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Nucleare: la truffa della moratoria

ha deciso che bisognava in qualche modo ammazzare il referendum del 12 giugno (data indicativa, perché ancora non sono stati emanati i relativi decreti).

Alla lobby del nucleare non era sembrato sufficiente scindere questo voto dalle elezioni amministrative, in modo da rendere molto più difficoltoso il superamento del quorum (il 50% degli elettori più uno). E quindi il governo ha tirato fuori dal cilindro un’altro escamotage “depotenziante”: la “moratoria” di dodici mesi al programma di rientro dell’Italia nel nucleare, nella speranza che per allora tutto sia dimenticato. O, più concretamente, che una certa percentuale di elettori possa disertare le urne referendarie sentendosi in qualche modo “tranquillizzata” da questi segnali.

A conferma che di questo si tratta, c’è la seconda parte del provvedimento varato stamattina dal consiglio dei ministri: 24 mesi di tempo anche per l’elaborazione della «strategia nucleare». Nel testo che correggeva il decreto sulla localizzazione dei siti, questa elaborazione era originariamente prevista entro tre mesi dall’approvazione. Ora, invece, i termini per la definizione del piano programmatico è stata spostato a 24 mesi da oggi. Della serie: vedremo, valuteremo ascolteremo… poi, quando meno ve lo aspettate, torneremo alla carica e faremo un blitz parlamentare di cui avrete notizia solo a giochi fatti.

Le difficoltà immediate di questa maggioranza si vedono però anche da altre misure decise in tutta fetta.

E’ stato reintegrato il Fondo unico pr lo spettacolo (Fus), che ormai aveva sollevato proteste globali (oltre ai teatri italiani in sciopero, al maestro Muti costretto a trasformarsi da direttore d’orchestra in autorevolissimo difensore della cultura italiana, è arrivata in queste ore anche la solidarietà di Hollywood). Miracolo! Come ama la cultura il premier… Poi si scopre che per finanziarlo verrà aumentata l’accisa (leggasi: tassa) sulla benzina, di uno o due centesimi al litro. Da ricordare che il prezzo dei carburanti è così composto: costo industriale (fissato dale compagnie), accisa fissa (decisa dallo stato) e iva del 20%. Ossia: paghiamo anche l’iva sulla tassa!

Soprattutto, infine, sono stati “trovati” un po’ di milioni per le forze di sicurezza. Le manifestazioni dei poliziotti davanti ad Arcore, insomma, sono state “recepite” anche da Giulio Tremonti. Chissà se, anche in questo caso, tramite le accise?

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