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Immigrati imbavagliati. L’Algeria chiede spiegazioni all’Italia

Sembra profilarsi una nuova crisi diplomatica per la politica estera italiana. Dopo l’India adesso è il turno dell’Algeria. Una volta accertata la veridicità delle notizie pubblicate sulla stampa italiana e rilanciate dalla stampa algerina, l’Algeria chiederà infatti ufficialmente all’Italia spiegazioni sulle modalità con cui sono stati trasferiti in Tunisia i due immigrati algerini ripresi da un passeggero mentre erano legati e imbavagliati dagli agenti di polizia che li stavano espellendo dal nostro paese. Va in questo senso la dichiarazione rilasciata, al sito algerino Tsa, dal portavoce del Ministero degli Esteri algerino, Amar Belani. Stiamo appurando, ha detto Belani, “la veridicità delle informazioni rilanciate dalla stampa” e, se esse risponderanno al vero, la parte italiana sarà chiamata a fornire le spiegazioni che si impongono in materia. “Le nostre sedi diplomatiche e consolari a Roma – ha aggiunto il portavoce del Ministero degli esteri di Algeri alla Tsa – sono state incaricate di fare i passi necessari per ottenere informazioni ufficiali sul trattamento che sarebbe stato inflitto ai nostri connazionali”. Belani ha quindi condannato “nel modo più energico tutto quanto attenta alla dignità dei nostri residenti all’estero. Condanniamo nella maniera più ferma questo genere di pratiche vergognose, degradanti e inumane”.

In Italia intanto il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri riferirà domani in aula alla Camera alle 9, sul caso dei due immigrati algerini imbavagliati con il nastro adesivo dagli agenti che li riaccompagnavano a Tunisi con un volo aereo per il rimpatrio. “Grazie al regista Francesco Sperandeo, siamo potuti venire a conoscenza del trattamento inumano inflitto a due cittadini algerini respinti dall’Italia. Ora però bisogna capire se tale prassi corrisponda a un’ingiustificabile iniziativa di qualcuno oppure essa sia stata avvallata da qualche autorità dello Stato”. Lo dichiarano i senatori del Pd Vincenzo Vita, Paolo Nerozzi, Roberto Della Seta e Alberto Maritati che sull’accaduto hanno presentato un’interrogazione al governo. “Nel caso non auspicabile – proseguono i parlamentari del Pd – che tra le modalità di intervento della polizia vi sia anche l’applicazione del nastro adesivo, il governo deve intervenire con decisione per porre fine a un procedere che non trova giustificazione nè dal punto di vista umano nè tantomeno da quello del diritto penale”. “Sono fortemente indignato per il comportamento di funzionari dello stato italiano, i quali hanno persino risposto ad un reporter, casualmente sullo stesso volo, che sono sistemi di routine. Neanche a Guantanamo abbiamo assistito a soprusi del genere. In violazione dei più elementari diritti umani, ma anche di un normalissimo senso comune di umanità e di vivere civile; – ha dichiarato il sen. Pedica  dell’IdV – sono stufo di assistere a comportamenti non degni di un Paese civile, i responsabili dovranno risponderne all’autorità giudiziaria, ma sono anche fermo nel chiedere che il Governo e i ministri dell’Interno e degli Esteri vengano nelle aule parlamentari a spiegare perchè queste procedure vengono considerate ‘di routine’ ” ha concluso Pedica.

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