I locali dell’Arci a Roma hanno ospitato la riunione per definire una possibile convocazione e gestione includente ed unitaria della manifestazione nazionale del prossimi 15 ottobre. Le presenze sono quelle dei grandi eventi. Militanti, sindacalisti, funzionari e attivisti di vecchia data – quelli di Genova ma con dieci anni in più per intendersi – ma anche giovani attivisti di reti e associazioni nate nella fase post 2008. Ci sono anche gli autodefiniti Indignados italiani che da tempo si vedono in piazza San Giovanni i quali, parlando ovviamente tutti a titolo rigorosamente individuale, intervengono in almeno quattro occasioni nella discussione. La riunione accoglie con un certo sollievo la notizia che la Cgil ha deciso di anticipare di una settimana la manifestazione dei lavoratori pubblici e della scuola e quindi non si sovrapporrà alla data del 15 ottobre. A questo punto resta da definirne i contenuti e la gestione.
La proposta avanzata in apertura da Raffaella Bolini è riconosciuta un po’ da tutti come ragionevole: tenendo conto delle differenze di posizioni e di percorsi, è meglio costituire un coordinamento ad hoc per la sola manifestazione e lasciare che i progetti delle varie reti procedano sulle strade che vanno percorrendo. La realtà indica infatti che sono in corso progetti e calendari diversi sulle modalità con cui ingaggiare il conflitto dentro la crisi e contro le misure imposte dalle istituzioni europee. Ci sono i soggetti che puntano a ricostruire a novembre il Social forum italiano (Arci, Cobas), c’è l’area di Uniti contro crisi (Fiom, Sel, disobbedienti, Action) che punta neanche troppo velatamente ad uno sbocco politico anche istituzionale, c’è l’area politica e sociale che sta costruendo l’incontro nazionale del 1 ottobre (Cremaschi, Usb, Rete 28 aprile, Rete dei Comunisti, Sinistra critica, ambientalisti, pezzi del popolo viola) per lanciare la campagna di massa sul non pagamento del debito e la democrazia basata su cinque punti, c’è la rete Roma Bene Comune reduce da una riuscita assemblea nazionale sabato scorso ed in cui l’appuntamento del 15 ottobre ha visto molta enfasi, ci sono le reti che convergono sullo Sciopero precario e che faranno il proprio meeting nazionale il 24 settembre a Bologna mentre a Roma lo stesso giorno si riunisce Uniti contro la crisi, ci sono i partiti della Federazione della Sinistra che appaiono un po’ spaesati dentro un panorama politico che ha ormai cambiato nettamente fisionomia e ci sono anche gli Indignados italiani che puntano a fare dei giardinetti di San Giovanni una agorà che cerchi di somigliare alla Puerta del Sol madrilena ma con un appeal che fatica parecchio a manifestarsi.
La riunione ha dunque dovuto tenere conto di questa “complessità” della soggettività in campo per trovare la quadra intorno alla manifestazione del 15 ottobre. Dare conto dei più di trenta interventi è impresa improba, sia perché molti dei presenti conoscono almeno sei lingue dell’alfabeto politico, sia perché la sensazione prevalente (ed anche la più logica) era quella di trovare un minimo di cornice condivisa e poi articolare la presenza in piazza e la costruzione della partecipazione evidenziando ognuno i contenuti e gli obiettivi su cui è impegnato. Non sono mancati inviti a ridurre al minimo più minimo la piattaforma comune (Uds, Action) quasi a rimarcare che l’unico dato comune per i presenti sia la data del 15 ottobre. Altri (Russo, Bernocchi) hanno invitato a valorizzare la dimensione europea della mobilitazione evocando in qualche modo la mobilitazione mondiale del febbraio 2003 contro la guerra (la seconda potenza mondiale secondo il New York Times, sic!). Cremaschi e Cararo (RdC) hanno provato a segnalare come la manifestazione del 15 ottobre dovrebbe e potrebbe funzionare da “avviso di garanzia” non solo contro l’attuale governo Berlusconi ma anche per il governo che gli succederà e per le istituzioni europee che intendono procedere come bulldozer sul piano delle misure antisociali. Piobbichi ha sottolineato come sia ancora debole la critica radicale e le soluzioni alternative a questa Unione Europea che andrebbe destrutturata. Insomma temi per una discussione che avrebbe necessità di entrare molto nel merito ma che non ha trovato il posto e il momento adatto per svilupparsi. E non poteva probabilmente essere altrimenti. La riunione ha prodotto un primo appello unitario per la convocazione della manifestazione del 15 ottobre e l’impegno comune per la sua riuscita sul piano della partecipazione e gestione. Non è il massimo, ma è quello che al momento si può mettere in campo per ingaggiare il conflitto qui ed ora dentro la crisi e contro i governi delle banche e della finanza europea.
Qui di seguito l’appello scaturito dalla riunione e che convoca la manifestazione del 15 ottobre
APPELLO
IL 15 OTTOBRE SARÀ UNA GIORNATA EUROPEA EINTERNAZIONALE DI MOBILITAZIONE
“gli esseri umani prima dei profitti, non siamo merce nelle mani di politici e banchieri,
chi pretende di governarci non ci rappresenta,
l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora!”
Commissione Europea, governi europei, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, multinazionali e poteri forti ci presentano come dogmi intoccabili il pagamento del debito, il pareggio del bilancio pubblico, gli interessi dei mercati finanziari, le privatizzazioni, i tagli alla spesa, la precarizzazione del lavoro e della vita.
