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Roma. Tre fermati per l’omicidio del broker nero

Ci sono tre fermi, su mandato della procura di Roma, per le indagini connesse all’uccisione del broker nero Silvio Fanella. I carabinieri dei comandi provinciali di Roma e Potenza hanno eseguito i fermi nei confronti di tre persone:, Roberto Macori, Giovanni Plastino e Aniello Barbetta che vengono indicati come i responsabili del tentato sequestro, verificatosi il 29 agosto 2012, di Silvio Fanella ucciso cinqiue giorni fa a Roma. Uno dei tre Giovanni Plastino, di 35 anni, però risulta già detenuto in carcere per un’altra vicenda. 

Oltre ai provvedimenti di fermo i carabinieri hanno anche svolto perquisizioni nelle abitazioni degli altri due indagati che erano liberi. Secondo alcune fonti, a casa di Macori, legato molto strettamente al faccendiere neofascista Gennaro Mockbel, il boss di Fanella, sarebbero stati trovati dei diamanti. Ancora diamanti, cuore e dannazione del tesoro della banda Mokbel e del suo cassiere Silvio Fanella.

Secondo i carabinieri, proprio Macori sarebbe emerso come il promotore del tentato sequestro di Fanella, avvenuto nel 2012. Ma emerge anche dell’altro. Macori, infatti è stato condannato lo scorso ottobre a sei anni di carcere nel processo di primo grado per il caso della mega truffa sulle false fatturazioni di “Telecom-Sparkle Fastweb”, proprio insieme a Gennaro Mokbel e Silvio Fanella. Secondo i magistrati Macori ha avuto un ruolo di primo piano nella raccolta dei voti in Germania a favore dell’ex senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, durante le elezioni del 2008. Insieme a Mokbel, secondo la sentenza, avrebbe favorito l’associazione mafiosa legata alla cosca degli Arena di Isola Capo Rizzuto. Emerge da questi elementi come Roberto Macori sia nei fatti uno dei bracci operativi dell’organizzazione di Mokbel. Come lo era Antonio D’Inzillo, il fascista dei Nar braccio operativo dell’organizzazione in Africa, punto di partenza e snodo decisivo del traffico di diamanti. D’Inzillo risulta morto in Kenya nel 2008 ma il suo cadavere è stato subito “cremato” suscitando più di qualche dubbio sulla sua morte.

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