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Monti, l’amerikano

Il tono e le valutazioni che sono state riservate al premier venuto dalla Trilaterale appartengono al repertorio dei complimenti tra complici. E’ evidente che la pochezza della risposta sociale alle politiche messe in campo dal governo “tecnico” viene considerata una prova della possibilità di far pagare per intero a lavoratori e pensionati la crisi globale. In ogni singolo paese, secondo un format largamente unitario.

Un assaggio con il Corriere della sera.

Obama: «Italia partita a razzo. Piena fiducia
in Monti, porterà l’Italia fuori dalla tempesta»

Il presidente Usa dopo il colloquio con il premier: «Ora Roma ha più voce in Europa. Pronti a sostenere la moneta unica»

MILANO – «Con Mario Monti l’Italia è partita a razzo»: non ha dubbi il presidente americano Barack Obama sulla svolta impressa a Roma dal nuovo governo. E a conclusione del suo colloquio con il premier italiano alla Casa Bianca ha aggiunto di avere «piena fiducia» nella sua leadership e nella capacità del Professore di «condurre l’Italia fuori dalla tempesta». Parole, quelle di Obama, che seguono quelle altrettanto lusinghiere pronunciate dal segretario di Stato Hillary Clinton, la quale ha incontrato anche il ministro degli Esteri Giulio Terzi. E giungono al termine di una trasferta negli Usa a dir poco riuscita, già salutata come il punto di svolta dei primi (quasi) cento giorni di governo. Monti conquista la copertina di una delle edizioni di Time, quello stesso settimanale sul quale solo pochi mesi fa campeggiava il volto di Silvio Berlusconi, definito «l’asset più tossico».

MISSION IMPOSSIBLE – Monti è accolto con grande calore anche al Peterson Institute dove viene introdotto come l’uomo della «mission impossible» e dove lui, alcune ore prima di recarsi alla Casa Bianca, davanti a uno dei più noti think thank americani, tiene una lezione sullo stato delle economie dell’Italia e dell’ Eurozona.

IMPERATIVO CRESCITA – Con Monti, spiega Obama incontrando la stampa, «l’Italia ha più voce in Europa». I rapporti con gli Stati Uniti «non sono mai stati così buoni come ora» e Roma è un partner affidabile anche per «la sicurezza». Nella replica di Monti l’accordo con il presidente Usa che «la crescita è ora un imperativo».

BUONI MODELLI – Gli Stati Uniti sono un «buon modello per l’Europa» e il presidente americano guarda con «grande interesse all’Unione europea» sono i riconoscimenti incrociati di Monti e Obama parlando con la stampa davanti al camino dello Studio Ovale.

SIRIA, FERMARE IL BAGNO DI SANGUE – «Con Monti abbiamo discusso anche di come la comunità internazionale può fermare il bagno di sangue in Siria» dice ancora Obama lodando l’Italia per l’intervento in Libia.

I MESSAGGI DI MERKEL – Più che chiedere alla Germania di fare politiche di disavanzo, i tedeschi vanno convinti ad aprire maggiormente il loro mercato interno dei servizi, dice poi Monti in un conferenza stampa con i giornalisti italiani. Il premier ha portato a Obama «uno o due messaggi di politica economica da parte di Merkel» e nel presidente Usa ha riscontrato «molto interesse per una nostra valutazione su come interagire con la Germania». «Da parte nostra – aggiunge – ho sottolineato che l’impostazione tipicamente anglosassone, e cioè che la Germania ha spazio con la sua situazione di bilancio e di conti con l’estero per fare più da stimolo alla domanda e da locomotiva alla crescita, non è quella più suscettibile di perforare il cuore dei governanti e dell’opinione pubblica tedesca», dove l’economia «è ancora vista come un ramo della filosofia morale». Questo «non significa che sia chiusa alla via della persuasione, ma a mio giudizio è più proficuo accostare l’argomento più strutturale, chiedendo alla Germania di essere sempre più se stessa, cioè quella che in Europa ha dato per prima quella grande forza ad un’economia di mercato aperta».

Paola Pica

Il trionfalismo de Il Sole 24 Ore

Washington accoglie Monti «a braccia aperte». Che differenza fa una faccia nuova… (Nyt)

“Che differenza fa una faccia nuova”. Con Silvio Berlusconi era il gelo, Mario Monti invece è accolto “a braccia aperte”. Con questo inevitabile e inclemente paragone, il New York Times saluta il nuovo leader italiano alla sua prima visita ufficiale nella capitale Usa. Una visita attesa, preparata dal premier alla vigilia con due interviste alla Pbs e al Wall Street Journal, ampiamente riprese anche dalla stampa americana, oltre che da quella italiana.

