Quand’è che in questo paese le forze armate sono state privatizzate? Eppure sembra proprio che sia avvenuto, visto che ad alcuni comuni che in queste ore stanno chiedendo l’intervento dell’esercito contro l’emergenza maltempo i comandi rispondono inviando preventivi di spesa. Ad esempio il Comune di Urbino che aveva chiesto il sostegno dei militari per spalare i metri di neve che ricoprono letteralmente la cittadina e ne tengono ostaggio la popolazione, si è visto recapitare un preventivo di 700 euro al giorno per 10 spalatori in divisa. Più vitto e alloggio! Manco fossero dipendenti di una ditta privata. Ma l’esercito non viene pagato con le tasse dei contribuenti? E non ne è già previsto l’intervento in casi di emergenza come quello che stanno vivendo centinaia di comuni italiani isolati da giorni, senza elettricità, acqua e collegamenti telefonici? Eppure anche il Comune di Ancona, che ieri ha reclutato 14 spalatori del 28/o Reggimento di Pesaro e 17 militari (più sei mezzi spazzaneve) in arrivo da Piacenza, per liberare le frazioni rimaste isolate, ha dovuto presentare un conto salato. Una novità amara per le amministrazioni locali strozzate da anni di tagli ai trasferimenti da parte dello Stato e dal patto di stabilità.
C’è gente che muore – sono già decine le vittime della neve nel paese – eppure l’aiuto dell’esercito i Comuni se lo devono pagare. Perché il ministero della Difesa pretende che i propri militari impiegati vengano retribuiti, vista la ‘scarsità di risorse’ a disposizione. Eppure solo pochi giorni fa sia il Ministro-Ammiraglio Di Paola sia il Premier ci hanno spiegato che no, l’Italia proprio non può rinunciare all’acquisto di un megalotto di caccia bombardieri F 35, per una spesa di 16 miliardi di euro. Al Ministero della Difesa, dopo le proteste di alcuni primi cittadini, si giustificano: “Le Forze armate non avanzano richieste onerose alle amministrazioni locali per intervenire”. In alcuni casi, spiegano, hanno concesso addirittura uno sconto…
E nonostante il conto salato, non sempre i militari garantiscono il risultato del loro intervento, avendo a disposizione mezzi non adeguati. Come a Fabriano, dove il sindaco Roberto Sorci aveva chiesto sei pale meccaniche dell’esercito per rimuovere la neve che sta paralizzando le frazioni montane della città, ma i militari non possono intervenire perchè i mezzi sono privi di catene. «Mi sento preso in giro – sbotta Sorci -, anche perchè ieri ho sentito il ministro dire a ‘Porta a Portà che l’Esercito è in campo per ogni necessità». «Forse per le dune del deserto, ma l’Italia è piena di montagne e di ghiaccio, e qui siamo in emergenza!». Sorci aveva prenotato («costi quello che costi, lo so che i sindaci devono pagare») tre pale piccole e tre grandi, gommate. Richiesta trasmessa attraverso la Prefettura dalla Sala operativa integrata provinciale. «Dopo 24 ore è arrivata la risposta: non ci sono attrezzature adeguate, cioè le catene. Le pale e gli uomini ci sarebbero». «Mi sembra tutto ridicolo – continua il sindaco -, qui stiamo andando avanti da giorni con una sola turbina dei vigili del fuoco di Bolzano, che da ‘bravi fratelli’, ci dividiamo con i Comuni di Genga e Sassoferrato, vale a dire il 70% del territorio della provincia di Ancona». «Vigili del fuoco straordinari, come del resto, l’ho sperimentato nel 2005, i genieri dell’Esercito». Che però, senza catene «dove vanno?».
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