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Italia. Una democrazia di nuovo in emergenza

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha tenuto oggi la sua relazione informativa al Senato sugli scontri di sabato scorso a Roma. Tra gli eventuali provvedimenti, Maroni inserisce “l’estensione dell’arresto in flagranza differita così come prevista per le manifestazioni sportive,un provvedimento di polizia preventiva di partecipare alle manifestazioni sul modello del Daspo, uno specifico reato associativo per chi esercita violenza organizzata nelle manifestazioni” e inoltre “maggiori tutele giuridico e legali per gli operatori di polizia, l’obbligo per gli organizzatori di una manifestazione di presentare garanzie patrimoniali idonee per gli eventuali danni provocati nel corso della manifestazione stesse”.Tra le altre misure liberticide annunciate dal ministro anche l’arresto obbligatorio per chi in prossimità delle manifestazioni viene trovato in possesso di veri e propri kit di guerriglia urbana. Maroni sottolinea che ha un problema con l’uso dei reati associativi: gli anarchici, ha sottolineato, “sono poco strutturati, è quindi difficile dimostrare il vincolo associativo. È con questa realtà che, senza ricorrere a leggi speciali, bisogna fare i conti da qui in avanti. Penso quindi a norme specifiche da dare alle forze di polizia”. Per il Pd due delle misure tra quelle proposte da Maroni possono rivelarsi utili: il cosiddetto Daspo e l’arresto in flagranza differita. “C’è invece un’ostilita chiara e limpida da parte nostra nei confronti del fermo preventivo” ha affermato la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, intervenendo al Senato dopo l’informativa del ministro Maroni sugli scontri a Roma.

Secondo Maroni, che ha già lanciato l’allarme per la manifestazione di sabato prossimo in Val di Susa, per la componente romana “hanno partecipato agli scontri alcuni dei gruppi più radicali dell’antagonismo: il Centro sociale Acrobax e il gruppo della Rash, molti dei quali sono appartenenti al gruppo ultras romanista dei Fedayn. Agli scontri avrebbe partecipato anche un discreto gruppo degli elementi più radicali dei Disoccupati organizzati napoletani. Tra i fermati ci sono persone provenienti da Bari, Varese, Brindisi, Siracusa, Trento, Frosinone e dalla provincia romana”. Non solo, ha proseguito il Ministro: “Le anime più radicali del movimento in particolare, Rete Roma Bene Comune, settore dei collettivi universitari, alcuni centri sociali erano fermamente convinti di dare una necessità di dura contrapposizione all’iniziativa, con fronteggiamenti e scontri con le forze dell’ordine”. Sabato “c’era l’intenzione di assaltare le sedi delle istituzioni repubblicane, Camera e Senato. Ciò è stato evitato. C’era la volontà di ricreare l’incidente che è avvenuto a Genova, e grazie alla professionalità delle forze dell’ordine è stato impedito che ci scappasse il morto” ha detto Maroni.

Mentre Maroni interveniva al Senato rievocando i tempi mefitici delle leggi e della cultura dell’emergenza, all’università di Roma si è svolta una assemblea studentesca che ha immediatamente replicato alle minacce del ministro. Ripartiamo dal 15 ottobre per rilanciare una nuova stagione di lotta in questo paese. Siamo convinti che la sfida lanciata in tutto il mondo della costruzione di un movimento globale non possa arrestarsi. Manifestazioni in 1.000 città e 82 paesi di tutto il mondo ci parlano di un’opportunità enorme per la costruzione di un’alternativa economica, sociale e politica. Un movimento che non si spaventerà davanti ai deliri repressivi di Maroni, che invaderà ancora le strade e le piazze, con quella indignazione e quei desideri che da sempre hanno caratterizzato le nostre pratiche e i nostri cortei. Ripartiamo già da domani dall’università, rilanciando i percorsi di mobilitazione nelle forme che hanno caratterizzato le nostre manifestazioni lo scorso anno e provando a proporne delle nuove, anche analizzando le esperienze di altri paesi come Spagna, U.S.A., Cile. Siamo convinti di non poter tornare indietro adesso, nemmeno per prendere la rincorsa”.

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