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Sapienza sequestrata da Maker Faire, studenti caricati e cinque arresti

Università La Sapienza occupata da interessi privati e completamente blindata dalle forze di polizia che contro gli studenti che contestavano hanno usato una dose inusuale di violenza. Alla fine delle cariche gli arrestati sono stati cinque e si registrano una decina tra contusi e feriti. Compreso, denunciano i manifestanti “un ragazzo portato via in ambulanza con una lesione alla testa”

Da stamattina come ormai avviene spesso negli ultimi anni in occasione di kermesse organizzate da multinazionali e aziende private (tra gli sponsor della manifestazione colossi come Intel, Google, Microsoft, Eni e Bnl.), l’Università La Sapienza è stata letteralmente blindata con reti metalliche e cancellate sorvegliate da un impressionante apparato di sicurezza schierato al solo scopo di impedire agli studenti di contestare l’evento. 

Per l’occasione tutte le attività didattiche erano state sospese e l’ingresso era riservato solo a coloro che pagavano un biglietto, compresi gli studenti iscritti agli atenei della Capitale che potevano godere al massimo di uno sconto sul prezzo. Come se gli studenti non debbano già pagare rette sempre più proibitive per poter accedere agli studi universitari…
Ma alcune reti studentesche e il Degage, lo studentato occupato sgomberato poche settimane fa, come annunciato, hanno deciso di violare le proibizioni e di tentare di riappropriarsi di quello che dovrebbe essere un luogo pubblico, della comunità, deputato alla formazione e al libero dibattito, sequestrato invece dalla kermesse Maker Faire 2015, la cosiddetta ‘Fiera dell’innovazione europea’. “Un utilizzo privatistico di spazi pubblici che rappresentano il luogo per eccellenza dello studio” hanno denunciato gli studenti che si sono radunati a centinaia, insieme ad alcuni ricercatori, in Piazzale Aldo Moro a partire dalle 14 di oggi. Dopo qualche ora di atteggiamento più o meno tollerante, le forze dell’ordine hanno deciso a metà pomeriggio di passare alle maniere forti quando gli studenti hanno cominciato a premere insistentemente all’ingresso, premendo sul cordone di funzionari di polizia, nel tentativo di entrare all’interno della città universitaria. A quel punto sono partite dure cariche dei reparti antisommossa e contro i manifestanti è stato utilizzato addirittura un idrante. A quanto raccontano gli studenti le cariche sono partite sia alle loro spalle che dai celerini che presidiavano l’ingresso, prendendo quindi i manifestanti tra due fuochi. 

Scrivono gli studenti in una nota diffusa dopo le cariche: “Oggi, come annunciato, dopo settimane di preparazione, incontri pubblici con i docenti, dibattiti e assemblee nelle facoltà e negli spazi dell’università, come studenti e studentesse de La Sapienza ci siamo presentati a piazzale Aldo Moro per entrare liberamente nella nostra Università e per denunciarne la svendita ai privati. 
Rivendicando il libero accesso e comunicando con i visitatori ci siamo messi in fila, davanti alla biglietterie di una Sapienza affittata come se fosse la fiera di Roma, recintata e circondata da un forte dispiegamento delle forze dell’ordine.
A questo punto abbiamo ottenuto un’interlocuzione con gli organizzatori della Maker Faire, che ci hanno negato l’ingresso libero, abbiamo dunque preteso un incontro con la governance universitaria, fino a questo momento rivelatasi sorda e incapace di dare risposte concrete alle nostre rivendicazioni. Anche oggi abbiamo trovato un muro.
La Sapienza invece di presentarsi e confrontarsi con gli studenti e le studentesse ha delegato la gestione della situazione alle forze dell’ordine: una carica scomposta su tre fronti, accompagnata da getti di idranti ha tentato di disperdere il nostro presidio, provocando il violento fermo di cinque ragazz@. 
Questa è l’ennesima prova che, nella città di Roma, ogni voce critica e di dissenso viene concepita solo come se fosse un problema di ordine pubblico, gestito pertanto da attori come la questura e la prefettura. 
Tuttavia il presidio è stato mantenuto: abbiamo convocato una conferenza stampa, ribadendo i contenuti della campagna, denunciando i gravissimi fatti avvenuti.
La campagna non si ferma qui. Nei prossimi giorni della fiera saremo all’università per continuare a comunicare i contenuti della campagna e i fatti di oggi. Nonostante i tentativi di repressione e il silenzio ostentato e vergognoso della Sapienza, torneremo a esporre le nostre rivendicazioni. (…) Riappropriamoci dell’università. L’università è di chi la vive, non di chi ci specula su.  Gaudio vattene!”
Nel comunicato i promotori della contestazione invitano studenti e studentesse ad un primo appuntamento sabato 17 ottobre, alle 12, a piazzale Aldo Moro.

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