E’ utile riflettere su quanto accaduto nella giornata di Venerdì 29 aprile a Napoli a proposito dei fatti criminali di cui si sono resi responsabili i fascisti di CasaPound e i loro padrini/padroni politici insediati, a vario titolo, nel PdL napoletano.
L’agguato, a colpi di lame, contro alcuni studenti, nei pressi della Facoltà di Lettere è solo uno dei tanti episodi di aggressione contro attivisti politici e sociali da parte di questi gruppuscoli. Nei giorni scorsi a Ponticelli e qualche settimana fa a Via Foria (contro alcuni compagni che tornavano da un Presidio No War svoltosi all’Aeroporto di Capodichino) si erano già registrati vili episodi simili a quello accaduto nei pressi dell’Università.
E’ evidente, quindi, che di fronte a fatti di tale tipologia, monti la sacrosanta rabbia contro queste carogne e contro gli ambienti politici ed istituzionali che – da sempre – li finanziano e li proteggono fino a candidarli alle elezioni nelle proprie liste. La stessa reazione della polizia non stupisce anzi conferma un operato che, nel corso di questi anni ha prodotto centinaia di denunce e di provvedimenti giudiziari contro gli antifascisti cittadini. I compagni che animano l’esperienza politica ed elettorale della Lista NAPOLI NON SI PIEGA, con candidato Sindaco Pino Marziale, oltre alla naturale solidarietà con gli antifascisti e gli antirazzisti tutti, stigmatizzano l’atteggiamento di quei candidati e partiti che si sono schierati acriticamente dalla parte di Lettieia, che strumentalizza i fatti di questa giornata alimentando, ulteriormente, un clima di criminalizzazione e di repressione giudiziaria e poliziesca.
NAPOLI NON SI PIEGA
.….i nostri diritti contro i loro profitti….
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Testimonianze e ricostruzioni
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Lettera di Nicola Russo(docente federico II)
Sono un professore della Federico II e conosco bene il clima che si respira in facoltà, per questo posso esprimere un giudizio abbastanza netto sui fatti che sono avvenuti. Lo faccio nella convinzione che sia la facoltà stessa, nella sua interezza, oggetto di una provocazione molto grave e di una strumentalizzazione a scopi volgarmente elettorali. Nel nostro corpo studentesco le divergenze non si esprimono nella forma della “rissa tra estremisti”, non vi sono MAI fenomeni di violenza gratuita. Lo “scontro”, che in realtà è stata un’aggressione, è stato programmato dall’esterno: di notte si è provveduto a imbrattare tutta la facciata di Porta di Massa con svastiche e minacce, sapendo che l’indomani gli studenti avrebbero provveduto a ripulire quella che per loro è una seconda casa da segni e scritte infamanti, e proprio in questa occasione sono arrivate da fuori persone armate di coltelli, con la precisa intenzione di usarli. Il resto è cattiva retorica, pessima propaganda: asserire che chicchessia sia stato “aggredito da militanti della sinistra”, così, per il solo fatto di essere un militante della destra, qualsiasi cosa possa ciò significare, è semplicemente incredibile, non ha nessuna plausibilità. La nostra facoltà non è un covo di banditi, né un corpo militarizzato, in nessun modo quello che un vittimismo in cattivissima coscienza definisce un “arsenale”. Io non so e non capisco quali significati “ideologici” e quali “valori” possano trovare espressione in tutto ciò, quali “ragioni” si facciano così valere o sviliscano, ma vedo fin troppo bene a quali strumentalizzazioni si presta una vicenda del genere e a chi fa pubblicità. Un cattivo gioco, a cui non bisogna prestarsi.
