Le ricerche sono riprese stamattina alle prime luci, ma date le condizioni del mare le speranze di trovare qualcuno vivo sono minime.
Trovato, invece, un minimo di accordo tra gooverno e regioni sulle modalità di distribuzione degli immigrati in tutta Italia. O almeno così pare. Il modello adottato è quello dei piccoli insediamenti, come sarebbe satto logico fin dall’inizio, per evitare grandi concentrazioni di persone, obiettivamente più complicate da gestire. Niente tendopoli, concessione dell’articolo 20 (ovvero del permesso temporaneo di soggiorno, per oggi il governo dovrebbe emanare il decreto). Anche le regioni “leghiste” dovranno accettarne una quota, anche non sono stati diffusi numeri.
Il governo si impegna anche ad avviare una iniziativa verso l’Unione Europea affichè gli immigrati possano circolare nella Ue. La speranza di molti (soprattutto Lega e maggioranza) è che ne approfittino per andare in Francia e Germania, le mete preferite, almeno nelle dichiarazioni in prima battuta. La Francia, però, conferma il suo atteggiamento negativo e sta mettendo a punto un piano per bloccare le frontiere. Alla faccia degli accordi di Shengen.
Primi effetti visibili, intanto, dell'”accordo” siglato in questi giorni tra il governo italian-leghista e il traballante governo tunisino mirante a lkimitare il flusso migratorio verso l’Italia: la Guardia nazionale tunisina ha arrestato, nella notte tra martedì e mercoledì, a largo del porto di Sfax, 150 persone che, a bordo di un battello, avevano cominciato la traversata verso le coste italiane.
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