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Monti incontra l’emiro del Qatar, pacifisti allontanati e identificati

Oggi (lunedì 16 aprile) pomeriggio un gruppo di militanti della rete NO WAR è stato identificato e allontanato dalla Polizia mentre protestava all’ingresso della palazzina di Villa Doria Pamphili a Roma, al cui interno il presidente del consiglio Mario Monti stava ricevendo con tutti gli onori l’emiro del Qatar, monarca di uno staterello petrolifero feudale e mediovale, dove i diritti civili non sono garantiti.
Racconta Enzi B., un attivista della Rete No War di Roma: “Ci siamo presentati presso l’ingresso della palazzina di Villa Doria Pamphili che dà sull’Aurelia Antica con cartelli di critica al ruolo svolto dall’emiro del Qatar e da Al-Jazeera in occasione delle crisi in Libia e Siria. Vi era un grande via vai di macchine ufficiali, giornalisti, fotografi (che hanno scattato anche qualche foto nei nostri confronti) e tanta polizia. Non appena aperti i cartelli, e subito dopo che i fotografi ci avevano ripreso, funzionari in borghese ci hanno identificato e minacciato di arresto se non ce ne fossimo andati subito. Un secondo tentativo da parte nostra e di qualche altro attivista  arrivato in ritardo, ha avuto immediatamente lostesso esito. Abbiamo allora aggirato l’ostacolo entrando a Villa Pamphili e cercando di accostarci alla palazzina dall’interno della villa. C’era polizia dappertutto. Abbiamo cercato di nuovo di aprire i cartelli, ma alcuni poliziotti e poliziotte in borghese che ci avevano seguito fin dentro la villa ci hanno ordinato di nuovo perentoriamante di andarcene,  anche se i loro modi sono stati abbastanza cortesi. Gli abbiamo fatto notare che difendevano un piccolo monarca assassino. Mentre andavamo via abbiamo visto uscire dalla porta interna della villa un’enorme banda militare in alta uniforme. L’emiro è stato accolto con tutti gli onori dal nostro super-Mario Monti!”

In serata la Rete No War ha denunciato l’accaduto chiarendo il senso della impedita contestazione: “L’emiro del Qatar, servendosi della rete televisiva Al Jazeera da lui controllata, ha contribuito in maniera decisiva alla campagna di disinformazione che è servita a giustificare l’attacco della NATO alla Libia, cui il Qatar ha direttamente partecipato con aerei, ed istruttori e finanziamenti ai ribelli.
Oggi il Qatar, insieme ad altre petromonarchie feudali e mediovali, com l’Arabia Saudita, sta svolgendo lo stesso copione in Siria, sia attraverso una nuova campagna di disinformazione, sia armando e sostenedo le bande di mercenari ed integralisti islamici che tentano di destabilizzare con la violenza il governo della Siria”.
Non è la prima volta che le petromonarchie sono prese di mira dal gruppo di attivisti. Nei mesi scorsi è stata la volta dell’ambasciata del Qatar e di quella dell’Arabia Saudita. Parallelamente dall’anno scorso sono state avanzate anche petizioni a paesi non belligeranti (soprattutto i membrei del Consglio di sicurezza Onu e paesi dell’America Latina e dell’Africa) in appoggio a loro sforzi negoziali, sia sulla Libia che sulla Siria.

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