Napoli gestirà in prima persona la quota che le spetta dei fondi destinati alla Campania per i rifiuti. Con quei soldi la giunta di Luigi De Magistris rafforzerà la raccolta differenziata e realizzerà gli impianti di compostaggio previsti.
Lo ha detto a Lettera43.it il vicesindaco Tommaso Sodano, responsabile comunale per i rifiuti, che ha partecipato all’incontro che il sindaco ha avuto a Roma con il ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo.
Niente emergenza, dunque. E niente più commissari per l’immondizia: «Da Bassolino in poi, ne abbiamo sopportato già troppi», ha commentato Sodano.
IL RICORDO DEL COLERA DEL ’73. Napoli è ustionata dai roghi, che dal centro alle periferie stanno infiammando le notti estive all’insegna dell’emergenza rifiuti. Per ora ha vinto l’immondizia, che indomita giace a tonnellate in strada nonostante il tour de force imposto dal sindaco agli addetti alla raccolta del’Asìa, l’azienda comunale incaricata di portar via i cumuli: turni di 24 ore su 24, isole ecologiche itineranti, test di differenziata anche nei rioni dove ancora non sanno che cosa sia.
Eppure, tutto ciò non è bastato per aver la meglio sul «Grande mostro», che sembra aver mille vite e si riproduce all’infinito. Caldo torrido, odori da vomito, paura, veleni e frustrazione. Ha detto un operatore ecologico: «La normalità sembra lontana, a noi meno giovani torna in mente l’estate del 1973, quella del colera. Ma per carità, lo dico solo per scaramanzia».
La monnezza ha invaso la tangenziale
Dopo l’ennesima notte di guerriglia in centro, dalle prime ore della mattina di venerdì 24 giugno, a gruppi misti, la gente di Agnano, quartiere occidentale di Napoli che ospita il grande ippodromo, ha ammassato le montagne di rifiuti non raccolti da un mese al centro della carreggiata lungo la strada principale, bloccando il traffico fra urla e minacce. Il risultato? Un fiume di monnezza, tangenziale irraggiungibile e impossibile arrivare al casello.
Questa non è stata una protesta come le altre. Il danno al traffico è apparso rilevante, visto che Agnano è la porta obbligata attraverso cui ogni giorno migliaia di pendolari che abitano nella periferia ovest passano per recarsi in ufficio in città e in centro.
Cassonetti divelti, sacchetti buttati all’aria, urla di protesta verso chi con il motorino ha tentato di forzare il blocco facendo gimkana tra i rifiuti. In primo piano, donne e giovanissimi: lo hanno chiamato il «popolo delle scuderie», quello che abita tutt’intorno all’ippodromo e vive grazie alle corse (e alle scommesse) dei cavalli di Agnano: trattasi di gente esasperata, che per mesi ha aspettato che si raccogliesse l’immondizia che ha lambito la pista del trotto e le stalle.
CHI C’È DIETRO LA PROTESTA? Ma ai bordi della ribellione, tenuta sotto controllo da pochi agenti delle volanti, si sono intravisti – come altrove – gruppi di osservatori silenziosi e compatti: disoccupati? Forse. Aderenti al movimento? Non si sa. Camorra? Boh. Di sicuro sembrano pronti a intervenire, ma solo in caso di necessità. La sensazione è che non tutto nella protesta di Agnano sia stato spontaneo. Non è stato un caso – forse – che nel contempo a Capodimonte, area a metà collina a ridosso del centro, altri gruppi di protesta abbiano tentato, fra un rogo e un altro, di bloccare nelle stesse ore l’ingresso locale della tangenziale.
La prova generale per bloccare il traffico del weekend
Una strada bloccata dai cassonetti e dai rifiuti.
Tentativi simili sono stati segnalati anche alla periferia opposta ad Agnano, nell’area circostante la stazione ferroviaria. Insomma, la «protesta della Tangenziale» ha avuto tutta l’aria di essere strategica, un’azione orchestrata e messa in pratica da chi punterebbe alla destabilizzazione usando la legittima esasperazione che affligge molte frange di napoletani oppressi dall’immondizia.
Ha osservato chi sta curando l’ordine pubblico in città: «Quella di stamattina (venerdì 24 giugno, ndr) potrebbe essere stata una prova generale in vista dell’imminente weekend che, col caldo, vedrà migliaia di napoletani riversarsi lungo le strade che conducono al mare». E il blocco degli accessi alla tangenziale sabato e domenica, magari ostruendo il transito anche sulla statale Domiziana, significherebbe «esasperare il clima e creare il caos».
LA RIMOZIONE DELL’IMMONDIZIA. Che non tutto sia apparso spontaneo in quel che sta accadendo a Napoli sarebbe confermato anche dalla realtà dei Quartieri spagnoli, il dedalo di vicoli a ridosso della centralissima via Toledo: dopo i raid notturni animati dalle cosiddette «tute bianche», i gruppi di giovani ribelli a volto coperto che hanno rimosso i rifiuti ammassati da giorni nei vicoli per scaricarli di peso nella centralissima via dello shopping giovedì 23 giugno, ai Quartieri spagnoli i cassonetti per l’immondizia sono addirittura stati rimossi.
Dopo i cumuli dei giorni scorsi, non c’è più un sacchetto a terra nei vicoli. Un miracolo? No, qualcuno sembra aver convinto la popolazione a trattenere in casa i sacchetti colmi di rifiuti e a tirarli fuori per la consegna solo quando, a orari regolari, appaiono i camioncini dell’Asìa, l’azienda comunale, oppure strani automezzi, anonimi e senza etichetta, «che non si sa da chi siano mandati». Lungo i vicoli, sono stati affissi cartelli scritti a pennarello. Su uno si legge: «Abbiamo sistemato una telecamera. Chi lascia la spazzatura a terra verrà filmato, e poi…».
dal giornale online Lertera 43
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