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Bankitalia boccia la manovra: “depressiva”

 

L’audizione di Ignazio Visco, vice direttore di Banca d’Italia, è stata in questo senso esemplare. Del resto bisogna ricordare che questo istituto è ormai parte integrante della Bce. La sua “filosofia” non quindi più nulla che vedere con gli angusti confini nazionali. In quanto “filiale” di un organismo sovranazionale, la Banca traduce le indicazioni europee in contabilità locale. Nell’insieme, emerge una conferma disincantata della volontà di un’Europa astratta, pura cinghia di trasmissione, delle necessità “dei mercati”, di cancellare finanche il ricordo del “modello sociale europeo”.Il punto di frizione maggiore riguarda comunque l’inesistenza, nella manovra, di “misure per la crescita”. Anzi, l’aumento di pressione fiscale da un lato e di tagli a spese che non sono affatto improduttive, rischia – è quasi un eufemismo – di avere “effetti restrittivi”. Tragico, e non comico, invece, il fato che in tutto questo massacrare questo governo di inetti sia riuscito nel dubbio successo di non far più tornare i conti. Taglia qui, esenta là, scorpora questo, metti quell’altro… il bricolage finanziario in salsa berlusconian-leghista fa solo disastri.

Il fatto che l’opposizione parlamentare “democratica” faccia assolutamente proprie queste critiche getta una luce sinistra sul futuro a breve e fa emergere la necessità urgentissima di lavorare a un movimento e un progetto sociale totalmente indipendente da questa finta “opposizione”.

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Da Repubblica

Bankitalia, effetti restrittivi su economia. “Rischio stagnazione, serve rilancio”

Secondo il vice direttore della Banca d’Italia, Ignazio Visco: “La crescita del commercio mondiale nei prossimi anni non tornerà sugli elevati livelli precedenti la crisi”. Nel 2011 rischio crescita sotto 1%.  E nel 2012 potrebbe essere ancora più debole. “Ma non ci sono alternative”. Corte dei Conti: “Rischio effetti depressivi”

ROMA – “L’aggiustamento dei conti, necessario per evitare uno scenario ben più grave, avrà inevitabilmente effetti restrittivi sull’economia”. A sottolinearlo è stato il vice direttore generale della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel corso dell’audizione sulla manovra di fronte alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. E la Corte dei Conti ha espresso la stessa perplessità: “Il ricorso prevalente alla leva fiscale, quasi 3/4 della manovra, determina la compressione del reddito disponibile e accentua i rischi depressivi”, ha detto il presidente Luigi Giampaolino. La Corte inoltre non è contenta della “scelta di formulare la manovra senza un aggiornamento del quadro macroeconomico”. “Nell’ipotesi più ottimistica l’aumento della pressione fiscale sarà di 2 punti percentuali nel 2014”, ha sottolineato Giampaolino secondo il quale “l’aumento del prelievo fiscale si concentra sull’Irpef, determinando un sovraccarico di tale contributo con gli effetti distorsivi ben noti”.

In un quadro che “resta ancora estremamente incerto” potrebbe dunque prefigurarsi, secondo l’analisi di Bankitalia, una crescita del pil “inferiore al punto percentuale” nel 2011 e “ancora più debole nel 2012”. Il risanamento dei conti pubblici per il pareggio di bilancio nel 2013 “rallenterà la crescita ma non ci sono alternative”, ha dichiarato Visco perché “ogni altro scenario condurrebbe a risultati più traumatici per il nostro Paese”.

“Da molti anni la crescita economica – ha spiegato il vice direttore – in Italia è inferiore a quella degli altri paesi dell’Unione europea”. Secondo Visco, “la crescita del commercio mondiale difficilmente tornerà nei prossimi anni sugli elevati livelli precedenti la crisi. Rischiamo quindi una fase di stagnazione che rallenterebbe anche la flessione del peso del debito sul Pil”. Il riequilibrio dei conti pubblici, ha aggiunto il vice direttore, “deve pertanto associarsi a una politica economica volta al rilancio delle prospettive di crescita dell’economia”.

