono indagati, secondo quanto è scritto nell’ordinanza “per aver avuto gravi e precise responsabilità sia nella ideazione che nella realizzazione di un disegno criminoso che ha permesso al Meeting di ottenere contribuzioni illecite per gli anni 2009-2010”.

E’ la seconda volta in due mesi che l’impero economico e politico di Comunione e Liberazione finisce sotto inchiesta.

Il 16 ottobre scorso, in un’altra indagine, la Gdf di Milano aveva perquisito gli uffici di Rossano Breno, presidente della Compagnia delle Opere di Bergano, e del suo vice, Luigi Brambilla, nell’ambito dell’inchiesta sul caso Nicoli Cristiani. I due sono indagati per corruzione. Le indagini riguardano anche una delibera della Giunta Formigoni relativa a una discarica nel Cremonese. La Compagnia delle Opere è stata fondata da un gruppo di imprenditori e laureati, alcuni dei quali appartenenti al movimento Comunione e Liberazione ed è considerata il braccio economico-operativo dello stesso movimento.

A novembre di quest’anno è uscito un libro molto interessante, “La lobby di dio”, nel quale il giornalista Ferruccio Pinotti racconta attraverso atti e inchieste giudiziarie, testimonianze di ex membri e interviste inedite, una realtà che in poco più di cinquant’anni è divenuta una potenza presente in settanta paesi del mondo, il cui braccio finanziario e operativo, la Compagnia delle Opere, controlla un network di 34.000 imprese e milioni di euro di fatturato.


- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *