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Trent’anni fa a Trieste veniva ucciso il compagno Pietro Greco “Pedro”

Trenta anni fa, sabato 9 marzo 1985, in via Giulia a Trieste, veniva ucciso dagli sgherri del Ministero degli Interni Pietro Greco, Pedro per i compagni e gli amici.
Pedro, originario della Calabria si era trasferito a Padova dove aveva studiato Statistica, laureandosi nel 1979 e insegnando poi matematica in una scuola media.
Nel 1980 venne inquisito, costretto alla latitanza e poi prosciolto in istruttoria in una inchiesta contro il movimento veneto del sostituto procuratore Pietro Calogero.
Dopo pochi mesi di libertà nel 1982 venne di nuovo inquisito e di nuovo costretto alla latitanza da una nuova inchiesta, sempre di Pietro Calogero.
Dopo 3 anni fu individuato a Trieste dai servizi segreti alle dipendenze del ministero dell’Interno (il Sisde) e sabato 9 marzo venne dato l’ordine di catturarlo ad gruppo  composto da Nunzio Maurizio Romano, agente del Sisde, Giuseppe Guidi, viceispettore della Digos, Maurizio Bensa e Mario Passanisi, agenti della Digos.
I 4 però non procedettero sulla base delle direttive ricevute, che prevedevano l’arresto in strada mentre Pedro aveva le mani impegnate a reggere i sacchetti della spesa, al contrario aspettarono che Pedro rientri in casa, poi Romano, Guidi e Passanisi si fecero aprire da un altro inquilino dello stabile e si nascosero nel sottoscala, mentre Bensa rimase all’esterno in funzione di “palo”.
Quando Pedro tornò ad uscire gli spararono. Prima l’agente del Sisde, due colpi di 38 a bruciapelo che gli perforarono i polmoni, poi gli altri due che lo colpirono con le calibro 9 alle gambe e ad una spalla. 
Pochi giorni dopo, alla manifestazione nazionale che si tenne a Padova un volantino a firma “i compagni di Pedro” contestualizzava così l’omicidio di Pedro:
“… Innanzitutto non si possono considerare solo sinistre coincidenze i fatti politici precedenti l’esecuzione di Pedro. Con il pretesto dell’Euroterrorismo da mesi si infittiscono le riunioni internazionali degli aguzzini di tutta Europa e dei loro ministeri. E’ stata montata tutta una campagna attraverso gli strumenti diplomatici e di informazione tesa a dare un’ulteriore stretta repressiva contro tutti i movimenti di liberazione e i loro esponenti, cercando soprattutto di mettere con le spalle al muro la Francia, finora terra d’asilo dei rifugiati politici di tutto il mondo. Il governo francese si è prontamente adeguato. Dalla copertura che la polizia francese assicura alle squadre della morte che continuano ad assassinare i dirigenti dell’ETA riparati in Francia, agli arresti di numerosi compagni italiani che rischiano l’estradizione.
 
In Italia: le dichiarazioni di Craxi tese a criminalizzare i movimenti d’opposizione di milioni di persone che abbiamo visto crescere e muoversi in questi ultimi anni; gli arresti di un mese fa [si tratta dell’inchiesta Ferrari – Dalla Costa – Mastelloni, che l’8 febbraio 1985 porta all’arresto per reati di opinione e di associazione i compagni del Coordinamento dei comitati contro la repressione – ndr], le decine e decine di perquisizioni, la criminalizzazione di organi di informazione come radio Gamma 5 e il Bollettino del Coordinamento dei Comitati controla repressione, a partire dalle posizioni che questi compagni e queste strutture avevano preso in favore della solidarietà al proletariato prigioniero e della ripresa dell’iniziativa di classe; infine, quasi un macabro annuncio della sentenza di morte di Pedro, le dichiarazioni di Craxi della settimana scorsa che esprimevano preoccupazioni del governo per la ripresa del “terrorismo” nel Veneto.
 
Ecco il “terrorismo” veneto: un movimento proletario ampio che riesce a comprendere le più diverse aree sociali, da quelle più sovversive a quelle dell’opposizione di classe, che riesce a connetterle tra loro nel dibattito e nella lotta producendo iniziativa dispiegata come quella per la libertà di Claudio Cerica, come quella contro la NATO, producendo iniziativa nei settori, nelle scuole, nelle fabbriche, nell’università, tra i disoccupati, producendo un radicamento capillare nel territorio. Nonostante i blitz, nonostante gli arresti, nonostante le continue provocazioni.”
 
Il volantino si concludeva con queste parole:
 
“Innanzitutto noi non chiediamo giustizia, quella giustizia che lo ha assassinato! Non ci interessa la condanna dei suoi carnefici da parte di quella magistratura e di quello stato che prima lo ha perseguito e poi lo ha condannato a morte. Perché, e noi non ci stancheremo mai di ripeterlo, la sua morte è stata decisa e pianificata da questo stato che è fino in fondo fascista.
In questo senso la morte di Pedro non deve essere una morte inutile, nel riprendere ovunque e con più forza la lotta, questa coscienza deve animarci e questa coscienza dobbiamo sedimentare tra i proletari: che questo stato è fascista, che questa morte segna un confine netto, non sindacabile né mistificabile tra chi ha voluto quest’esecuzione e la giustifica, e noi, il movimento, la classe, che ha lottato con lui e continuerà a lottare fino alla vittoria per il comunismo.”
 
A 30 anni dall’assassinio di Pedro una serie di iniziative a Padova e nel Veneto ricordano Pedro con lo stesso spirito di allora:
sabato 28 febbraio ore 19.00 presso Associazione culturale "Chiodo schiacciachiodo", Str Marchesane Bassano del Grappa (Vi), proiezione video "Pedro vive nelle lotte" a seguire dibattito.

sabato 28 febbraio ore 16.30 presso la sede del gruppo anarchico Germinal, via del bosco 52/A Trieste, proiezione del video “Pedro vive nelle lotte” e assemblea dibattito con militanti del movimento di allora e di oggi e l’
intervento dell’avvocato Eugenio Losco che segue le vicende giudiziarie dei NO TAV.

mercoledì 4 marzo ore 18.00 presso la Mensa Marzolo occupata a Padova, proiezione video "Pedro vive nelle lotte" e dibattito sulle lotte degli anni '70 e '80 partendo dalla situazione del quartiere Portello di Padova.

sabato 7 marzo dalle ore 16.00 in via giulia 39 e Piazza Volontari Giuliani a Trieste presidio sul luogo dell’assassinio di Pedro.

sabato 7 marzo Catania iniziativa antifascista con la proiezione del video "Pedro vive nelle lotte".
Iniziativa in aggiornamento.

mercoledì 11 marzo dalle ore 17.00 circa presso la Mensa Marzolo occupata a Padova, presidio itinerante al Portello attraverso i luoghi, gli avvenimenti, i protagonisti della lotta di classe degli anni '70 e '80, assieme a Pedro, uniti
con un filo rosso alle lotte attuali.

venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 marzo presso la sede dell'Associazione culturale N.Pasian - Infospazio Chinatown Piazzetta Caduti della Resistenza a Padova, presidio permanente e iniziativa con volantinaggio in quartiere in
ricordo di Pedro.
Altre iniziative alla pagine Facebook facebook.com/events/517836218356189

 
Il video “9 marzo 1985 – Pedro vive nelle lotte”: www.youtube.com/watch?v=9D-7k9hE7_A

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