Cambiamenti.
Per Bankitalia dunque “eventuali cambiamenti nella struttura della manovra dovrebbero andare nella direzione di ridurre il peso degli aumenti delle entrate, accrescere il ruolo delle misure strutturali, minimizzare gli effetti negativi sul prodotto, contenere l’incertezza circa l’attuazione di alcune misure (quali la delega fiscale e assistenziale e le modalità con cui verrà esercitata la relativa clausola di salvaguardia). Secondo il vicedirettore generale della Banca d’Italia, “l’entità complessiva dell’aggiustamento dei conti programmato non può essere ridotta”. E, nel prossimo biennio, “si dovrà attentamente monitorare l’efficacia delle misure ai fini del conseguimento puntuale degli obiettivi indicati dal governo”, ha concluso.

La previsione.
E nel 2014 la pressione fiscale raggiungerà livelli record. Secondo il calcolo del vicedirettore della Banca d’Italia, “la pressione fiscale salirebbe soprattutto nel 2012 e nel 2013 (rispettivamente di 1,1 e 0,7 punti); nel 2014 si attesterebbe al massimo storico del 44,5%”. E “tale livello sarebbe ancora maggiore – ha aggiunto – se gli enti decentrati compensassero, anche solo in parte, la riduzione dei trasferimenti statali con un aumento dell’imposizione a livello locale. Di contro, l’impatto sul prelievo verrebbe mitigato qualora, come indicato dal governo, almeno una parte dell’aggiustamento connesso con l’esercizio della delega fosse realizzato sul lato della spesa”.

Spread Btp-Bund.
Per Visco alla situazione attuale anche lo spread “tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi sono ancora molto elevati” perché “i problemi di crescita dell’economia sono percepiti come un forte limite alla capacità di riequilibrio finanziario del paese”, ha spiegato.

Evasione fiscale.
La manovra bis dovrebbe avere misure più incisive contro l’evasione fiscale. Abbassare la soglia per l’uso del contante. Questo il suggerimento della Banca d’Italia per la correzione “nell’immediato” del decreto di agosto sul capitolo del contrasto dell’evasione fiscale. Le misure vanno nella giusta direzione ma “interventi più incisivi consentirebbero di ridurre il peso dell’aggiustamento sui contribuenti che rispettano le norme” ha osservato il vice direttore generale di via Nazionale. Per il medio termine va favorito un maggiore uso della moneta elettronica per le spese delle famiglie. Vanno poi potenziati strumenti di misurazione induttiva del reddito (“redditometro e spesometro”) e gli studi di settore “prevedendo aggiornamenti annuali e sostituendo il riferimento ai ricavi o ai compensi con quello al valore aggiunto”.

Intervenire su Province.
“Un più deciso intervento sugli apparati istituzionali darebbe risparmi significativi nel medio termine, oltre a sottolineare l’urgenza del riequilibrio dei conti pubblici”. Per Visco, “la razionalizzazione dei diversi livelli di governo dovrebbe mirare a semplificare i processi decisionali e a evitare duplicazioni di funzioni e sovrapposizioni di competenze”. Una parte delle funzioni delle Province, ha proposto Bankitalia, “potrebbe essere riallocata ai comuni, che già hanno responsabilità in materia di istruzione, cultura e beni culturali e politiche sociali. Funzioni riferibili ad ambiti territoriali più ampi (trasporti, gestione del territorio, tutela dell’ambiente, sviluppo economico) potrebbero invece passare alle Regioni. Ciò favorirebbe una razionalizzazione degli interventi in tali ambiti. Una sostanziale riduzione delle competenze delle province consentirebbe un significativo snellimento dei relativi apparati burocratici e degli organi rappresentativi e non trascurabili risparmi”.

Articolo 8 della manovra.
“Persegue la finalità condivisibile di rafforzare la contrattazione aziendale e territoriale” ma la contrattazione “non può sostituirsi a un’adeguata disciplina normativa”. Per Bankitalia “la valorizzazione della contrattazione aziendale con il consenso delle parti sociali e l’eliminazione di tutte le incertezze applicative sono obiettivi da perseguire. La contrattazione decentrata è in atto in paesi con tradizioni di relazioni sindacali non troppo dissimili dalla nostra”. La fluidità del processo di riallocazione è condizione essenziale “per assecondare la trasformazione dell’economia italiana e spingerne la crescita”. 

