In ben sedici città, dall’Emilia alla Puglia e alla Campania, è scattata questa mattina all’alba una massiccia“operazione anti-terrorismo”, partita da Bologna e diretta contro presunti militanti anarco-insurrezionalisti. La polizia ha condotto sessanta perquisizioni nei confronti di attivisti del movimento anarchico. I provvedimenti sono richiesti dalla Procura della Repubblica di Bologna nel quadro di una inchiesta coordinata dalla Digos bolognese e dalla direzione centrale della Polizia di Prevenzione (Ucigos).
L’inchiesta partirebbe dal 2009 e arriva alla fine del 2010. Tra i fattori giudicati fattispecie di reato ci sono attività pubblicistica dell’area anarchica o azioni come quelle avvenute contro il CIE di Bologna, l’Unicredit e l’Eni.
Al momento – secondo Indymedia – risultano cinque arresti (Martino Trevisan, Robert Ferro, Nicusor Roman , Stefania Carolei , Pistolesi Anna Maria) e altre sette misure cautelari. Le accuse sono eversione, danneggiamenti, incendi e altri reati. Gli indagati sono accusati di appartenere ad una “associazione per delinquere aggravata dalla finalità eversiva”, diretta al compimento di azioni delittuose di natura violenta contro persone e cose, realizzate a Bologna: nei giorni scorsi in città un raid incendiario contro uffici commerciali dell’ENI e dell’IBM.
Nel mirino ci sono i frequentatori del circolo bolognese “Fuoriluogo”, che è stato anche oggetto di sequestro penale. Il blitz nel suo complesso ha visto perquisizioni oltre che a Bologna, anche nelle città di Ferrara, Modena, Roma, Padova, Trento, Reggio Calabria, Ancona, Torino, Lecce, Napoli, Trieste, Genova, Teramo, Forlì, Ravenna e Milano. Secondo i magistrati e la Digos il gruppo bolognese aveva contatti con queste altre realtà tramite la rivista“Invece”. In tutta Italia è stato sequestrato materiale nelle abitazioni che gli investigatori hanno classificato come al solito ritenuto “interessante”.
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