Appaiono gravissime le dichiarazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha dato la “benedizione” alla decisione di bombardare la Libia: la decisione, ha detto Giorgio Napolitano, è il “naturale sviluppo della scelta compiuta dall’Italia a metà marzo”. Al momento solo l’Idv ha replicato piuttosto bruscamente alle parole di Napolitano: “Bombardare una nazione non ci pare possa essere considerato uno sviluppo né naturale né costituzionalmente corretto”, ha detto Antonio Di Pietro. L’art.11 della Costituzione, tante volte invocata da Napolitano, è ormai diventato carta straccia.
“Abbiamo avuto dal Parlamento un mandato pieno ad applicare la risoluzione 1973 dell’Onu, che autorizza a fare tutto quello che è necessario per proteggere la popolazione libica. La risoluzione è chiarissima, ed è in quell’ ambito che continuiamo ad operare: non occorre alcun voto. Il ministro La Russa ed io abbiamo preso l’impegno a riferire sulla missione, ed è quello che faremo davanti alle Commissioni Esteri e Difesa” è questa la perentoria dichiarazione rilasciata oggi al quotidiano La Stampa con cui il ministro degli Esteri Franco Frattini spiega il cambiamento della missione militare italiana in Libia. Il Parlamento dunque non sarà chiamato a nessuna discussione o decisione sul fatto che l’Italia bombarderà un altro paese. E’ l’ulteriore conferma che l’art.11 è ormai stato reso un inutile e autoconsolatorio feticcio che non ha mai impedito in questi venti anni che l’Italia partecipasse a tutte le guerre dell’epoca contemporanea.
Intanto nel governo si aprono le prime crepe. “Calderoli è un genio, politicamente. Non c’è un passaggio di voto parlamentare per questa cosa. Ha ottenuto il massimo risultato con un minimo sforzo. Non c’è un voto su questo tema specifico” ha detto oggi il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto del Pdl commentando a Ski TG 24 il dissenso della Lega sulla partecipazione dell’Italia ai raid sulla Libia. “Non c’è nessun passaggio per cui è previsto che Calderoli o io ci esprimiamo, non c’è un luogo in cui dissociarsi, il voto su questo tema specifico probabilmente non ci sarà mai” ha precisato, se ci fosse bisogno di conbferma, il sottosegretario Crosetto. Ma non c’è solo la Lega a tirare calci contro questa escalation bellicista. “L’intervento in Libia è completamente sbagliato, i presupposti sono e restano del tutto infondati. Secondo questa logica assurda avremmo più motivi per bombardare la Siria dove Assad massacra i manifestanti e rappresenta una parte di popolazione molto inferiore a Gheddafi” ha detto ad esempio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, in una intervista comparsa oggi sul quotidiano Stampa. “La dichiarazione di Calderoli apre di fatto la crisi di governo. A questo punto è opportuno un immediato dibattito parlamentare sull’intervento in Libia” sostiene Bocchino, esponente di Fli.
Il fatto che Berlusconi nella telefonata con Obama abbia garantito la disponibilità italiana ai raid aerei senza passare per un preventivo coinvolgimento delle Camere viene criticato da Pd, Idv e Udc, anche se poi sarebbe interessante capire cosa pensino questi tre partiti nel merito della decisione del governo di partecipare attivamente ai bombardamenti sulla Libia. L’entrata in guerra non è mai stata una procedura “democratica”, soprattutto per chi sta sottole bombe.
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