Pensioni.
Visco ha poi ricordato che “negli scorsi anni la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi”, ma “va tuttavia considerata la possibilità di completare il processo di riforma del sistema pensionistico, correggendo le disparità di trattamento ancora esistenti tra diverse categorie di lavoratori”. Inoltre, “si potrebbe prevedere un ulteriore graduale aumento delle ‘quote’ per l’accesso alla pensione di anzianità (date dalla somma degli anni di contribuzione e di età)”, ha concluso.

La risposta del governo.
La credibilità della manovra di agosto “è aderente alla lettera” inviata all’esecutivo con le misure chieste dalla Bce “e dalla Banca d’Italia”. La risposta del governo “è stata nel complesso rapida, consistente ed efficace”, ha detto Visco. Si tratta di una breve lettera, ha aggiunto il responsabile della Banca d’Italia, già illustrata dal ministro dell’Economia Tremonti in aula nei contenuti e “la decisione di pubblicarla spetta a chi la riceve; la Banca d’Italia non ha nulla in contrario”.

Vertice ad Arcore.
“Credo che ciò che è stato discusso e proposto ad Arcore – ha osservato Visco – sia consapevole del punto fondamentale che ho sottolineato: non si possono ridurre le dimensioni complessive della manovra e gli effetti andranno monitorati continuamente per evitare che gli obiettivi non siano conseguiti”.

Taglio cuneo fiscale.
“Vi è spazio per alleggerire il cuneo fiscale riducendo le aliquote contributive non pensionistiche”, ha detto Visco. Attualmente, ha rilevato, la somma delle aliquote riferite alla cassa unica assegni familiari e all’indennità di maternità è pari circa all’1% con introiti sul bilancio dello Stato dell’ordine di 7 miliardi.
La fiscalizzazione di questi contributi per tutti i lavoratori potrebbe essere compensata da un aumento del prelievo sugli immobili oppure dell’Iva”. Secondo Visco, inoltre “tale ricomposizione del bilancio pubblico determinerebbe un incremento del prodotto nell’arco del triennio, stimabile in 0,3-0,4 punti percentuali..

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da Il Sole 24 Ore

Bankitalia: rischio stagnazione, serve rilancio crescita

«L’aggiustamento dei conti, necessario per evitare uno scenario ben più grave, avrà inevitabilmente effetti restrittivi sull’economia». Lo ha sottolineato il vice direttore generale della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel corso dell’audizione sulla manovra di fronte alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. «Da molti anni la crescita economica – ha spiegato Visco – è in Italia inferiore a quella degli altri paesi dell’Unione europea». Secondo l’esponente di Bankitalia, «la crescita del commercio mondiale difficilmente tornerà nei prossimi anni sugli elevati livelli precedenti la crisi. Rischiamo quindi una fase di stagnazione che rallenterebbe anche la flessione del peso del debito sul Pil».

Secondo Visco l’Italia rischia «una fase di stagnazione. Il riequilibrio dei conti pubblici deve pertanto associarsi a una politica economica volta al rilancio delle prospettive di crescita dell’economia». Visco spiega che il rischio di stagnazione viene dalla crescita del Paese da anni inferiore agli altri paesi Ue, dagli effetti restrittivi della manovra nonché da una crescita del commercio internazionale che resterà fiacca nei prossimi anni. La fase di stagnazione rallenterebbe anche la flessione del debito sul Pil.

La crescita del Pil potrebbe attestarsi sotto l’1% nel 2011
«In un quadro previsivo che resta ancora estremamente incerto – ha spiegato Visco – , potrebbe prefigurarsi una crescita del Pil inferiore al punto percentuale nell’anno in corso e e ancora più debole nel 2012. Ciò si rifletterebbe inevitabilmente sui conti pubblici, rendendo più difficile il pareggio di bilancio e rallentando la flessione del peso del debito pubblico».

