Un corteo si è formato dopo le cariche dirigendosi verso il Pantheon, dove c’era un presidio Cgil (che ha prontamente smontato il palco e tutto il resto) e poi verso piazza Venezia ed infine al Colosseo. Alle 19.55 la situazione è questa.
Al grido “dimissioni” e “noi il debito non lo paghiamo” i manifestanti che stavano protestando in piazza Montecitorio a Roma hanno cominciato a lanciare fumogeni e petardi verso il Parlamento. La polizia ha effettuato alcune cariche per disperdere i manifestanti. Durante le cariche nelle strade limitrofe a Montecitorio sono stati rovesciati secchioni dell’immondizia e caduti motorini.
I manifestanti sono dispersi nelle vie intorno al Pantheon ma sono riusciti a riorganizzarsi ed a partire in corteo dirigendosi prima verso la residenza romana di Berlusconi, poi bloccando Piazza Venezia ed infine verso il Colosseo dove la manifestazione si è trasformata in una assemblea in piazza con diversi interventi che ha rilanciato la mobilitazione nei prossimi giorni e l’appuntamento del 15 ottobre.
Una piccola tendopoli «anti-manovra» era stata allestita davanti al Parlamento per dire al governo che la protesta non cesserà fin quando il testo della manovra sarà in Aula per la votazione. Centinaia di persone aderenti dell’Unione Sindacale di Base, Cobas, Roma bene Comune, Uniti contro la crisi ha manifestato in piazza Montecitorio. I manifestanti hanno montato sotto l’obelisco sei tende da campeggio: «Siamo qui per far sentire al governo l’indignazione e la rabbia della piazza – ha spiegato da un megafono uno degli organizzatori – questa manovra è contro l’Italia e gli italiani e di certo non la vogliamo pagare noi. La votazione oggi è prevista per le 19.30/20 e noi resteremo qui sotto per dire ancora una volta no alla manovra e a questo manovra che ormai ha fatto il suo tempo». Tra gli striscioni portati in piazza dai manifestanti: «La crisi va pagata da chi l’ha provocata», «Casa, reddito e dignità» e «L’indignazione è statica, la rabbia è dinamica».
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