Nel suo blog “The Caucus”, che segue la politica dalla redazione di Washington, il Nyt ricorda che per tre anni il presidente Barack Obama ha tenuto a distanza Berlusconi, trattando lo sgargiante primo ministro (quello delle feste bunga bunga e degli exploit sessuali) con “gelida correttezza”. Mentre il presidente francese Nicolas Sarkozy era stato invitato a cena alla Casa Bianca e il cancelliere tedesco Angela Merkel aveva avuto la pompa di una visita di Stato, Berlusconi aveva strappato solo una rapida visita all’Ufficio Ovale della Casa Bianca, cosa che Obama non poteva evitare poiché l’Italia in quel periodo aveva la presidenza del G8.

Nel dire ”ciao” a Monti, la giornalista del Nyt Helene Cooper lo definisce il beniamino della scena internazionale, un “economista duro” che potrebbe essere capace di infondere la fiducia globale di cui l’Italia ha bisogno per tirarsi fuori dalla crisi finanziaria, un “burocrate serio” che non sembra avere scheletri nell’armadio.

“Washington lo accoglie a braccia aperte” e tutti lo vogliono: lo staff italiano – fa sapere il Nyt – ha dovuto rifiutare molte richieste dei media e del circuito diplomatico, tutti volevano un pezzetto di Monti. L’invito più ambito in città, questa settimana, è quello alla cena di stasera a Villa Firenze, la residenza dell’ambasciatore italiano.

Nella sessione bilaterale alla Casa Bianca – aggiunge – Obama e Monti parleranno di economia globale, riforme strutturali, crisi del debito e della “continua leadership” dell’Italia in Afghanistan. C’è da aspettarsi che si parlerà molto degli stretti legami tra i due Paesi, prevede il Nyt. E forse Obama ringrazierà finalmente l’Italia per il suo contributo in Libia. Non lo aveva fatto parlando della Libia alle Nazioni Unite lo scorso settembre, irritando l’entourage di Berlusconi. Ma adesso “è un nuovo giorno”.

Il Wall Street Journal, oltre all’intervista in cui Monti propone regole europee più severe per rilanciare la crescita, fa notare che in questa occasione il professore ha offerto un breve ripasso di storia economica: “La Germania – ha ricordato il premier – ha inventato l’economia di mercato” dell’Europa del dopoguerra. “Non è una costruzione britannica”.

Per far conoscere meglio il personaggio all’opinione pubblica americana, il Wsj segnala anche un sondaggio del magazine tedesco Stern secondo il quale Monti piace al 60% dei tedeschi (“Monti Ja, Cameron Nein”).

“Il nuovo premier italiano non sarà popolare in patria… ma si sta facendo degli amici a nord delle Alpi”. L’apprezzamento dei tedeschi per Monti rappresenta “un netto cambiamento” rispetto al suo predecessore, nota il Wsj. La reputazione di playboy di Berlusconi e le sue battute “di cattivo gusto” non gli avevano procurato molti amici. Spaccati su Sarkozy, i tedeschi non simpatizzano per David Cameron, che piace solo al 38%.

La tensione tra crescita e austerità è il filo conduttore dell’articolo con cui Howard Schneider sul Washington Post presenta la visita di Monti. Il primo ministro italiano – scrive il Wp – ha tagliato le pensioni, avviato riforme economiche e approvato un trattato europeo che rafforza la disciplina di bilancio, tutto per dimostrare che l’Italia fa sul serio nel controllare il debito. Adesso, ha cominciato a contrattaccare” (“Mario Monti, primo ministro italiano, vuole fissare una nuova agenda di crescita per l’Europa”).

Con l’Europa a rischio recessione, Monti preme per trovare il modo di rilanciare la crescita: secondo il Washington Post, il primo ministro italiano punta ad avere l’appoggio della Casa Bianca nel suo tentativo di spingere gli altri Paesi europei a concentrarsi non solo su debito e deficit ma anche su strategie che impediscano all’austerità di trasformarsi in un autogol. 

Con il “fiscal compact”, il patto di bilancio concordato in sede europea, l’Italia “dovrà attuare tagli insostenibili. Ma il trattato non dice nulla di misure per rafforzare la crescita”, dice al Wp Domenico Lombardi, ex membro italiano del board Fmi e ora senior fellow alla Brookings Insititution. “E’ d’accordo che bisogna ridurre il debito, ma se l’economia crolla non si possono imporre altri tagli o si uccide irreversibilmente la crescita”.

Schneider sottolinea che la tensione tra crescita e austerità è diventata una preoccupazione globale. “L’Italia è all’epicentro del dibattito, un caso cruciale che potrebbe determinare se la crisi dell’eurozona va verso una soluzione o continua a deteriorarsi, potenzialmente sospingendo l’economia Usa di nuovo in recessione”.

Intanto i tagli vanno avanti: “Monti allarga l’austerità al suo staff – segnala un lancio Ap ripreso dal sito del Washington Post – niente spese di rappresentanza, stretta sui convegni”.

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