Nicola Russo
Dipartimento di Filosofia Aliotta, Federico II
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Mazze e coltelli fanno i candidati belli
“A mali estremi, estrema destra”, diceva Corrado Guzzanti in Fascisti su Marte. “Guerriglia elettorale”, “alta tensione”, “clima di intimidazione” sono solo alcune delle espressioni usate dai quotidiani cittadini per descrivere una sequenza di azioni e reazioni iniziata ieri mattina con l’aggressione di un gruppo di neofascisti agli studenti del collettivo di Lettere e terminata (per ora) con il lancio di una bomba carta questa mattina al comitato elettorale di Lettieri a piazza Bovio. Tra i due episodi c’è stata la contestazione a Lettieri ieri pomeriggio a piazza San Gaetano, un corteo sedato con lacrimogeni a piazza Dante, e un raid notturno nel corso di una festa nel cortile dell’università Orientale. Lettieri, vittima di doppia aggressione, continua a incassare solidarietà bipartisan – in primis la “solidarietà e amicizia” del cosiddetto avversario Morcone – e stoicamente definisce la sua scelta di candidarsi “irreversibile”. Non altrettanto netta, anzi inesistente, appare la sua posizione nei confronti dell’imbarazzante candidato nella lista “Liberi con Lettieri”, il militante di CasaPound Errico Tarantino, riconosciuto tra gli aggressori armati di coltelli ieri mattina davanti alla facoltà di Lettere, nonchè noto promotore di ideologie naziste tramite social network. Particolari che vengono sorprendentemente rimossi da titoli come “Rissa tra universitari” (il Mattino) o “Rissa studenti destra-sinistra” (la Repubblica).
Nella conferenza stampa organizzata oggi dai collettivi universitari negli spazi occupati di Lettere, uno studente ricostruisce i fatti di ieri mattina, cercando di mettere in evidenza tutto quello che sui giornali è stato omesso: «La sera prima era apparso sul muro esterno della facoltà una scritta minacciosa quanto esplicita: “Antifà vi buchiamo”, insieme a svastiche e croci celtiche. Ci siamo organizzati per ripulire il muro il mattino dopo, e per volantinare contro questa recrudescenza fascista; avevamo da poco cominciato quando sono arrivati in tre con i coltelli, e hanno mantenuto la promessa».
Il bilancio è di tre accoltellati, tutti dalla parte del collettivo: uno con quattro punti di sutura a una gamba, un altro oltre a un buco alla gamba che ha sfiorato l’arteria femorale ha avuto nove punti sul braccio; la mano perforata del terzo richiede un intervento chirurgico data la recisione di due nervi, la stessa mano è stata usata per proteggere il torace, altrimenti le cose sarebbero potute andare molto peggio. CasaPound dichiara da parte sua un trauma cranico ai danni dello stesso Tarantino, causato dall’aggressione di “circa venti militanti di sinistra con il manico di un piccone”.
«Non vogliamo fare le vittime», dicono gli studenti del collettivo, «la nostra è una denuncia politica a chi sta evidentemente utilizzando l’estrema destra per seminare odio. La contestazione a Lettieri ieri pomeriggio è nata sull’onda dell’aggressione premeditata subita poche ore prima, perché si assuma le sue responsabilità per aver candidato un personaggio come Tarantino. La strumentalizzazione che ne è ha fatto la stampa ci ha lasciato senza parole, e ci auguriamo si sia trattato solo di uno sfasamento tra i tempi di arrivo dei comunicati, il nostro e quello dello staff di Lettieri». Ma non erano i giornalisti che dovevano preoccuparsi di raccogliere le notizie?
