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Roma crocevia della guerra in Libia

Prende il via questa mattina alla Farnesina la seconda riunione, dopo quella di Doha, del Gruppo di Contatto per la Libia, presieduta dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, e dal Primo Ministro e ministro degli Esteri del Qatar, Sheik Hamad Bin Jassim Bin Jabr Al-Thani.

Partecipano ventidue paesi e sei organizzazioni internazionali – Ue, Onu, Nato Lega Araba, Oci (Organizzazione conferenza islamica), Consiglio Cooperazione Golfo. I lavori saranno preceduti da un incontro bilaterale tra Frattini e il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton.

Il Segretario di stato americano ha in agenda nel pomeriggio anche colloqui al Quirinale con il presidente Giorgio Napolitano e a Palazzo Chigi con il premier Silvio Berlusconi. Terminata la sessione di lavori alle 14.30 i protagonisti del gruppo di contatto incontreranno i giornalisti per esporre l’esito della riunione.

Il ‘ministro dell’Economia’ del CNT Tarhoni Ali l’altro ieri ha detto chiaro e tondo che l’economia della zona della Libia in mano ai ribelli potrebbe crollare e ha chiesto l’apertura di “linee di credito” da “2-3 miliardi di euro da parte di Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia. L’idea è quella di utilizzare come garanzia i beni congelati a suo tempo al colonnello Gheddafi e alla sua famiglia. Formalmente i soldi serviranno ai ribelli per “assistenza medica, cibo, mantenere le funzioni minime come l’elettricità, ospedali “, ha detto il portavoce del CNT Muhammud Chamame. Ma, è chiaro che nella partita rientra anche il petrolio che i ribelli riescono a immettere sul mercato e i cui proventi potrebbero offrire, soprattutto tramite Qatar e – indirettamente – Francia – armi a Misurata e dintorni.

Intanto, il governo italiano ha fatto sapere che non assumerà «nessuna decisione unilaterale» sui tempi della missione militare in Libia. Lo ha sottolineato il portavoce della Farnesina Maurizio Massari incontrando i giornalisti. «È evidente – ha aggiunto – che la durata della missione è subordinata al raggiungimento degli obiettivi» fissati dalla Nato. Quella di oggi non sarà comunque una riunione sulle operazioni militari, ha premesso la Farnesina, mentre il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ripeteva da Bruxelles che non è possibile al momento indicare un termine per la fine dell’intervento militare in Libia.

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