Prelievo fiscale record nel 2014, al 44,5%
La pressione fiscale salirà a livello record nel 2014 attestandosi al 44,5%, secondo la stima fornita dal vice direttore generale della Banca d’Italia. «Tra il 2011 e il 2014 – ha spiegato – l’incidenza delle entrate sul prodotto crescerebbe di 1,9 punti percentuali. La pressione fiscale salirebbe soprattutto nel 2012 e 2013 (rispettivamente di 1,1 e 0,7 punti); nel 2014 si attesterebbe al massimo storico del 44,5%».

Manovra e fisco. Aumentare l’Iva o prelievo sugli immobili per alleggerire il cuneo sui redditi
Visco ha ricordato che «eventuali cambiamenti nella struttura della manovra dovrebbero andare nella direzione di ridurre il peso degli aumenti delle entrate, accrescere il ruolo delle misure strutturali, minimizzare gli effetti negativi sul prodotto, contenere l’incertezza circa l’attuazione di alcune misure, quali la delega fiscale e assistenziale e le modalità con cui verrà esercitata la relativa clausola di salvaguardia».
Il cuneo fiscale che pesa sui redditi può essere ridotto aumentando l’Iva o il prelievo sugli immobili, ha proseguito Visco, per il quale «vi è spazio per alleggerire il cuneo fiscale riducendo le aliquote contributive non pensionistiche. Attualmente – ha affermato – la somma delle aliquote riferite alla Cassa Unica Assegni Familiari e all’indennità di maternità è pari a circa l’1%, con introiti per il bilancio dello Stato dell’ordine di 7 miliardi. La fiscalizzazione di questi contributi per tutti i lavoratori potrebbe essere compensata da un aumento del prelievo sugli immobili oppure dell’Iva».

Spread BTp-Bund ancora troppo elevati
«Nonostante l’anticipo dell’obbiettivo del pareggio di bilancio al 2013 e la correzione decisa dal Governo, i differenziali nei rendimenti tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi sono ancora molto elevati, anzi troppo».

Il nodo delle pensioni di anzianità, anticipare l’età di pensionamento delle lavoratrici private
Visco ha anche sottolineato che si debba ultimare il processo di riforma del sistema pensionistico, prevedendo «un ulteriore graduale aumento delle “quote” per l’accesso alla pensione di anzianità». Va considerata, secondo Bankitalia, la possibilità di «completare il processo di riforma del sistema pensionistico, correggendo le disparità di trattamento ancora esistenti tra diverse categorie di lavoratori». Altra misura proposta da Visco è l’anticipazione dell’incremento dell’età di pensionamento per vecchiaia delle lavoratrici del settore privato da 60 a 65 anni: «L’avvio del processo potrebbe essere già a gennaio del 2012, quando alle lavoratrici del pubblico impiego si applicherà il requisito dei 65 anni. L’intervento -sottolinea Palazzo Koch- assicurerebbe risparmi non trascurabili dal 2013 e crescenti negli anni successivi».

Contro l’evasione, abbassare ancora la soglia per l’uso del contante
Una correzione «nell’immediato» del decreto di agosto sul capitolo del contrasto dell’evasione fiscale può essere un abbassamento ulteriore della soglia per l’uso del contante. Per il medio termine va favorito un maggiore uso della moneta elettronica per le spese delle famiglie. Vanno poi potenziati strumenti di misurazione induttiva del reddito («redditometro e spesometro») e gli studi di settore, «prevedendo aggiornamenti annuali e sostituendo il riferimento ai ricavi o ai compensi con quello al valore aggiunto».

«La risposta del Governo alla Bce è stata rapida e efficace»
La risposta alle misure chieste dalla Bce «e dalla Banca d’Italia» nella lettera inviata all’Esecutivo «è stata nel complesso rapida, consistente ed efficace», ha aggiunto il vice direttore generale di Bankitalia. La credibilità della manovra di agosto «è aderente alla lettera». Visco, rispondendo a una domanda, spiega che «è una lettera nella quale non si promette niente né si annunciano interventi che non sono condizionati a quello che si fa nel Paese». Si tratta di una breve lettera, aggiunge il responsabile della Banca d’Italia, già illustrata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti in Aula nei contenuti e «la decisione di pubblicarla spetta a chi la riceve; la Banca d’Italia non ha nulla in contrario».