Certo una maggiore efficacia degli apparati di comunicazione diventa auspicabile anche sul versante dei movimenti, come peraltro accade da tempo, spesso con ottimi risultati. In questi casi però la concorrenza è agguerrita. Gli articoli di questa mattina sui siti dei principali quotidiani cittadini parlano chiaro: i candidati argomentano, raccontano i loro timori, come nel caso di Lettieri ma anche di Vitullo, candidato al consiglio comunale per il Pdl, che descrive impressioni e preoccupazioni seguite al lancio di una bomba carta davanti al comitato elettorale. Gli studenti invece denunciano un raid non meglio verificato, nessuna voce interpellata se non quella del comunicato, e nessuna conferma o smentita per quello che sembra rimanere un atto fumoso e buio, come la notte in cui è successo. Per chi era lì ieri notte invece il quadro è decisamente più chiaro. Poco dopo l’una e trenta si vedono sfrecciare da largo Banchi nuovi tre motorini; su due dei mezzi ci sono tre persone, sul terzo non ricordo se una o due. Hanno mazze e cappucci, e si dirigono a gran velocità verso largo San Giovanni Maggiore. Dentro palazzo Giusso c’è una festa con un concerto, organizzata dai collettivi universitari; i picchiatori si dirigono decisi verso l’entrata del palazzo dell’università con le mazze da baseball e coltelli lunghi mezzo braccio. Nonostante il panico che si scatena il portone dell’università viene chiuso e qualcuno riesce a ostacolarli, partono lanci di bottiglie e dopo essersi fatto strada a bastonate mirate e bene assestate il gruppo si rimette in sella e sparisce così come era venuto. Il tutto dura pochi minuti, e appena i ragazzi nella piazza si riprendono dallo choc cominciano a raccontare. «Erano due col volto coperto, gli altri no. Si vedeva che erano ragazzi di strada, dei Quartieri; quelli a volto coperto erano i fascisti di CasaPound e davano indicazioni su come muoversi e chi colpire», dice sottovoce una ragazza, che continua a ripetere: «È il sistema, è il sistema…». «Bisogna tornare ai servizi d’ordine delle manifestazioni di venti-trent’anni fa», commenta un altro. «È umano avere paura ma bisogna organizzarsi, sennò gli consegnamo anche i pochi spazi che ci sono rimasti nella città». (viola sarnelli)
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Difendiamo le nostre strade, costruiamo i nostri sogni
Il 28 Aprile, in serata, compaiono alcune scritte fasciste sui muri della facoltà di Lettere, luogo in cui
studiamo e in cui passiamo le nostre giornate: svastiche, croci celtiche, minacce di vario tipo, tra cui la scritta “antifa vi buchiamo”. Alla luce di quello che succederà la mattinata seguente, valutiamo questa frase come un chiaro segnale circa la premeditazione e la provocazione dell’agire dei fascisti.
In mattinata, ci ritroviamo all’ingresso della facoltà di Lettere per ripulire i muri alla luce del sole, come sempre, davanti a tutti: studenti, professori e passanti, perché la facoltà è nostra e non abbiamo bisogno di strisciare di notte per non farci vedere. Come sempre, ribadiamo a testa alta ed in ogni istante il nostro essere antifascisti, nei nostri quartieri, nelle nostre strade e nelle facoltà, ribadendo che mai permetteremo un passo avanti di qualsivoglia gruppo neofascista o neonazista, che si chiami CasaPound o Stupor Mundi.
In mattinata un noto fascista di Torre del Greco, responsabile delle scritte della sera precedente, inizia una lunga serie di provocazioni che terminano con ripetute minacce, coltello alla mano, di far venire i suoi “amici” ad ammazzarci; senza nessun passo indietro, viene allontanato con determinazione.
Mentre l’opera di pulizia prende avvio, viene notato un gruppo di tre ragazzi che passa in mezzo a noi, non ci basta il tempo di mettere a fuoco le loro facce e riconoscerli in quanto esponenti della nota Casapound, che questi tirano fuori i coltelli. Lo scontro è inevitabile. Senza paura delle lame, con decisione e forza, i fascisti vengono allontanati.
Non gli sarà permesso, né ieri né mai, di diffondere odio e razzismo nella nostra città.