Sono ricette inique e sbagliate, utili a difendere rendite e privilegi, e renderci tutti schiave/i.
Distruggono il lavoro e i suoi diritti, i sindacati, il contratto nazionale, le pensioni, l’istruzione, la cultura, i beni comuni, il territorio, la società e le comunità, tutti i diritti garantiti dalla nostra Costituzione. Opprimono il presente di una popolazione sempre più impoverita, negano il futuro ai giovani.
Non è vero che siano scelte obbligate. Noi le rifiutiamo. Qualunque schieramento politico le voglia imporre, avrà come unico effetto un’ulteriore devastazione sociale, ambientale, democratica. Ci sono altre strade, e quelle vogliamo percorrere, riprendendoci pienamente il nostro potere di cittadinanza che è fondamento di qualunque democrazia reale.
Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo, così come le politiche economiche europee, continuano ad avvicinare.
Vogliamo una vera alternativa di sistema. Si deve uscire dalla crisi con il cambiamento e l’innovazione. Le risorse ci sono.
Si deve investire sulla riconversione ecologica, la giustizia sociale, l’altra economia, sui saperi, la cultura, il territorio, la partecipazione. Si deve redistribuire radicalmente la ricchezza. Vogliamo ripartire dal risultato dei referendum del 12 e 13 giugno, per restituire alle comunità i beni comuni ed il loro diritto alla partecipazione. Si devono recuperare risorse dal taglio delle spese militari. Si deve smettere di fare le guerre e bisogna accogliere i migranti.
Le alternative vanno conquistate, insieme. In Europa, in Italia, nel Mediterraneo, nel mondo. In tanti e tante, diversi e diverse, uniti. E’ il solo modo per vincere.
Il Coordinamento 15 ottobre, luogo di convergenza organizzativa dei soggetti sociali impegnati, invita tutti e tutte a preparare la mobilitazione e a essere in piazza a Roma, riempiendo la manifestazione con i propri appelli, con i propri contenuti, con le proprie lotte e proposte
PER LA NOSTRA DIGNITÀ E PER CAMBIARE DAVVERO
COORDINAMENTO 15 OTTOBRE
Si è costituito il Coordinamento 15 ottobre, luogo aperto di tanti e plurali attori sociali impegnati a costruire la partecipazione italiana alla giornata europea e internazionale di mobilitazione.
La giornata del 15 vedrà mobilitazioni in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo. Anche in Italia è già stata raccolta da tanti soggetti organizzati, alleanze sociali, gruppi informali e persone.
Il Coordinamento si mette al servizio della riuscita della mobilitazione. Curerà unitariamente le caratteristiche, la logistica e l’organizzazione della manifestazione nazionale di Roma e ne definirà le sue parti comuni.
Il suo obiettivo è favorire la massima inclusione, convergenza, convivenza e cooperazione delle molteplici e plurali forze sociali, reti, energie individuali e collettive che stanno preparando e prepareranno la mobilitazione con i propri appelli, le proprie alleanze, i propri contenuti.
La prossima riunione del Coordinamento 15 ottobre è convocata a Roma, mercoledì 21 settembre, alle ore 10, in via dei Monti di Pietralata 16
Quello che segue è invece il testo dell’appello lanciato dai movimenti spagnoli per la giornata di mobilitazione europea del 15 ottobre
Uniti per un cambiamento globale
Il 15 Ottobre cittadini e cittadine di tutto il mondo scenderemmo in piazza per mostrare la loro indignazione per la perdita dei nostri diritti per mano dell’alleanza fra le grandi corporazioni e le classi politiche. Da Democracia real Ya (Vera democrazia Ora) vi invitiamo a partecipare a questa azione pacifica di protesta internazionale, accogliendo questo invito o realizzandone di vostri nella stessa data.
E’ arrivato il momento di alzare la voce. E’ in gioco il nostro futuro, e nessuno può fermare la forza di milioni di persone quando si uniscono con lo stesso obiettivo.
Democracia real Ya è una piattaforma nata in Spagna che coordina gruppi di mobilitazione cittadina. Sotto lo slogan “Non siamo merce in mano di politici e banchieri”, migliaia di persone sono scese in piazza il 15 maggio per esigere una democrazia più partecipativa, opponendosi alla corruzione del sistema politico e mostrare la loro opposizione alle severe misure che sono state imposte dal Governo. Dopo il successo di questa prima manifestazione, sono nati diversi movimenti e si sono organizzate nelle piazze di vari paesi Acampadas (tende nelle piazze), come la prima occupazione di Piazza Tahrir in Cairo. Questo ha dato luogo a assemblee popolari, dove i cittadini hanno potuto discutere i loro obiettivi con decisioni comuni. Il movimento 15 Maggio ha passato presto le frontiere e attirato l’attenzione di numerose città nel mondo, inclusa la grande manifestazione contro il patto del Euro del 19 Giugno scorso.
Pressati dal mondo finanziario, i nostri politici lavorano per il beneficio di pochi, senza preoccuparsi del costo sociale, umano o ambientale che questo potrà generare. Promuovendo guerre con fini economici e portando alla miseria popoli interi, le nostre classi dirigenti ci stanno deprivando del nostro diritto a una società libera e giusta.
Per questo vi invitiamo a unirvi a questa lotta pacifica, diffondendo il messaggio che untiti siamo capaci di cambiare questa insostenibile situazione. Prendiamo le piazze il 15 ottobre. E’ ora che ci ascoltino! Uniti faremo sentire le nostre voci!.
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