7 arresti domiciliari e 3 perquisizioni, questo sembra essere il bilancio di una mattinata di normale repressione a Milano. Le accuse danneggiamento, resistenza e travisamento, tutti reati compiuti in occasione del 6 Maggio e dello sgombero della libreria occupata Ex-Cuem.
Dopo quella che era stata una giornata di follia, iniziata quando all’apertura gli studenti hanno trovato la libreria irriconoscibile con evidenti buchi nel pavimento, e tutti i materiali spariti, e continuata con l’occupazione di un’auletta, sgomberata nel pomeriggio con la violenza delle cariche della celere, che non hanno esitato ad alzare manganelli sugli studenti all’interno dell’università. Un comportamento assurdo quello del rettore che cerca di risolvere un problema reale di spazi e saperi in università con l’utilizzo della forza, volto a spaventare e reprimere ogni forma di dissenso. Ma la storia dell’ex-cuem, ha anche un lieto fine con la rioccupazione dello spazio, e i lavori di sistemazione, che hanno restituito una risorsa agli studenti.
si a Milano. Sicuramente non basterà qualche misura cautelare a fermare il crescente dissenso.Oggi, arrivano le vendette della polizia, probabilmente ancora scottata dalla figuraccia nazionale fatta quel giorno, quando le immagini dei manganelli sugli studenti sono state viste in tutta Italia, oppure per dare “un segnale” viste le recenti occupazioni che non accennano a fermarsi. Sicuramente non basterà qualche misura cautelare a fermare il crescente dissenso che la crisi sta creando e che piano piano diventa sempre più evidente.
Appuntamento alle 12 in Ex-Cuem!
(da http://milanoinmovimento.com)
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Da Infoaut
In questo momento le forze dell’ordine stanno murando le entrate del CSA Murazzi. Il centro sociale, che aveva subito pochi mesi fa il sequestro dell’impianto, è al centro di un’azione giudiziaria che ha portato sostanzialmente alla desertificazione completa della zona dei Murazzi del Po, luogo centrale della movida estiva e primaverile per molti giovani torinesi.
Il CSA Murazzi ha risposto a questa azione con fermezza lanciando la campagna Que Viva Murazzi per riuscire a difendere un luogo storico e centrale del divertimento, della cultura e della socialità. Anche dopo il sequestro dell’impianto la musica non si è spenta, si è contestata duramente la scelta tutta politica e non solo giudiziaria di lasciare all’abbandono e allo spaccio le arcate che per molte generazioni di torinesi hanno rappresentato la possibilità di incontrarsi, conoscersi e socializzare. Questa politica di desertificazione puzza di speculazione da molto lontano, i progetti per la riassegnazione delle arcate parlano chiaro, l’obbiettivo del Comune è quello per l’ennesima volta di una “riqualificazione” che in realtà vede solo soldi espropriati dalle tasche dei cittadini e ben pochi pro per gli stessi.
In questo contesto l’anomalia del CSA ancora aperto e ormai da mesi frequentato da migliaia di giovani ogni weekend, vissuto dagli studenti per le feste di fine anno, da artisti e famiglie durante le giornate, è sicuramente una spina nel fianco sia rispetto ai progetti della procura sia rispetto a quelli del comune. Nella città di Torino vantata come “città dei giovani” un centro sociale che costruisce aggregazione, che permette l’accesso al divertimento a tutti a prezzi popolari, che organizza cultura, musica e divertimento in maniera autogestita non ha posto. E’ chiaro che la chiusura degli accessi al CSA di questa mattina ci indica chiaramente come ci sia uno scontro tra due visioni diverse della città di Torino, una, quella che governa malamente nell’era Fassino, che privilegia la speculazione, le grandi opere e i grandi eventi, che taglia sui trasporti, sul welfare, e l’altra che invece costruisce dal basso forme di solidarietà, cooperazione sociale e cultura altra che siano accessibili per tutti. Lo schieramento di polizia notevole che ha accompagnato il sequestro di questa mattina ne è testimonianza.
Certamente non basteranno queste azioni di intimidazione da parte della questura e della procura per chiudere un progetto ormai ventennale come quello del CSA. Non si fermeranno sicuramente adesso le molte inziative che da anni il centro sociale promuove con costanza.
Invitiamo tutti gli amici e le amiche del CSA Murazzi a rispondere con noi al sequestro del centro sociale questa sera alle 21 sotto il monumento di Garibaldi in Corso Cairoli.
I compagni e le compagne del csa murazzi
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