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Val Susa. Fallisce l’impresa, ma la Tav va avanti

 

Tav, fallisce l’azienda che recinta il cantiere di Chiomonte

L’Italcoge di Susa, che eseguiva le recinzioni per il cantiere del tunnel della Torino-Lione, è stata dichiarata fallita oggi dal tribunale. La Ltf (Lyon Turin Ferroviaire) assicura la “continuità dei lavori”.

Fallisce impresa, ma Tav va avanti

 

TORINO – L’Italcoge di Susa, la principale azienda che sta eseguendo i lavori di recinzione per il futuro cantiere del tunnel della Torino-Lione (Ltf, Lyon Turin Ferroviaire) alla Maddalena di Chiomonte, è stata dichiarata fallita, oggi, dal Tribunale di Torino. La sentenza è stata emessa dal giudice delegato Bruno Conca. L’istanza era stata presentata da alcuni creditori.

“CANTIERI FERMI ALCUNI GIORNI E CONTRATTI RISOLTI”. Il cantiere del tunnel geognostico propedeutico alla linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione verrà fermato per qualche giorno. Lo ha confermato Michele Vigna, nominato curatore fallimentare dell’Italcoge di Susa (Torino) stamani dal tribunale di Torino. “I contratti – aggiunge Vigna – verranno risolti e i lavori verranno riaffidati a un’altra impresa nell’arco di qualche giorno. I cantieri della Tav, quindi, proseguiranno”.

LTF: “GARANTIAMO CONTINUITA’ CANTIERE”. La continuità dei lavori al cantiere di Chiomonte per il tunnel geognostico della Torino-Lione “sarà garantita, senza soluzione di continuità. Abbiamo immediatamente previsto le modalità procedurali e operative”. Lo precisa la Ltf (Lyon Turin Ferroviaire), società responsabile della parte comune italo-francese del futuro collegamento ferroviario Torino-Lione. La Ltf “cercherà di tutelare il lavoro dei tecnici e operai della Italcoge che hanno dimostrato competenza e professionalità e uno spirito di collaborazione e un impegno straordinario nello svolgimento delle loro mansioni in un contesto assai difficile”. Per la Ltf “la crisi della società rispecchia una situazione assai diffusa in valle. I lavori appaltati dalla Ltf rappresentano un volano economico importante che, tuttavia, non ha consentito all’impresa di risollevare una situazione finanziaria compromessa”.

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