I nostri compagni, con evidenti e gravi ferite da taglio, vengono portati in ospedale per essere medicati; saranno necessari diversi punti di sutura e per uno sarà programmato un intervento chirurgico alla mano, trapassata quasi da parte a parte, recidendo dei nervi. Solo la sua prontezza di riflessi ha evitato che la coltellata gli perforasse la gola. Era un colpo inferto per uccidere. Senza neanche dare il tempo ai compagni di ricevere le cure mediche che la DIGOS è già sopraggiunta all’ospedale per costringere i nostri compagni a presentarsi in Questura per essere sentiti sui fatti.
Come sempre non denunceremo i nostri aggressori, ben consapevoli che invece pioveranno denunce su di noi. Fiducia nella giustizia non ne abbiamo mai avuta e non saranno delle coltellate a farci cambiare idea; la storia ci insegna che i fascisti sono funzionali alla conservazione di questo sistema di potere e come tali li combatteremo sempre, senza implorare l’intervento della polizia di uno stato in cui non crediamo.
I compagni usciranno dalla Questura diverse ore dopo con un’indagine per rissa aggravata sulle spalle.
La risposta che la città riesce a dare è rabbiosa e immediata: appena i compagni vengono rilasciati, parte un corteo per le strade del centro storico, reagendo così in maniera determinata all’aggressione della mattina, denunciando la responsabilità e la connivenza del pdl e di Lettieri con i neofascisti di Casapound,candidati nelle loro liste alle prossime elezioni. Uno su tutti Enrico Tarantino, candidato nella lista “liberi per lettieri”, protagonista dell’aggressione in seguito alla quale riporta una decina di punti in testa (lo stesso che qualche giorno fa sul suo profilo fb aveva espresso la propria stima per Hitler).
Il corteo cercherà di raggiungere la sede del PdL in Piazza Dante per esprimere il proprio sdegno, ma
diverse cariche della polizia con manganelli e lacrimogeni lo impedirà.
Se il nostro odio ricade sui candidati che permettono la candidatura di questi personaggi, ne conserviamo d’uguale misura per tutti gli esponenti del panorama politico che ora si affannano a pubblicare messaggi di solidarietà a Lettieri.
Non esiste, per quanto ci riguarda, esponente che ci possa rappresentare; l’antifascismo non lo deleghiamo ad alcun partito. Non appoggiamo nessun programma e nessun candidato concorrente alle prossime elezioni. Siamo certi che solo la lotta nelle strade, nelle piazze e nelle assemblee dal basso sia in grado di costruire una vera alternativa a questo sistema.
La nostra autonomia è la nostra forza, quello che abbiamo lo abbiamo conquistato con la lotta e con il
sacrificio quotidiano. Tra queste, le aule occupate nelle università, luoghi in cui svolgiamo la nostra attività politica; consideriamo altresì pietoso l’opportunista comunicato di Casapound, in seguito ai fatti di ieri, in cui non si esita ad invocare l’intervento della polizia contro i luoghi di reale protagonismo studentesco.
Consideriamo ancora più grave la possibilità e lo spazio che viene concesso a dei nazisti assassini dai
giornali e dalle televisioni che, compiacenti, avallano la tesi di una guerra tra bande, finendo per mettere sullo stesso piano chi parla di superiorità della razza e chi di solidarietà e uguaglianza. E’ inutile ricordare gli eventi di Piazza Navona 2008, le centinaia di aggressioni ogni anno e gli incalcolabili agguati impuniti di cui Cp o l’estrema destra in generale, si sono resi protagonisti. A tal proposito, citiamo gli eventi di Roma di questa settimana e l’episodio di ieri qui a Napoli, già esplicativi di per sè.
La responsabilità degli organi di stampa per le ripercussioni di questi eventi non passeranno, per quanto ci riguarda in secondo piano e non le sottovaluteremo in nessun modo.
In conclusione ringraziamo infinitamente tutti i ragazzi e i compagni che ci sono stati vicino.
Non un passo indietro
TONINO LIBERO
Studenti Federico II
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