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Scene da un’Italia isterica e indifferente

“Vi scrivo per raccontarvi una cosa. Ho sempre apprezzato contropiano anche come pagina di fb. ho condiviso informazioni e notizie contronotizie…… ma oggi ho subito una bruttissima aggressione, in macchina, sono stata menata e picchiata e strappati i capelli da una pazza che è scesa al semaforo e ha manifestato tutta questa violenza semplicemente perchè non ha potuto superarmi. La dinamica è assurda, la macchina è un abitacolo dove tutta la frustrazione si manifesta e diventa violenza bruta. Pensare che come qualcuno ti lampeggia o ti si accosta violentemente per passare devi lasciarlo/a passare perdendo la tua traiettoria, la mancanza di rispetto, la prepotenza…tutto. La persona dietro di me non ha minimamente pensato che non potevo cambiare la corsia soltanto perchè lei andava piu veloce, perchè di li a pochi metri dovevo svoltare. Quello che voleva era comandare, sopraffare e lo ha fatto con tanta violenza e sotto gli sguardi di altre persone che sono rimasti a guardare. Spaventate? indifferenti? non saprei…quello che mi rimane è la sensazione di dolore e paura. Perchè ho deciso di mandare una email a voi? perchè voi parlate di cose per aprire le coscienze, per informare e forse per incitare a una rivoluzione. Che non sarà mai però una R-evoluzione perchè quello che arriva e viene elaborato è che ormai siamo nella merda. Non mi ha stupito che la gente non abbia reagito, mi ha intristito. Si ha paura, e indifferenza ma non soltanto nel confronto con le grandi potenze che ci comandano, ma anche rispetto al vicino di casa, al collega, all’automobilista al tuo fianco…

Anche su fb la gente è sola (in una virtuale compagnia) e si sfoga e si informa….girano notizie terribili, sempre sconfortanti destinate a sconfiggerci ad annientarci. E non avviene questa rivoluzione perchè l’uomo moderno” non ne è interessato ma soprattutto è schiaffeggiato da troppa negatività, su tutti i fronti. Cosa resta da fare? questo  “sfogo” tra umanoidi sempre più frequente che si annientano tra loro, senza pensare che c’è già chi ci pensa….. Vorrei che ci fossero notizie che facessero sperare e che ridestassero fiducia e voglia di partecipazione a un progetto costruttivo piuttosto che la continua  desolazione che non serve evidentemente a una lotta collettiva , ma a riempirsi di rabbia che diventa poi uno sfogo con chi ti è piu vicino, pur non conoscendolo….pur non sapendo nulla del suo male di vivere. Scusate lo sfogo, appunto….ma vorrei che si sapesse, che oltre al dolore è necessario ridare fiducia o fare qualcosa di concreto, perchè tutto ciò che avviene lo sappiamo e si sa, e forse proprio perchè siamo bombardati su tutti i fronti che non si è più capaci di una vera reazione sana.”

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3 Commenti


  • Viavolturno

    Nella vita sociale italiana di questi anni, la logica che sembra imperare incondizionata e incontrastata e’: se qui chi mena per primo mena due volte bisogna che chi mena per secondo meni meglio e di piu’. Se non mi sbaglio io, ma ci credo poco. E allora a questo punto io mi faccio una domanda: tutti i professori che facevano analisi e interpretazioni anni fa, sui libri, nelle universita’, nei seminari e nei simposi, dove sono finiti? Gli ultimi rimasti nel salotto di porta a porta sono gli unici rimasti? Allora la smettessero di parlare di sarah scazzi e cominciassero a sforzare le meningi per parlare alla gente di cosa succede, se l’hanno capito almeno loro. Altrimenti da qui all’Iraq il passo e’breve.


  • annamaria

    quello che ho pensato dopo, che rivedo negli occhi e che penso è che in macchina metterò uno spray, un cric…. qualcosa con cui difendermi. E sento troppo vicino lo stile e la caduta nelle dinamiche conosciute, raccontate e avvenute nei luoghi non lontani ormai, dove il forte individualismo fa si che la gente ha paura e trova negli altri un nemico da abbattere. Su questo presto si speculerà, sul bisogno che resta di difenderci dalla follia di un sistema che ci annienta. Dobbiamo fare qualcosa, tornare ad essere umani.


  • morlia

    La mia totale solidarietà alla lettrice, non ci sono parole

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