Di seguito l’appello di convocazione della manifestazione:
CONTRO LA REPRESSIONE SOLIDARIETÀ AI PRIGIONIERI E AI COMPAGNI DETENUTI PER MOTIVI POLITICI
Tortura, isolamento e pestaggi. Sono alcune delle pratiche che è costretto ad affrontare in ogni parte del mondo chi subisce la prigionia politica.
Il sistema carcerario si ristruttura in funzione di una sua sempre maggiore efficienza nel tentativo di distruzione della identità politica del prigioniero, di estendere la sofferenza ai familiari, di impedire o limitare la solidarietà esterna in una cinica e fredda visione della vendetta politica.
Si definiscono nuovi sistemi di differenziazione, si ridefiniscono circuiti speciali, si allargano ulteriormente i casi in cui è previsto il totale isolamento e si specializzano intere carceri a tale scopo.
Il “miglioramento” delle propria condizione passa attraverso una attenta valutazione dei propri comportamenti, va di pari passo con l’esaudire le richieste della controparte e vale a dire l’abbandono della propria identità politica, l’abiura, la dissociazione, la collaborazione.
Si allargano i casi in cui è prevista la carcerazione preventiva, aumenta a dismisura il ricorso a forme di carcerazione amministrativa e la realizzazione di strutture adibite a tale scopo e lo stesso ordine pubblico assume caratteristiche sempre più vicina ad una guerra interna sia nelle forme sia nel tipo di forze utilizzate.
Misure il cui fine è quello di far tacere la lotta e la resistenza dei popoli, dei lavoratori e degli studenti, di chi si ribella all’occupazione militare, allo sfruttamento e al modo di produzione capitalista, di chi attraversa i mari per un futuro migliore, di chi si oppone ai rigurgiti del fascismo.
Misure frutto della logica dell’emergenza entrate strutturalmente nell’ordinamento ordinario, troppo spesso accettate a fronte dello stato emotivo creatosi a seguito di specifici accadimenti o frutto delle esperienze nella gestione dell’ordine pubblico nelle aree di guerra. Dalle coste del Nord Africa all’Irlanda, dagli Usa alla Turchia, dall’America Latina all’Italia, dalla Palestina al Paese Basco la realtà non cambia. Nello stesso modo nessuno può dirsi ad oggi estraneo a tutto ciò, nessuno di coloro che lotta indipendentemente dalle forme assunte, in una fase in cui è sempre più evidente che le rivendicazioni di ampie fette di popolazione trovano una risposta unicamente nella repressione. Ogni comportamento è sempre più frequentemente etichettato come “eversivo” o “terrorista” e così anche la repressione assume le caratteristiche necessarie.
Per questi motivi lanciamo la data del 28 gennaio a Firenze come un momento di piazza nel quale aprire uno spazio a tutti i compagni, le realtà e le strutture che lavorano e si impegnano sul piano della solidarietà a livello internazionale, nazionale e locale. Uno spazio all’interno del quale portare la propria voce perché davanti alla repressione, alla detenzione e alla prigionia politica si rompa il silenzio.
Di seguito l’appello di EHL Firenze
Oggi sono più di 600 i prigionieri politici baschi rinchiusi nelle carceri spagnole e francesi, e centinaia i militanti indipendentisti in attesa di giudizio.
A finire davanti ai giudici della Audiencia National sono i militanti di ETA, delle organizzazioni giovanili, dei partiti della sinistra indipendentista e più in generale coloro che condividono la lotta per Euskal Herria libera, indipendente e socialista. Le condizioni cui i prigionieri e le prigioniere basche sono costretti dallo stato spagnolo e da quello francese possono essere lette solo come il tentativo di aumentare la sofferenza del popolo basco attraverso la vendetta politica.
Basta pensare al fatto che i prigionieri con malattie gravi o incurabili continuano a esser detenuti, allapplicazione di fatto dellergastolo, alla tortura, alla dispersione e cioè lallontanamento a centinaia di chilometri dei prigionieri da Euskal Herria, alla spirale in cui vengono coinvolti familiari e amici dei prigionieri obbligati ad accollarsi viaggi lunghissimi per vedere i loro cari duranti colloqui brevissimi per accedere ai quali sono obbligati a subire trattamenti umilianti.
