Sembrava indifendibileanche per la maggioranza. E invece niente: non si deve arrestare anche se l’hanno praticamente colto sul fatto. Questo ex ufficiale della Finanza, poi entrato nelle grazie di Giulio Tremonti fino a diventare il suo factotum, deputato, suo padrone di casa.
E’ stata infatti approvata per 11 voti a 10 la proposta del relatore, Fabio Gava (Pdl) contraria alla richiesta di arresto per il deputato del Pdl. Contrari invece il Pd, l’Udc, Fli e l’Idv. Il parere sarà ora sottoposto al voto dell’Aula di Montecitorio giovedì 22 settembre a mezzogiorno.
La Lega, che in giunta ha votato contro l’arresto, lascerà libertà di coscienza in Aula, dove l’esito della votazione è più incerto. Anche l’Udc si è espresso sulle stesse posizioni: “Su una scelta così delicata è giusto che i componenti del nostro gruppo si esprimano secondo coscienza. I primi due, che sono componenti anche della Giunta per le autorizzazioni, hanno detto che secondo coscienza voteranno a favore dell’arresto”, ha affermato il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini.
Ieri l’ex collaboratore vicino a Tremonti, per cui la procura di Napoli ha chiesto l’arresto con accuse gravi, tra cui quella di corruzione, si è difeso a lungo nella sua audizione davanti alla giunta. “Sono disposto ad accettare il processo anche subito, ma non l’arresto perché non ci sono i presupposti per la custodia cautelare”, ha detto il deputato del Pdl, prima di lamentare contro di lui un “massacro mediatico”. Milanese ha respinto più volte le accuse mossegli dall’imprenditore “Paolo Viscione: “Ha agito per rancore personale perché non avevo voluto appoggiare la candidatura di suo figlio a sindaco di Cervinara”.
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