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Coperture ancora incerte: da trovare circa 4 miliardi

di Dino Pesole, all’interno articolo di Barbara Fiammeri

 

ROMA. Raggiunto l’accordo politico, ora occorre far quadrare i conti e l’esercizio si annuncia tutt’altro che agevole, poiché dai primi calcoli effettuati alla luce delle misure concordate ieri nel lunghissimo vertice di Arcore la copertura va individuata per non meno di 4 miliardi.

La soppressione tout court del «contributo di solidarietà» comporta il venire meno di un gettito consistente: 3,8 miliardi nel triennio 2012-2014 (674,4 milioni nel 2012, 1,5 miliardi nel 2013, 1,5 nel 2014). Per gli enti locali si prospetta una riduzione dei tagli per circa 2 miliardi nel biennio, mentre la versione originaria del provvedimento, se incrociata con gli effetti della manovra di luglio, garantisce risparmi per 6 miliardi nel 2012 e 6,4 miliardi annui nel biennio successivo.

Stando alle intese raggiunte ieri, scartata l’ipotesi di ricorrere all’aumento di un punto dell’aliquota ordinaria dell’Iva, che avrebbe garantito un gettito di 3,7 miliardi, la copertura per l’abolizione del contributo di solidarietà del 5% per i redditi sopra i 90mila euro e del 10% sopra i 150mila euro sarà garantita dalla nuova stretta antielusiva sull’abuso di «intestazioni e interposizioni patrimoniali», nonché dal taglio degli incentivi fiscali per le società cooperative. Si punta a colpire le società di comodo e non le persone fisiche. Gettito imponente, che dovrà essere assolutamente garantito, anche perché dalle indiscrezioni emerse ieri sera parte di tali maggiori entrate dovrà altresì servire a coprire parte dei minori tagli agli enti locali. Non sembra per questo sufficiente la stima di nuovi risparmi attesi dal nuovo sistema di calcolo delle pensioni, che stando alle prime indicazioni produrrà minori spese per 500 milioni ma a partire dal 2013, mentre per il 2014 l’impatto della nuova misura dovrebbe garantire 700 milioni.

A soccorrere le correzioni in arrivo al decreto in discussione al Senato dovrebbe poi intervenire una nuova misura che prevede il rafforzamento dei poteri degli enti locali sul fronte della lotta all’evasione. Anche in questo caso occorrerà visionare con attenzione il dispositivo, perché il potenziamento dell’azione antievasione a beneficio soprattutto dei comuni «con vincolo di destinazione agli stessi del ricavato delle conseguenti maggiori entrate» è già prevista dalle ultime manovre di finanza pubblica.

Del resto, la parola d’ordine ribadita anche ieri nel vertice di maggioranza è stata che le correzioni in arrivo devono garantire l’invarianza sostanziale dei saldi. Nulla vieta tuttavia che quando si rinuncia a maggiori entrate (è il caso del contributo di solidarietà) vi si faccia fronte attraverso contestuali tagli alla spesa corrente. Nel caso della manovra in esame sarebbe stato auspicabile, dato lo squilibrio che permane tra nuove entrate e risparmi di spesa. Si è rinunciato al contrario anche alla patrimoniale antievasori annunciata nei giorni scorsi da Roberto Calderoli. Quanto alla riduzione del numero dei parlamentari e all’eliminazione di tutte le province, i risparmi potranno essere contabilizzati solo quando si perfezionerà il complesso iter di revisione costituzionale.

«Saremo costruttivi come sempre in Parlamento perché questo è un nostro preciso dovere, ma da un primo esame delle modifiche della manovra approvate nella maggioranza traiamo un’opinione netta: i conti non tornano», affermano i capigruppo Udc di Camera e Senato Gian Luca Galletti e Gianpiero D’Alia. Al governo l’onere di chiarire fin da oggi che così non è.

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