Nel Paese Basco la solidarietà verso i prigionieri è parte integrante della lotta di liberazione nazionale e si sviluppa nella quotidianità: in ogni città e in ogni paese di Euskal Herria vi sono bandiere appese alle finestre e ai balconi che rivendicano il ritorno a casa dei prigionieri – Euskal Presoak Etxera – e in ogni taverna sono esposte le foto dei prigionieri, vengono organizzati momenti di socialità come pranzi popolari e concerti, manifestazioni locali o nazionali come per esempio quella del 7 gennaio scorso che ha visto la partecipazione di 110 mila persone, oppure appuntamenti fissi come nel caso di Etxerat che ogni venerdì in ogni paese nel tardo pomeriggio promuove un presidio durante il quale familiari, amici e compagni dei prigionieri si ritrovano in un luogo simbolico del proprio territorio esponendone ancora una volta le foto.
Quando un prigioniero fa finalmente ritorno a casa solitamente si usa rendergli omaggio con un concentramento, un saluto da parte di tutte organizzazioni basche e un ballo tradizionale. Non è un caso che i prigionieri, qualsiasi sia la fase politica in atto in Euskla Herria, siano considerati una voce autorevole allinterno del movimento di liberazione nazionale.
In molti casi la Audiencia National ha vietato le iniziative durante le quali si sarebbe dovuto tenere lomaggio ai prigionieri e la polizia in alcuni casi è arrivata addirittura a caricare chi spontaneamente si era concentrato sotto casa di un prigioniero che stava facendo ritorno alla sua abitazione dopo essere uscito dal carcere.
Diversi militanti baschi sono invece finiti davanti ai giudici della Audiencia National con laccusa di apologia di terrorismo per aver mostrato le foto di alcuni prigionieri, mentre in alcuni casi la polizia ha rimosso fisicamente le foto esposte in alcune taverne, ha strappato alcuni striscioni esposti per strada o, proprio come nel caso del corteo del 7 gennaio, ne ha vietato lesposizione.
Sabato 28 gennaio alle ore 15.30 saremo in piazza SS. Annunziata per un corteo che vuole esprimere la propria solidarietà ai prigionieri politici baschi, ai loro familiari e amici.
Durante il corteo esporremo simbolicamente alcune delle loro foto per mostrare la nostra totale condanna rispetto alle azioni repressive messe in atto da Madrid che hanno il fine di rimuovere i simboli della solidarietà nel Paese Basco: se loro pensano in questo modo di affievolire lappoggio che la popolazione basca mostra verso i propri prigionieri, noi dimostreremo che questa solidarietà si è estesa oltre i confini di Euskal Herria.
SABATO 28 GENNAIO 2012
FIRENZE
MANIFESTAZIONE da PIAZZA SS. ANNUNZIATA ORE 15.30
Euskal Herriaren Lagunak Firenze
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Elenco aggiornato delle adesioni alla manifestazione:
Euskal Herriaren Lagunak (Amici e Amiche del Paese Basco) – Firenze e Bologna
CPA fi-sud
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos
Collettivo Politico di Scienze Politiche
Coordinamento Antifascista e Antirazzista Toscano
Associazione Amicizia Italo-Palestinese
Fondo Comunista
Nuova Unità
PCL Toscana
Circolo 26 julio dellAss. Naz. Di Amicizia Italia-Cuba
Federazione Toscana Partito dei CARC
Rete dei Comunisti Toscana
Associazione Parenti e Amici degli arrestati del 12 febbraio 2007
Collettivo per la Costruzione del Soccorso Rosso in Italia
Centro Politico 1921 – Livorno
Collettivo Bujanov
Rete antifascista provinciale di Brescia
Centro sociale 28 maggio di Rovato (BS)
Comitato per le libertà e contro la repressione di Brescia
Brigate di Solidarietà e per la Pace
FGCI-Firenze
PdCI Sez. Centro
PdCI Sez. Stalingrado
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