E’ morto alla veneranda età di 100 anni l’ex capitano delle Ss naziste, Erich Priebke. A dare la notizia è stato il suo legale Paolo Giachini, affermando che egli ha lasciato come “ultimo lascito” una intervista scritta e un video, “testamento umano e politico”.
Eravamo sicuri del fatto che l’intervista in questione non avrebbe riservato grandi sorprese, confermando semmai una traiettoria criminale dalla quale il militare tedesco, dal 1998 agli arresti domiciliari (chiamiamoli così) in una delle case del suo avvocato perché condannato per la strage delle Fosse Ardeatine a Roma nel 1944 – 335 morti – non si è mai discostato. Ed in fatti così è stato. Nell’intervista registrata in occasione del compimento dei suoi 100 anni Priebke non cambia idea, non rinnega il suo passato: “Ho scelto di essere me stesso“, dice e, alla domanda se si senta ancora nazista risponde: “La fedeltà al proprio passato è qualche cosa che ha a che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo, i miei ideali, quello che per noi tedeschi fu la Weltanschaung ed ancora ha a che fare con il senso dell’amor proprio e dell’onore. La politica è un’altra questione. Il nazionalsocialismo è scomparso con la sconfitta e oggi non avrebbe comunque nessuna possibilità di tornare”. E poi, ancora, secondo Priebke non solo “nei campi di concentramento le camere a gas non si sono mai trovate, salvo quella costruita a guerra finita dagli americani a Dachau”, ma “c’erano immense cucine in funzione per gli internati e all’interno anche un bordello per le loro esigenze”.
Per lui certo non piangeremo nessuna lacrima, neanche di circostanza. E’ impossibile distinguere il lato umano da quello storico o politico di un personaggio del genere. E non è vero che da morti si è tutti uguali.
Fino alla fine non si è pentito il criminale di guerra nazista, che solo pochi mesi fa, in occasione del suo compleanno, aveva generato polemiche e contestazioni. Raccogliendo attorno a sè inaspettate solidarietà e comprensioni, che la dicono lunga su quanto i crimini di cui si è macchiato il capitano delle SS non siano soltanto ‘un fatto storico’.
Su di lui, purtroppo, nei mesi e negli anni scorsi abbiamo dovuto scrivere parecchio, data la longevità del personaggio. Che oggi, finalmente, è uscito di scena. Troppo tardi.
Sulla vita e i crimini del boia delle Fosse Ardeatine vi invitiamo a leggere:
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Walter
Ci ha (finalmente) liberati della sua presenza uno dei tanti errori della catena evolutiva. Bene, molto bene. Ma perchè dare tanta enfasi a questa notizia? Merita al più un trafiletto, altre che la ripetizione del suo “testamento politico” delirante!
Oppure diciamo apertamente che con questa belva si è assistito al fallimento del diritto e del concetto di pena e che la sua morte a 100 anni, sostanzialmente a piede libero, senza mai aver scontato un giorno di galera ne è la prova provata.