Repubblica è un giornale schierato col governo, ma pesantemente in difficoltà – sta perdendo copie – a causa di quel che il governo fa. Sul mercato del lavoro, dopo la “riforma” delle pensioni, la sua “base lettorale” è entrata in crisi, Fisicamente. perché si ritrova a lavorare di più, a non andare in pensione, a pagare di più la spesa… E quindi non crede più con tanta facilità al mondo fiabesco narrato da questo foglio votato all’antiberlusconismo legalitario e indifferente – o ostile – al mondo del lavoro. Contraddizioni del “prima di Monti”, che ora stanno esplodendo.
Ma la sortita di oggi segna un “passaggio del Rubicone” che iscrive il foglio che fu di Eugenio Scalfari – finché ha vissuto pensando, ormai non lo fa più – all’elenco delle buste paga Fiat.
La nota del Lingotto, infatti, denuncia alcuni casi di danneggiamento ai danni delle vetture Fiat durante lo sciopero delle bisarche (quei tir con rimorchio costruite per trasportare soltanto automobili). Può accadere, è sempre accaduto, specie se i giornali non danno notizia dello sciopero e quindi nessuno si muove per aprire una trattativa reale.
Cosa fa Repubblica? Lancia l'”allarme violenza”… Ripetitivi, noiosi, mostrificatori professionali senza onore deontologico. Come con la Tav, come con la Fiom o i sindacati di base. Un giornale inguardabile specializzato ormai nel “distrarre l’attenzione” e nella creazione del “nemico di comodo”.
Leggere per credere:
Fiat, minacce, incendi e violenze
nella protesta sulle bisarcheFiat mette le mani avanti e lancia l’allarme violenza. Secondo l’azienda, il calo delle vendite è legato agli scioperi degli autotrasportatori, le cui manifestazioni sono state accompagnate da atti intimidatoriIn questi giorni, nell’ambito della protesta delle bisarche, si stanno verificando “numerosi episodi di violenza tra cui incendi di automezzi, minacce e aggressioni ad autisti che non aderiscono allo sciopero”. Lo afferma il Lingotto in una nota. Prosegue comunque la protesta delle bisarche. La prossima settimana si fermerà l’attività degli stabilimenti Fiat di Pomigliano e Cassino e “anche le quote di mercato” del Lingotto “saranno evidentemente influenzate in modo negativo”. A lanciare l’allarme è Fiat spiegando che “le aziende automobilistiche stanno subendo gravissimi danni in conseguenza dello sciopero in atto da oltre mese”.
Il proseguimento dello sciopero dei servizi di autotrasporto vetture a mezzo bisarca, al quale aderisce una minoranza di associazioni di categoria, sta fortemente danneggiando le attività del settore automotive italiano. Le aziende automobilistiche stanno subendo gravissimi danni in conseguenza dello sciopero in atto da oltre mese. Lunghi e numerosi ritardi nelle consegne del prodotto ai concessionari e ai clienti comportano pesanti conseguenze sulle fatturazioni e sulle immatricolazioni in Italia e all’estero. I danni sono particolarmente gravi per Fiat Group Automobiles, che è stata costretta a fermare più volte l’attività in alcuni stabilimenti italiani, con rilevanti perdite economiche per l’azienda e per i lavoratori. Anche le quote di mercato saranno evidentemente influenzate in modo negativo”. E’ quanto si legge in una nota del gruppo Fiat.
“Per la prossima settimana sono già programmate ulteriori fermate produttive. In particolare lo stabilimento di Cassino sarà chiuso nei giorni 27, 28 e 29 marzo, mentre il Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco, dove viene prodotta la nuova Panda in fase di lancio in Europa, si fermerà nei giorni 26 e 27 marzo. Ad oggi non si vedono segnali che possano far pensare alla fine dell’agitazione e anzi la situazione sembrerebbe in peggioramento con il verificarsi di numerosi episodi di violenza tra cui incendi di automezzi, minacce ed aggressioni ad autisti che non aderiscono allo sciopero”, prosegue la nota.
“Il danno economico provocato dall’agitazione sta diventando insostenibile per il settore automotive italiano, già fortemente toccato dall’andamento del mercato”, conclude la nota.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa