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Referendum. Berlusconi confessa lo scippo

Ad ammettere lo scippo sul referendum è stato lo stesso premier Berlusconi nel corso dell’incontro bilaterale Italia-Francia a Villa Madama. “Se fossimo andati oggi a quel referendum – ha detto Berlusconi – il nucleare non sarebbe stato possibile per molti anni a venire”. Berlusconi ha infatti voluto sottolineare che il governo italiano resta convinto che “l’energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo”. Pertanto vanno avanti anche gli accordi che l’Italia ha già stretto con la Francia e in particolare quello tra l’italiana Enel e la francese Edf. “I contratti continuano e non vengono abrogati”.

Nel corso del vertice con Sarkosy, Berlusconi ha ricordato come l’Italia negli anni ’70 fosse all’avanguardia nella realizzazione di centrali nucleari, progetti che, a causa “dell’ecologismo di sinistra che si è messo di traverso”, ha dovuto abbandonare. Da allora l’Italia ha acquistato, ha spiegato il premier “tutta l’energia che consuma dall’estero”, con un aggravio su famiglie ed imprese del 30-40 o anche 50 per cento di costi aggiunti”. “L’evento giapponese, a seguito dei sondaggi che abitualmente facciamo sull’opinione pubblica, ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini”, ha ammesso Berlusconi. “È per questo che il governo responsabilmente ha ritenuto di introdurre questa moratoria per restare nel nucleare e far sì che si chiarisca la situazione giapponese e che magari dopo uno o due anni si possa ritornare ad avere una opinione pubblica consapevole della necessità di tornare all’energia nucleare”.

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