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La menzogna israeliana viaggia su Youtube

La stampa israeliana riporta un fatto inquietante, ma che la dice lunga sulla mancanza di fantasia e sulla tendenza alla stereotipia della black propaganda israeliana. Ricordate la vicenda di Amina, la presunta blogger siriana, gay e sostenitrice dei diritti umani, che si è scoperto essere un maschio statunitense, tale Tom MacMaster, più dedito alle bufale che alla difesa dei diritti umani? Ebbene, una nuova Amina si è affacciata sul web, questa volta dalle finestre di You Tube, per mettere in guardia il mondo dalle intenzioni violente degli attivisti della Freedom Flotilla 2.

La nuova Amina si chiama Marc (nella foto), è un gay statunitense che, in un video visibile su You Tube, racconta di aver chiesto di partecipare alla Freedom Flotilla ma di essere stato respinto con la motivazione che il gruppo di gay e lesbiche cui è affiliato non serve agli interessi della Flotilla. Marc conclude il video affermando di aver capito che il motivo reale della sua esclusione è il “forte legame” fra la Flotilla e Hamas, che notoriamente non ama i gay.
Storia intrigante, quella di Marc, come quella di Amina. Falsa, anche, come quella di Amina. Lo ha scoperto un altro blogger statunitense, Max Blumenthal, il quale ha svelato che la registrazione, diffusa dall’impiegato del governo israeliano Neil Lazarus sulla sua pagina Facebook, è una truffa, e che “Marc” è un imprenditore israeliano, esperto in pubbliche relazioni, il cui vero nome è Omer Gershon. Ma non basta: il video è stato diffuso dall’account Twitter di Guy Seeman, che sarebbe al lavoro nell’ufficio del premier israeliano Netanyahu, il quale si è rifiutato di confermare o smentire la vicenda. Il quotidiano israeliano Haaretz ha posto alcune domande agli uffici di Netanyahu, i quali non hanno smentito che il governo sia coinvolto nella produzione del video ed hanno ammesso che “corpi governativi” hanno diffuso il link. Naturalmente, denuncia sempre Haaretz, Omer Gershon non è più disponibile, né su Facebook, né al telefono.

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