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Roma. Arresti per mafia e corruzione. Anche stavolta spunta un fascista

Un “sistema corruttivo” attuato con “metodo mafioso”. A gestirlo esponenti di spicco del Clan Spada e l’ex direttore dell’Ufficio Tecnico dell’allora Municipio XIII (ora X) l’ingegnere Aldo Papalini, con la connivenza di imprenditori del territorio. Questa l’attività criminale smascherata al termine di una complessa operazione di carabinieri, polizia e guardia di finanza coordinata dall’Antimafia, scattata mercoledi nei confronti dei gestori di quello che è stato indicato dagli inquirenti un “Sistema corruttivo gestito con metodo mafioso” finalizzato a pilotare la gestione dei pubblici appalti e la concessione di alcuni stabilimenti balneari di Ostia, sul litorale capitolino.

Nel corso dell’operazione sono stati eseguiti nove provvedimenti restrittivi a carico di altrettanti indagati, tra esponenti della criminalità del litorale romano, imprenditori e pubblici ufficiali che avevano messo in atto uno sperimentato ed efficace sistema di corruzione.  L’indagine era cominciata dall’affidamento della gestione dello stabilimento ‘Orsa Maggiore’ che nell’estate del 2012 venne revocata al Cral dell’Ente Poste che lo gestiva, con l’assegnazione alla società ‘Bluedream srl’ costituita ad hoc solo tre giorni prima.  

Le nove persone indagate sono ritenute a vario titolo responsabili dei reati di “abuso di ufficio”, “turbata libertà degli incanti”, “falsità ideologica”, “concussione”, “corruzione” e “reati finanziari” con l’aggravante del “metodo mafioso”. Questa aggravante è scattata in quanto i reati commessi erano finalizzati ad agevolare il Clan Spada, federato ai boss padroni del litorale di Ostia e vecchie conoscenze: i Fasciani.

Dei nove indagati, tre sono finiti direttamente in carcere (Aldo Papalini, Armando Spada e Cosimo Appeso), mentre sei sono stati posti agli arresti domiciliari: Giovanni Recchia, Antonio Amore, Damiano Falcioni, Matilde Magni, Angelo Salzano, Ferdinando Colloca. Quest’ultimo è meritevole di qualche informazione in più perché conferma, ancora una volta, i legami tra malavita organizzata e gruppi neofascisti.

Il clan Spada era già finito sulle cronache giudiziarie  a maggio dello scorso anno quando due uomini del clan  – Carmine Spada ed Emiliano Belletti – furono arrestati in seguito ad un tentativo di estorsione di denaro nei confronti di un commerciante ripreso in un video che inchiodò i due esponenti del gruppo malavitoso. “Il Clan Spada il cui prestigio criminale ha segnato una progressiva crescita proprio in forza dell’alleanza con il Clan Fasciani, capeggiato dal capostipite Carmine Fasciani, emerso nel luglio 2013 nel quadro della operazione Nuova Alba”: secondo gli inquirenti si tratta di un sistema messo in atto anche nel caso dello stabilimento Orsa Maggiore, con l’acquisizione dello stesso attuata a “mezzo intimidazione e con la compiacenza di pubblici funzionari infedeli”, che trova “valenza paradigmatica dell’attività criminosa degli Spada, coerente con l’attività parallela dei Fasciani”.

Ma il clan Fasciani, egemone sul litorale di Ostia – il famigerato Water Front – è noto anche per i suoi legami con i neofascisti. Uno di loro, Alberto Piccari, un ex Nar molto pesante, venne arrestato nel 2009 insieme agli uomini del clan Fasciani nel quadro dell’operazione antidroga “Los Moros”. Lo stesso Carmine Fasciani si è fatto intercettare al telefono con il finanziere neofascista Gennaro Mokbel, quello al quale tre fascisti hanno fatto secco il commercialista l’estate scorsa alla Camilluccia. Fasciani al telefono con Mokbel discuteva della possibilità di fare “mucchio di soldi” con i Punti Verde Qualità del Comune di Roma.

E adesso? E adesso in questa ultima operazione giudiziaria sulla malavita organizzata di Ostia sbuca il nome di Ferdinando Colloca (messo agli arresti domiciliari). Colloca Ferdinando è vicino a Casa Pound, così almeno dichiara sul suo sito personale, dove è possibile verificare le sue elaborazioni politiche e le sue simpatie. Ha anche un fratello, sempre di estrema destra, che però milita in Fratelli d’Italia. In una recensione del libro sulla storia delle destre in Italia Ferdinando Colloca segnala con beatitudine che “La galassia delle destre nell’Italia repubblicana è stata esaminata in maniera più approfondita e si è rivelata molto più articolata di quanto non si pensasse, tanto da rendere impossibile parlare di “destra” – “destre” piuttosto, al plurale, molto differenti l’una dall’altra e anzi spesso duramente contrapposte l’una all’altra.

Alla luce del fatto che Ferdinando Colloca è stato beccato nell’ambito di un’inchiesta che – secondo gli inquirenti – riguarda un “sistema corruttivo attuato con metodo mafioso”, viene da chiedersi: a quale delle destre appartiene? Nelle inchieste di questi anni è emerso che sono assai numerosi i fascisti coinvolti in indagini su traffico di droga, estorsioni, connessioni con la criminalità organizzata. Rifare e rifarsi una verginità politica come cercano di fare i fascisti, non sarà affatto facile.

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