Menu

A Cochabamba una conferenza mondiale contro il cambiamento climatico

Si è tenuta questa mattina presso la sede nazionale dell’Unione Sindacale di Base a Roma una interessante conferenza stampa alla quale hanno partecipato Luis Sanchez Gomez, Incaricato d’Affari dell’Ambasciata dello Stato Plurinazionale della Bolivia in Italia, e il professor Luciano Vasapollo, membro del Centro Studi Cestes Proteo dell’Usb.
La conferenza stampa, alla quale hanno partecipato alcuni media italiani e latinoamericani, è stata l’occasione per presentare i contenuti e gli obiettivi di un importante appuntamento internazionale che avrà luogo nella città di Cochabamba (Bolivia), dal 10 al 12 ottobre prossimi: la “Seconda Conferenza Mondiale dei Popoli sui Cambiamenti Climatici e la Difesa della Vita”. 
Il rappresentante diplomatico boliviano ha indirizzato un accorato appello alla stampa italiana affinché segua attentamente lo svolgimento della Conferenza per poter dar voce alle richieste dei rappresentanti di governi, organizzazioni sociali, movimenti e sindacati che parteciperanno all’appuntamento internazionale che segue di cinque anni la Prima Conferenza, realizzata nel 2010 e alla quale assistettero ben 15 mila delegati arrivati da tutto il pianeta. 
Quell’anno l’Accordo dei Popoli, adottato alla fine della Conferenza, denunciò il sistema economico capitalista come principale responsabile del cambiamento climatico, a partire dall’imposizione a tutto il pianeta della logica “della competizione globale, del progresso inteso come crescita illimitata” e anche per una visione ideologica che considera la natura, l’ecosistema e il pianeta stesso come una semplice materia prima, una merce dalla quale ricavare profitto.
Nel frattempo, ha avvertito Vasapollo, la situazione è notevolmente peggiorata mentre le istituzioni internazionali – a partire dall’Onu – e le varie conferenze mondiali ufficiali organizzate per porre rimedio al cambiamento climatico e alle sue drammatiche conseguenze non hanno sortito alcun effetto, rinviando l’adozione di misure urgenti che i paesi del sud del mondo, e in particolare quelli latinoamericani tra i quali la stessa Bolivia, hanno invece implementato e proposto all’attenzione generale. Un’inazione colpevole dei paesi a capitalismo avanzato che non può essere considerata una distrazione ma il cosciente sacrificio di misure irrimandabili (pena l’ulteriore degrado dell’ecosistema mondiale e delle condizioni di vita dei popoli dell’emisfero sud ma non solo) in nome degli interessi dei paesi imperialisti e delle multinazionali. 
Vasapollo ha indicato in particolare gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e l’Unione Europea come i maggiori responsabili delle principali minacce all’ecosistema e all’equilibrio ecologico del pianeta: deforestazione, effetto serra, smog e buco nell’ozono. 
I cambiamenti climatici – ha sottolineato l’esponente del Cestes Proteo – hanno delle pesantissime conseguenze sociopolitiche nel combattere le quali i paesi dell’Alba – Ecuador e Bolivia in primis – tentano da anni di porre rimedio chiamando il resto delle nazioni alle proprie responsabilità politiche ed economiche. Ai paesi sviluppati si chiede di ridurre drasticamente e rapidamente le proprie emissioni di gas serra, di applicare integralmente le indicazioni provenienti dal Protocollo di Kyoto, di riconoscere e onorare il proprio “debito climatico” nei confronti dei paesi del sud del mondo, di creare un fondo a disposizione dei paesi maggiormente colpiti dalle conseguenze del cambiamento del clima, di accettare la creazione di un Tribunale Internazionale competente in materia di cambiamento climatico, di riconoscere i diritti inalienabili della Madre Terra.
La Prima Conferenza dei Popoli organizzata nel 2010 rappresentò una prima risposta dei popoli e dei governi dell’America Latina e del resto del pianeta al sostanziale fallimento degli appuntamenti gestiti dalle Nazioni Unite a causa soprattutto del boicottaggio delle nazioni a capitalismo avanzato, ed in particolare al nulla di fatto che seguì la Conferenza di Copenhagen del 2009. Nel frattempo anche il Protocollo di Kyoto è rimasto lettera morta e ciò, hanno affermato il professor Vasapollo e Luis Sanchez Gomez, rende ancora più importante l’appuntamento fissato a Cochabamba dal 10 al 12 ottobre prossimi.
Alla conferenza è già prevista la partecipazione di una delegazione dell’Unione Sindacale di Base aderente alla Federazione Sindacale Mondiale.


- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *