Al momento si parla di 7 arresti domiciliari e di 6 obblighi di dimora, oltre a 14 perquisizioni, a Roma, Teramo, Ancona, Civitanova Marche, Padova e Cosenza.
Dall’inizio dell’inchiesta sono state arrestate 34 persone, di cui otto già condannate. Inoltre, sono state effettuate 34 perquisizioni e denunciate 50 persone.
Le indagini – con reati ipotizzati come devastazione, saccheggio e resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale – sono state coordinate addirittura dal pool antiterrorismo della Procura di Roma (ricordiamo che si è trattato di una normale manifestazione di protesta, con scontri innescati da alcuni gruppi indipendentemente dagli organizzatori e poi ingigantiti da una reazione abnorme delle “forze dell’ordine” presenti in piazza).
Gli arresti e le perquisizioni arrivano dopo indagini durate mesi e mirate a identificare le persone protagoniste di alcuni degli episodi di quella giornata, tramite fotografie, filmati, qualche “spiata” di agenti infiltrati, ecc.
Le indagini sembra si siano dirette – da quanto scrivono le agenzie – soprattutto verso “soggetti inseriti all’interno dell’area antagonista e anarchica nazionale, nonchè in direzione di alcune componenti provenienti dalle tifoserie ultras”.
In particolare sarebbe stato preso di mira “un gruppo proveniente dalla provincia di Teramo, all’interno del quale erano inseriti esponenti dell’area antagonista e di «azione antifascista Teramo», cui viene attribuito l’assalto e l’incendio al furgone blindato dei Carabinieri, in piazza San Giovanni.
In dettaglio:
– 5 misure cautelari a Roma (2 arresti domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla PG);
– 4 misure degli arresti domiciliari a Teramo e provincia, nei confronti di esponenti di «azione antifascista Teramo» e delle locali tifoserie;
– 1 misura degli arresti domiciliari ad Ancona;
– 3 misure dell’obbligo di presentazione alla PG in Padova, Cosenza e Macerata, nonché 14 decreti di perquisizione locale e personale nelle medesime località.
Tra i destinatari dei provvedimenti della Procura ci sarebbe anche Davide Rosci, militante di Azione antifascista e primo dei non eletti nelle fila di Rifondazione comunista alle ultime comunali di Teramo. A confermarlo è stato l’avvocato Filippo Torretta. Oltre a Davide Rosci, 30 anni, sono stati messi agli arresti domiciliari altre quattro teramani: Marco Gentile (37) di Teramo, Marco Moscardelli (32), Cristian Quatraccioni (33) e Mirco Tomassetti (30), tutti di Mosciano Sant’Angelo (Teramo).
È dipendente di una cooperativa che lavora per il Comune di Cosenza la persona cui la Digos di Cosenza ed i carabinieri del Ros hanno notificato “un provvedimento di obbligo di presentazione alla pg” emesso dalla Procura di Roma. Si tratta di Giuseppe Parise, di 52 anni. Nel suo appartamento, sottoposto a perquisizione, Digos e Ros non hanno trovato niente di interessante, ma si son presi un paio di scarpe che, secondo loro, Giuseppe indossava il giorno degli scontri.
Sono invece due ultras romanisti di 20 e 27 anni i giovani arrestati nella Capitale. I due sarebbero stati riconosciuti in piazza San Giovanni mentre attaccavano il blindato dei Carabinieri, poi dato alle fiamme, il primo con una trave di legno ed il secondo con un martello. Entrambi sono noti alla Digos e al Ros per la loro appartenenza al gruppo ‘Offensiva Ultras’.
C’è anche un esponente dei No Tav di Macerata tra gli arrestati; avrebbe un precedente per gli scontri in Val di Susa.
Tra gli arrestati a Roma ci sono tre compagni definiti dalla polizia come “un romano di 58 anni con diversi precedenti, mentre gli altri due hanno 28 e 34 anni”. Due (il 34/enne e il 58/enne) vengono indicati come militanti nei movimenti per i diritti dell’abitare vicini al centro sociale ‘Acrobax’, mentre un altro è considerato «aderente al sodalizio anarchico».
La Procura di Roma aveva sollecitato al gip addirittura la custodia cautelare in carcere per tutte le 13 persone coinvolte negli scontri. Il giudice delle indagini preliminari ha, invece, disposto misure cautelari più graduate. Giancarlo Capaldo, responsabile del pool dell’antiterrosimo, ha quindi annunciato, nel corso di una conferenza stampa, il ricorso al tribunale del Riesame per ribadire una misura «più stringente» nei confronti delle persone raggiunte oggi dai provvedimenti. Si vede che non ci sono problemi più gravi di cui occuparsi…
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